Dopo una mezzora di guida con difficoltà, sotto la pioggia e con un zig zag imposto dagli alberi sradicati dall’uragano Matthew, tanti che sono incalcolabili nel municipio, sentiamo lontani i suoni delle motoseghe.
“Sono là”, si rallegra con entusiasmo José M. Correa, il fotografo della compagnia, ed indica con il suo indice destro a nord –ovest, verso l’accampamento El Rosquito, vicino alla comunità Los Arados.
Pochi minuti dopo, seguendo il caratteristico rumore, con quello delle asce e dei machetes che tagliano gli alberi, troviamo quello che stavamo cercando ansiosamente: le due brigate di lavoratori forestali di Granma che hanno iniziato il recupero del caffè a Maisí, il prodotto alla base dell’economia del caldo municipio, dal quale dipende buona parte delle famiglie.
I due gruppi sono giunti dalla notte di domenica 9, con la missione specifica di liberare le piantagioni di caffè dagli alberi che vi sono crollati sopra.
È bastata la prima mezza giornata di lavoro per valutare l’esperienza e la dedizione di questi 21 lavoratori che appartengono alle imprese agricole e forestali Batalla de Guisa y Ataque a Bueycito.
In questo breve periodo hanno recuperato un ettaro coltivato nella fattoria di Wílder Tuz Abad.
“Staremo qui tutto il tempo necessario, perché i danni alle coltivazioni sono colossali e il loro recupero richiede tempo e molto lavoro”, hanno affermato Alexánder Espinosa Aguilar e Alexánder Tamayo Martínez, che guidano queti gruppi.
“Osservate la quantità di alberi che abbiamo segato e separato dalle piante di caffè che non si vedevano più, schiacciate da quelli. Come vedete si definiscono già bene le divisioni di un campo di tre anni”, hanno coinciso i due ingegneri agronomi.
“Siamo venuti a Maisí sapendo che ci aspettava un lavoro duro, in condizioni di vita difficili e per tutto il periodo necessario. Per questo quando voi siete arrivati – si riferisce al gruppo dei giornalisti – ci avete visto lavorare sotto la pioggia”, dice Yuniel Suárez Moreno, operatore della motosega.
È deciso come Yuniel, e come il resto delle due brigate anche Rey Elías González, che con la motosega in mano, assicura che in qualsiasi circostanza realizzeranno l’impegno assegnato.
“Ci stimola l’esempio degli abitanti di Maisí, molti dei quali hanno praticamente perduto tutto e non si abbattono, ma sono ottimisti e fiduciosi nella Rivoluzione”.
Tuz Abad, valuta gli aiuti che riceve come una benedizione ed ha stimato in vari anni lo sforzo che avrebbe dovuto fare per recuperare da solo la sua fattoria. “Con questi uomini e con le macchine che hanno portato, spero che in pochi giorni i miei 2.5 ettari di piante di caffè stiano di nuovo crescendo”, ha detto.
I DANNI ALL’AGRICOLTURA
“I venti e le piogge del Matthew hanno distrutto totalmente l’agricoltura della zona. Hanno danneggiato 4940 ettari coltivati a caffè, hanno provocato la perdita di 86.000 latte ( metodo di misura del caffè)che esistevano nelle piantagioni e di 150.000 piantine nei vivai”.
“Inoltre hanno danneggiato decine di tonnellate di caffè già raccolto, hanno distrutto il tetto dei sette punti per spolpare e dei centri di beneficio secco, situati a Punta de Maisí e Punta Caleta”, dettaglia Danny Matos Bravet, direttore generale dell’Impresa Agroforestale nel municipio.
“Sono stati colpiti 570 ettari coltivati a cacao ed è perduta tutta la produzione per il raccolto di circa 20 tonnellate; si sono bagnate altre 25 tonnellate per la scomparsa del tetto dei magazzini dove si proteggevano anche con i teli”, ha aggiunto.
“Il danno dell’uragano alla foresta è stato enorme: ha sradicato migliaia di alberi, palme da cocco, piante di agrumi e di altra frutta. Oggi è davvero difficile trovare un albero con le foglie a Maisí”, ha commentato.
E se i venti sono stati capaci di sradicare le palme da cocco e alberi poderosi come i júcaros e gli algarrobos, si può immaginare cosa è avvenuto con le banane… la seconda coltivazione più importante del municipio, partendo dalle estese intersezioni con il caffè.
Detto in un altro modo, oggi in tutta la geografia di Maisí è impossibile vedere una pianta di banane in piedi.
LA STRATEGIA DEL RECUPERO
“Nei casi del caffè e del cacao abbiamo pensato d’iniziare il recupero nelle aree con le piantagioni in sviluppo, cioè quelle dove ci sono piante seminate da uno a quattro anni. I germogli che si sono salvati dai danni del ciclone si destineranno alla nuova semina di queste aree” ha informato il direttore generale dell’Impresa Agroforestale.
“Poi centreremo gli sforzi nel riscatto delle piante adulte meno danneggiate, quelle che hanno subito danni peggiori e che superano 20 anni di produzione saranno rinnovate”.
“Per realizzare questi compiti, ha ampliato Danny, disponiamo sino ad oggi di sei brigate provenienti da Santiago di Cuba e Granma, equipaggiate con moto seghe e altri macchinari. A loro si sommano due brigate del municipio.
Cafetales de Cantillo, Santa Martha, La Máquina, Los Arados e Vertientes per il momento sono i luoghi di lavoro”.
Il direttore ha assicurato che aspettava l’arrivo del primo carico di tegole per riparare le installazioni, iniziando dall’accampamento dell’Esercito Giovanile del Lavoro, i mercati agricoli e i punti di vendita.
“Da diversi giorni si pone negli essiccatoi il grano bagnato dalla pioggia”, ha detto Matos Bravet ed ha informato che sono stati richiesti fertilizzanti, erbicidi ed altri prodotti con il fine di destinarli al recupero delle aree di caffè e cacao, ed ha aggiunto che hanno ricevuto strumenti per il lavoro, come le asce, motoseghe, machetes, lime, picconi e pale.
“Per risarcire la mancanza di banane è stato disegnato un piano emergente di semina di coltivazioni varie a ciclo corto, come zucche, patate dolci e ortaggi, con altre azioni nella tappa di recupero che riguardano il termine della falegnameria di Santa Martha, per l’utilizzo di tutto il legname degli alberi abbattuti da Matthew” ha terminato di dirigente del settore.
Evidentemente, il settore agricolo e dell’allevamento di Maisì necessita un uragano di lavoro, di pensieri, di azioni e di risorse per riparare i colossali danni provocati dal ciclone e in questo impegno soffiano giá i primi venti.
RIPRESE LE LEZIONI A GUANTANAMO
Le lezioni dell’attuale corso scolastico, interrotte dal 2 ottobre in questa provincia per via del passaggio dell’uragano Matthew, sono ricominciate in sei dei dieci municipi.
Le classi sono reiniziate a Guantánamo, Manuel Tames, Yateras, El Salvador, Niceto Pérez e a Caimanera, ha informato Mercedes Guerra Sobrado, vice direttrice generale d’Educazione.
La funzionaria ha spiegato che le lezioni sono riprese nelle abituali installazioni eccetto che nel caso della scuola Frank País, ubicata ad Arroyo del Medio, Yateras, che non si può riaprire.
Gli studenti interni di questi municipi stanno tornando ai loro centri in dipendenza dai trasporti pianificati.
Per oggi mercoledì è prevista la ripresa delle classi in Imías e San Antonio del Sur, per le quali è necessario l’utilizzo di alcune case e istituzioni statali, oltre all’assimilazione di iscritti in altri centri per studenti.
“Non è ancora stata definita la data dell’inizio delle classi a Maisí e a Baracoa, per via della gravità dei danni, ma si lavora in modo accelerato per realizzare questo obiettivo”, ha detto Mercedes Guerra Sobrado.
In questa provincia orientale sono state danneggiate 290 scuole in grado differente e si lavora per la loro ristrutturazione nel più breve tempo possibile.