Gli ingrati

prodotto dell’analfabetismo politico sulla Rivoluzione Cittadina

Edmundo Vera Manzo http://www.eltelegrafo.com.ec

el_analfabeto_politico‘Ingrato’ chiamiamo il comportamento di certe persone che si risentono e si rifiutano di riconoscere un favore, un aiuto ricevuto od un servizio pubblico che è stato realizzato e garantito da un governo o partito politico, in questo caso, dalla Rivoluzione Cittadina, e che si spiega come prodotto dell’analfabetismo politico.

L’ingrato riceve attenzione, un beneficio, dai parte dei propri genitori, insegnanti, amici o un buon servizio pubblico come se fosse un obbligo, un diritto, senza che senta il dovere etico con la sua coscienza e la forza morale pubblica di esprimere per lo meno grazie, restituendo agli altri “la stessa cortesia quando sia necessario farla”.

Per Immanuel Kant, ci sono persone che apprezzano un favore od un servizio ricevuto e altri che mai perdonano l’averla ricevuta. La presenza della persona o dell’istituzione ricorda loro il fatto, e senza che nessuno glielo rinfacci, non possono sopportarlo nel fondo della contorta anima. Questi sono gli ingrati, persone a cui gli si stese la mano e finirono mordendola.

L’analfabetismo politico degli ingrati non permette loro di prendere coscienza della loro situazione. Tra i vari analfabetismi: educativo, tecnologico, digitale, culturale, il peggiore è il politico, e ancor più grave quando, nel nostro paese, ci sono i cambiamenti prodotti dalla Rivoluzione Cittadina senza essere valutati e neppure riconoscono le conquiste sociali raggiunte, non sanno fare comparazioni della loro situazione personale con il passato, dieci anni fa come vivevano e vivono i vari settori della società ecuadoriana, con ciò che accade nel resto dell’America Latina e degli altri continenti.

Con l’analfabetismo educativo non siamo capaci di leggere e scrivere, con l’analfabetismo digitale non sfruttiamo l’oceano di conoscenza che fornisce internet ed i molteplici strumenti di comunicazione elettronica, l’analfabetismo tecnologico non ci consente di ottenere posti di lavoro dignitosi, con l’analfabetismo culturale non sentiamo l’orgoglio dei valori storici che si hanno; con l’analfabetismo politico non ci rendiamo conto del valore dei prodotti del paniere familiare, della situazione economica, dei servizi sociali, dei poteri che dominano e governano la comunità ed i paesi.

Secondo Bertolt Brecht: “Il peggiore analfabeta è l’analfabeta politico. Non sente, non parla, non partecipa agli eventi politici. Non sa il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pane, della farina, dell’abbigliamento, delle scarpe e delle medicine dipendono da decisioni politiche. (…) L’analfabeta politico è talmente asino che si inorgoglisce e si gonfia il petto dicendo che odia la politica. L’imbecille non sa che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il bambino abbandonato, l’assalitore ed il peggiore dei banditi che è il politico corrotto ed il lacchè delle società nazionali ed internazionali”.

Molti i giovani ed i cosiddetti della generazione del millennio, si trovano nel limbo chiusi nel loro mondo egocentrico e dei loro sogni fantastici. Tanti adulti di varie età vivono preoccupati per i loro debiti con le carte di credito sotto pressione dalla società del consumo. Non si riconosce che quasi tutti abbiamo maggiori redditi e servizi pubblici rispetto a prima.

Credono che col governo della Rivoluzione Cittadina ci troviamo male ed il loro analfabetismo politico non gli permette di conoscere, confrontare e almeno riconoscere che ci troviamo molto meglio di dieci anni fa, meglio della maggior parte dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi, superiore ad un terzo dei paesi europei, meglio della metà dei paesi asiatici e di gran lunga superiore a quasi tutti i paesi africani. Poiché non vi è peggior cieco di chi non vuol vedere, solo gli analfabeti politici e gli ingrati non possono riconoscere la situazione rilevanti dell’Ecuador attuale nel contesto mondiale.

Los malagradecidos, producto del analfabetismo político sobre la Revolución Ciudadana

Edmundo Vera Manzo

‘Malagradecido’ llamamos a la conducta ingrata de determinadas personas a quienes les molesta y se niegan a reconocer un favor, una ayuda recibida o un servicio público que ha sido realizado y garantizado por un gobierno o partido político, en este caso, por la Revolución Ciudadana, y que se explica como producto del analfabetismo político.

El malagradecido recibe una atención, un beneficio, de parte de sus padres, maestros, amigos o un buen servicio público como si fuera una obligación, un derecho, sin que sienta el deber ético con su conciencia y la entereza moral pública de expresar por lo menos gracias, devolviendo a los demás “la misma gentileza cuando sea necesario hacerla”.

Para Immanuel Kant, hay personas que agradecen un favor o un servicio recibido y otros que jamás perdonan el haberlo recibido. La presencia de la persona o de la institución les recuerda el hecho y, sin que nadie les saque en cara, no pueden soportarlo en el fondo de su alma retorcida. Esos son los malagradecidos, personas que se les extendió la mano y terminan mordiéndola.

El analfabetismo político de los malagradecidos no les permite tomar conciencia de su situación. De los diversos analfabetismos: el educativo, tecnológico, digital, cultural, el peor es el político, y más grave cuando en nuestro país existen los cambios producidos por la Revolución Ciudadana sin ser valorados y tampoco reconocer las conquistas sociales alcanzadas, no saben hacer comparaciones de su situación personal con el pasado, hace diez años cómo vivían y viven los diversos sectores de la sociedad ecuatoriana, con lo que acontece en el resto de países de América Latina y los otros continentes.

Con el analfabetismo educativo no somos capaces de leer y escribir, con el analfabetismo digital no aprovechamos el océano de conocimientos que proporciona internet y las múltiples herramientas de comunicación electrónica, el analfabetismo tecnológico no nos permite obtener trabajos dignos, con el analfabetismo cultural no sentimos orgullo de los valores históricos que se tiene; con el analfabetismo político no nos damos cuenta del valor de los productos de la canasta familiar, de la situación económica, de los servicios sociales, de los poderes que dominan y gobiernan a la comunidad y países.

De acuerdo con Bertolt Brecht: “El peor analfabeto es el analfabeto político. No oye, no habla, no participa de los acontecimientos políticos. No sabe que el costo de la vida, el precio de los frijoles, del pan, de la harina, del vestido, del zapato y de los remedios, dependen de decisiones políticas. (…) El analfabeto político es tan burro que se enorgullece e hincha el pecho diciendo que odia la política. No sabe el muy imbécil que de su ignorancia política nace la prostituta, el menor abandonado, el asaltante y el peor de los bandidos, que es el político corrupto y el lacayo de las empresas nacionales e internacionales”.

Muchos jóvenes y los llamados de la generación milenio se encuentran en el limbo encerrados en su mundo egocéntrico y sus sueños fantásticos. Bastantes adultos de diferentes edades viven preocupados de sus deudas con las tarjetas de crédito presionados por la sociedad de consumo. No se reconoce que casi todos tenemos mayores ingresos y servicios públicos que antes.

Creen que en el gobierno de la Revolución Ciudadana nos encontramos mal y su analfabetismo político no les permite conocer, comparar y menos reconocer que nos encontramos mucho mejor que hace diez años, mejor que la mayoría de los países de América Latina y el Caribe, superior a un tercio de los países europeos, mejor que la mitad de los países asiáticos y muy superior a casi la totalidad de los países africanos. Como no hay peor ciego que el que no quiere ver, solamente los analfabetos políticos y los malagradecidos no pueden reconocer la situación relevante del Ecuador actual en el contexto mundial.

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