Cinco Palmas si è di nuovo colorata di patriottismo e d’impegno. In questo sacro altare della Patria dove si rinnovò la speranza del trionfo e che fu un ponte verso la libertà definitiva, ieri, domenica 18, è stato assicurato che il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz continuerà dall’eternità a tracciare i destini della nazione.
A sei decenni dall’incontro delle truppe ribelli comandate da Fidel e da Raúl, è stata risaltata l’irremovibile fede nella vittoria del leader della Rivoluzione Cubana.
Presieduta dai Comandanti della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez e Guillermo García Frías, la cerimonia di ricordo si è svolta nel luogo di quei fatti a circa 30 chilometri dal capoluogo del municipio di Granma, Media Luna.
Valdés Menéndez, uno dei ribelli che parteciparono alla spedizione dello yacht Granma e protagonista dell’ultima tappa di lotta per la liberazione definitiva, ha ricordato quel che avvenne dopo la separazione forzata in Alegría de Pío, ed ha raccontato che dovettero affrontare la persecuzione nemica e la mancanza di conoscenza del terreno, che provocarono vere odissee e la perdita di 21 compagni oltre alla cattura di un altro gruppo.
Anche se la situazione era diventata sempre più difficile, non fu mai considerata l’opzione di rinunciare alla lotta, e questa tenacia sommata all’aiuto ricevuto dai contadini della zona, tra i quali Guillermo García Frías, rese possibile che 13 giorni dopo le truppe comandate da Fidel e da Raúl si ritrovarono nella fattoria di Mongo Pérez a Cinco Palmas.
Ricevendo il gruppo di Raúl e dopo un commovente abbraccio dei due fratelli, il Comandante in Capo si rese conto che quegli uomini avevano con sè munizioni ed armi ed esclamò emozionato: “Adesso sì che vinciamo la guerra”!
“Cinco Palmas per molte ragioni è un altare di ottimismo rivoluzionario e della fede nella vittoria”, ha sottolineato ancora Ramiro Valdés Menéndez.
Il giovane Alejandro Hidalgo, presidente della Federazione Studentesca Universitaria nella casa di alti studi di Scienze Mediche di Granma, ha ratificato l’impegno delle nuove generazioni di Cuba, con l’impronta degli eroi e dei martiri e la disposizione dei pini nuovi di perpetuare nella pratica quotidiana il legato del Comandante in Capo.
Tra canzoni, poesie, danze e rappresentazioni, è stato ricordato quell’avvenimento che ha segnato la rotta della Patria.
Erano presenti José Ramón Balaguer Cabrera, membro della segreteria del Comitato Centrale del Partito, e i membri del Comitato Centrale Federico Hernández e Suselys Morfa, primo segretario del Partito in Granma e prima segretaria del Comitato Nazionale dell’ Unione dei Giovani Comunisti, in quest’ordine.