“Il mondo sa che il modello boliviano contro il narcotraffico è migliore senza la presenza nordamericana”, ha affermato martedì 13, il presidente Evo Morales, rispondendo a un rapporto del Dipartimento di Stato che squalifica la lotta antinarcotici.
“Al contrario del documento statunitense, la ONU e l’Unione Europea hanno fatto i loro complimenti ed hanno riconosciuto gli sforzi della Bolivia in questo settore”, ha detto il mandatario in una manifestazione a Cochabamba.
La Casa Bianca mantiene Bolivia e Venezuela, con un gruppo di paesi di altri continenti nella lista dei presunti inadempienti nella lotta contro il traffico degli stupefacenti.
Il rapporto contraddice un altro documento emesso due mesi fa dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il delitto, che assicura che l’area seminata a coca in Bolivia è la più ridotta da quando è cominciato il controllo di questa coltivazione nel 2003.
PL ha pubblicato che un altro rapporto segnala che nel primo trimestre dell’anno la polizia ha sequestrato nove tonnellate di cocaina pura, più delle 8,6 confiscate nel 2015 e delle 4 tonnellate nel 2014.
Nel suo discorso il presidente boliviano ha rivelato che ci sono paesi pro imperialisti che non hanno mai rispettato gli accordi internazionali, dove esistono basi militari statunitensi e dove cresce il narcotraffico, ma che indubbiamente non sono nella lista.
“Per essere approvati dagli USA dobbiamo essere governi pro capitalisti e pro imperialisti, ma dato che siamo anti capitalisti e anti imperialisti, andiamo male nella lotta al narcotraffico”, ha denunciato il mandatario.
Morales ha ricordato che il modello di lotta contro le droghe della Bolivia avanza da quando l’Agenzia nordamericana anti narcotici – DEA- è stata espulsa dal paese nel 2008.
“Ora la Bolivia è riconosciuta e rispettata nel mondo”, ha detto ancora il presidente.