Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba non solo si mantiene totalmente, ma è divenuto più duro per il rafforzamento del carattere extraterritoriale delle misure.
Una dichiarazione dell’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba -UNJC- lo denuncia condannando il crudele assedio del governo nordamericano all’Isola, soprattutto in ambito bancario, che provoca serie difficoltà allo sviluppo integrale dell’Isola.
Il documento segnala che i fatti dimostrano il crescente uso dell’arma finanziaria come strumento della politica estera degli Stati Uniti contro paesi che si contrappongono ai loro interessi ed anche contro i loro stessi alleati.
L’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba sostiene che i blocchi sono classificati come azioni di genocidio in virtù della Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione di Delitto di Genocidio del 1948, e un’azione di guerra economica in conformità della Dichiarazione relativa al Diritto della Guerra Marittima, adottata nella Conferenza Navale di Londra del 1909.
Indubbiamente Cuba e gli Stati Uniti non sono in guerra, e mai dal territorio cubano sono state organizzate o eseguite aggressioni militari contro gli USA e non sono state fomentate azioni di terrorismo contro il popolo statunitense, ha indicato la UNJC.
Nella Dichiarazione si legge: Il blocco non solo trasgredisce i diritti umani del popolo cubano, ma anche il diritto sovrano di tutti i paesi del mondo d’avere relazioni con Cuba senza timore di punizioni , e ugualmente questa misura violenta il diritto internazionale, i propositi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e le norme del Libero Commercio.
La UNJC ha reiterato i suoi ringraziamenti alle associazioni di colleghi che in tutto il mondo esigono l’eliminazione di questa politica illegale, genocida e al di fuori del tempo, che non impedirà mai però al popolo cubano di difendere la sua sovranità e il suo diritto di scegliere liberamente il suo futuro.