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L’ex presidente della Camera bassa del Parlamento del Brasile, Eduardo Cunha, è stato destituito lunedì con l’accusa di corruzione. Lo riporta Telesur. Cunha è stato l’autore principale del colpo di stato mascherato dall”impeachment’ contro l’ex presidente Dilma Rousseff.
In una sessione che è durata quattro ore, 450 deputati hanno votato a favore della decisione contro Cunha, 10 hanno votato contro e 10 si sono astenuti.
Cunha è accusato di “mancanza di decoro parlamentare” per aver mentito in una Commissione parlamentare di inchiesta sulla compagnia petrolifera statale Petrobras di non avere conti bancari all’estero e informazioni. Secondo i documenti inviati dai tribunali svizzeri, Cunha vantava conti per un valore di 5 miliardi in Svizzera, dove avrebbe dirottato fondi Petrobras.
La Corte Suprema brasiliana ha sospeso il mandato Cunha lo scorso maggio. Successivamente, il 23 giugno, la Corte Suprema ha aperto un nuovo procedimento penale contro di lui.
Intanto nel paese non si placa la protesta contro Temer e il golpe alla democrazia che ha portato alla destituzione di Dilma. Ogni giorno, in ogni città del paese ci sono manifestazioni di protesta (censurate dai media nostrani).
Il golpista Temer, per anni spia della CIA in Brasile come è emerso grazie a Wikileaks, ha già adottato i piani tipici della dittatura del neo-liberismo che rappresenta: aumento dell’età pensionabile, congelamento dei concorsi pubblici, diminuzione dei diritti sindacali e “flessibilità” nei giorni lavorativi (che da 8 passeranno a 12 ore al giorno a discrezione dell’impresa).