Cuba ha difeso qui una riforma profonda e vera che trasformi il Consiglio di Sicurezza della ONU in un organo efficace, trasparente, rappresentativo e democratico.
In un dibattito nell’Assemblea Generale su un’equa rappresentazione nel Consiglio, l’ambasciatore Humberto Rivero, ha reiterato il sostegno dell’Isola agli sforzi per accelerare i negoziati sulla riforma, ed ha ricordato che il tema è stato nell’agenda per più di due decenni.
“Dobbiamo continuare a chiedere d’aggiustare il Consiglio di Sicurezza all’evoluzione delle relazioni internazionali e delle Nazioni Unite degli ultimi decenni”, ha detto.
Il diplomatico ha segnalato che l’Articolo 24 della Carta della ONU riflette le responsabilità dell’organo di 15 membri, che agisce a nome di tutti gli Stati che formano l’organizzazione, ma indubbiamente molti paesi non si sentono rappresentati attraverso le sue decisioni.
“Cuba reitera che il lavoro del Consiglio è una responsabilità collettiva, di tutti gli Stati membri, ai quali si deve garantire la vera partecipazione nel lavoro e alla presa delle decisioni”, ha sottolineato.
Rispetto alla questione della grandezza dell’organo con il mandato di vegliare per la pace e la sicurezza internazionali, Rivero ha precisato che le tornate di discussioni svolte sembrano confermare che la stragrande maggioranza dei governi appoggia un ampliamento nelle due categorie: gli scanni permanenti e i rotatori.
“Inoltre contano su un forte appoggio per l’eliminazione del diritto al veto e l’approvazione definitiva delle Regole di Procedimento, con il rispetto della gestione dell’Assemblea Generale”, ha aggiunto.
L’operato del Consiglio di Sicurezza ha ricevuto negli ultimi anni molte critiche, soprattutto dalle nazioni del sud per l’uso dell’anacronistico veto che possono usare solo le cinque potenze con scanno fisso : Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito Francia), per i segreti e le interferenze nel lavoro dell’ Assemblea.
Rivero ha sostenuto che l’Isola favorisce un incremento amplio dei membri dell’organo con 25–26 paesi che possano rettificare l’ingiustificata mancanza di rappresentanti degli Stati in via di sviluppo in questa istanza.
I nuovi membri, sia permanenti che non, dovrebbero avere esattamente gli stessi doveri e prerogative, includendo il veto se non lo si potrà eliminare, cosa che Cuba invece sostiene.
L’ambasciatore ha esposto nel Forum che Cuba aspira a un Consiglio trasparente nel quale le consultazioni a porte chiuse siano eccezione e non regola e non invadano i temi corrispondenti all’Assemblea Generale e ad altri organi delle Nazioni Unite.
“Noi aspiriamo ad un accordo immediato e comprendiamo perfettamente le complessità e le sensibilità di questo processo che necessiterà tempo, sforzi e soprattutto spirito di flessibilità nei negoziati,” ha affermato ancora.