Harold Cardenas Lema https://jovencuba.com
Fidel Castro è il paradigma del rivoluzionario nel XX secolo ed uno degli uomini più influenti del mondo. Affrontò gli USA e trionfò, vide un presidente USA dopo l’altro schiantarsi contro il suo simbolo. Visse a modo suo ed è morto come un riverenziato statista. Conoscendo Donald Trump, il suo attacco contro il guerrigliero cubano sembra più il bullismo infantile del bullo geloso che un presidente che rappresenta centinaia di milioni di persone. Ma questi sono i colori do Trump, non indugiamo a lungo nel riconoscerli.
Il futuro presidente USA ha l’opzione che non ha avuto nessuno dei suoi predecessori: stabilire una relazione di rispetto con Cuba sulla base di differenze reali. La più difficile era rompere il ghiaccio, il maggior costo politico lo assunse l’amministrazione Obama. Trump potrebbe fare degli USA una nazione migliore all’emendare un errore di mezzo secolo, ma non sembra interessargli. Invece si è burlato del dolore della maggioranza dei cubani per fare un ridicolo favore a una minoranza marcata dal risentimento.
La descrizione superficiale che fa il milionario su Cuba, scompare con ogni crociera che raggiungere l’isola, con il passare del tempo che dissipa l’odio accumulato in Florida, con nuove generazioni che sognano un rapporto normale da ogni odio bordo. Fidel Castro non ha bisogno dell’approvazione di Donald Trump neppure i cubani. Abbiamo visto passare un politico dopo l’altro con lo stesso discorso, l’unico che ottenne rispetto tra noi fu Obama, anche tra la differenza e l’assurda permanenza di interventismo.
Gli USA sono una nazione bipolare che a Cuba, di solito, mostra il suo lato peggiore. In un momento di speranze di avvicinamento, in cui Obama invia un messaggio rispettoso di tristezza per la dipartita di un leader, in cui si dovrebbe almeno rispettare il dolore altrui, Trump commette una bassezza del genere. Ma mentre alcuni si dedicanol a distruggere, ci saranno sempre quelli che costruiscono ponti e promuovono il senso comune, da entrambi i lati.
Trump parla e mostra i suoi colori dall’offesa alla mancanza di rispetto per i sentimenti degli altri. Ma parafrasando il Comandante, quando un popolo energico e virile piange, i suoi avversari tremano. Sarà una settimana di lutto e omaggio, dopo sapremo litigare con il bullo di turno.
Los colores de Donald Trump
Por: Harold Cárdenas Lema
Fidel Castro es el paradigma del revolucionario en el siglo XX y uno de los hombres más influyentes del mundo. Se enfrentó a Estados Unidos y triunfó, vio un presidente norteamericano tras otro estrellarse contra su símbolo. Vivió en sus propios términos y murió siendo un estadista reverenciado. Conociendo a Donald Trump, su arremetida contra el guerrillero cubano parece más el bullying infantil del abusón con celos, que un mandatario representando cientos de millones de personas. Pero esos son los colores de Trump, no demoramos mucho en reconocerlos.
El futuro presidente de los Estados Unidos tiene la opción que no ha tenido ninguno de sus antecesores: establecer una relación de respeto con Cuba sobre la base de diferencias reales. Lo más difícil era romper el hielo, el mayor costo político lo asumió la administración de Obama. Trump podía hacer a EU una nación mejor el enmendar un error de medio siglo, pero no parece interesarle. En su lugar se ha burlado del dolor de la mayoría de los cubanos para hacerle un favor ridículo a una minoría marcada por el resentimiento.
La descripción superficial que hace el millonario sobre Cuba, se desploma con cada crucero que llega a la isla, con el paso del tiempo que va disipando el odio acumulado en la Florida, con nuevas generaciones que sueñan una relación normal desde cada orilla. Fidel Castro no necesita la aprobación de Donald Trump ni los cubanos tampoco. Hemos visto pasar un político tras otro con el mismo discurso, el único que ganó respeto entre nosotros fue Obama, incluso desde la diferencia y la permanencia absurda del injerencismo.
Estados Unidos es una nación bipolar que a Cuba por lo general muestra su peor cara. En un momento de esperanzas de acercamiento, en que Obama manda un mensaje respetuoso, de tristeza por la partida de un líder, en que se debería respetar al menos el dolor ajeno, Trump comete una torpeza así. Pero mientras unos se dediquen a destruir, siempre habrá los que construyan puentes y promuevan el sentido común, desde ambas orillas.
Trump habla y muestra sus colores desde la ofensa e irrespeto al sentimiento de otros. Pero parafraseando al Comandante, cuando un pueblo enérgico y viril llora, sus adversarios tiemblan. Será una semana de luto y homenaje, después sabremos lidiar con el abusón de turno.