Durante il 4° Vertice Latinoamericano degli Analisti di Sicurezza che si svolge in Colombia, Dmitry Bestuzhev, direttore della squadra di Investigazione ed Analisi di Kaspersky Lab, ha annunciato la scoperta di “Machete” una campagna diretta allo spionaggio di istituzioni militari, agenzie governative, agenzie di forza pubblica ed ambasciate di paesi latinoamericani, iniziata nel 2010 e perfezionata nel 2012.
Dopo l’analisi di un virus si è scoperto che questa campagna, ha colpito principalmente Venezuela, Ecuador, Brasile, Perù e Cuba in America Latina, ma anche paesi come Spagna, Svezia, Cina, Germania, Stati Uniti, Belgio, Russia, Francia e Malesia, benché si specificasse che gli attacchi in Russia estraevano unicamente informazioni delle ambasciate di paesi latinoamericani.
Machete ha infettato computer con sistemi operativi Windows, OSX e Linux, ed ha potuto intercettare tutto quello che si è scritto nella tastiera dei computer infettati, registrare l’audio col microfono, fotografare gli schermi, registrare la geo-localizzazione, fare fotografie con la video-camera, copiare i file ed inviarli ad un servitore remoto od un’USB speciale, oltre rubare l’informazione conservata nella valigetta dei computer attaccati.
Bestuzhev ha indicato che malgrado i servitori che sono stati infettati siano già stati disattivati, è possibile che lo spionaggio contro questi paesi continui attivo, perché il virus ha anche infettato molte memorie USB utilizzate dagli stessi impiegati governativi, “la campagna rimarrebbe disarticolata solo se tutti i programmi del virus fossero disattivati”, ha detto.
L’esperto ha detto che si ignora ancora l’identità degli aggressori, benché certe caratteristiche dimostrerebbero che sarebbe il governo di un paese in America Latina che può essere beneficiato con l’ottenimento di documenti di intelligenza militare, attività militare in generale, oltre ai movimenti diplomatici e decisioni governative che non sono stati dichiarati pubblicamente dai paesi colpiti.
con informazioni di Milenio testo e foto di Ana Estrada traduzione di Ida Garberi