Cuba ha domandato lunedì 3 ottobre nelle Nazioni Unite un atteggiamento trasparente dei governi nello scontro al terrorismo lontano da un utilizzo con fini politici e la manipolazione.
Nel suo intervento nella VI Commissione dell’Assemblea Generale, il comitato che si occupa dei temi legali nella ONU, la diplomatica Tanieris Diéguez ha segnalato che comunità internazionale non può accettare l’uso della lotta antiterrorista come uno strumento per aggredire gli Stati sovrani o commettere flagranti violazioni dei diritti umani.
La funzionaria cubana ha ricordato che la Carta dell’Organizzazione e del Diritto Internazionale sono schiacciati quando alcuni paesi accedono alla pratica di finanziare, appoggiare o promuovere azioni sovversive e di cambio di regime contro altri.
“Inoltre si violano questi principi con messaggi d’intolleranza e odio contro altri popoli, culture o sistemi politici mediante l’utilizzo delle moderne tecnologie dell’informazione e le comunicazioni”, ha avvisato.
La Diéguez ha reiterato che L’Avana condanna qualsiasi vincolo del terrorismo con religioni, nazionalità, civiltà o gruppi etnici, e condanna anche il flagello in tutte le sue forme e manifestazioni, così come le azioni destinate a promuoverlo, appoggiarlo, finanziarlo o coprirlo.
“Lo scontro al terrorismo dev’essere totale, diretto e centrato nella prevenzione con azioni concrete per sradicare le cause alla radice”, ha sottolineato la diplomatica nella Sesta Commissione, che ha iniziato lunedì 3 le sue riunioni nel 71º Periodo di Sessioni dell’Assemblea Generale.
Poi ha ricordato che Cuba è uno dei paesi più colpiti dal terrorismo, come risultato del suo impegno di difesa dell’indipendenza e la dignità.
L’Isola ha sofferto per decenni attacchi di questa natura, con un saldo di 3.478 morti e 2.099 mutilati, ha precisato la rappresentante dell’Isola.
La Diéguez ha affermato che il popolo di Cuba non dimentica che è sempre libero il terrorista Luis Posada Carriles, responsabile dell’esplosione di un aereo della Cubana de Aviación con 73 esseri umani a bordo, il 6 ottobre del 1976. Nonostante la sua confessione e il reclamo d’estradizione che pesa su di lui dal Venezuela dove scappò da un carcere nel 1985, Posada Carriles vive libero, impunemente negli Stati Uniti