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Con un totale di 106 a favore, l’Assemblea Nazionale venezuelana controllata dall’opposizione antischiavista, ha approvato la figura di ‘abbandono della carica’ del presidente Nicolás Maduro.
La manovra delle forze di opposizione, chiaramente ispirata al golpe istituzionale avvenuto in Brasile ai danni di Dilma Rousseff, era già stata provata l’anno passato. Tuttavia, il Parlamento in Venezuela non ha la facoltà di effettuare questa sorta di ‘giudizio politico’ contro il presidente.
Questa è stata la prima sessione presieduta dal nuovo presidente oppositore, Julio Borges, che aveva promesso di riattivare il processo di ‘impeachment’, dopo che la destra ha deciso di abbandonare il dialogo intavolato con il governo con la mediazione del Vaticano.
Il Tribunale Supremo di Giustizia attraverso un comunicato ha ribadito che l’Assemblea Nazionale venezuelana deve astenersi «dal continuare il procedimento di responsabilità politica contro il Presidente della Repubblica e, in definitiva, di approvare qualsiasi atto che vada oltre le sue attribuzioni costituzionali».
Ma l’ex presidente del Parlamento, ora deputato, Henry Ramos Allup, ha dichiarato che l’Assemblea continuerà a richiedere il giudizio politico contro Maduro, nonostante questo non sia nei poteri del Parlamento.
Il capogruppo del Blocco della Patria Hector Rodriguez – che raggruppa le forze chaviste in Parlamento – ritiene quanto accaduto «un tentativo fallito di colpo di Stato». Aggiungendo che il tentativo di destituire Maduro costituisce «una barbarie dal punto di vista giuridico e politico».
Il tentativo dell’opposizione golpista non ha alcun fondamento anche secondo Pedro Afonso del Pino, professore di Diritto Costituzionale, che intervistato da BBC Mundo osserva: «L’abbandono dell’incarico avviene quando il presidente ha smesso di esercitare le proprie funzioni. Se un presidente esercita male il potere o in maniera incostituzionale non significa abbia abbandonato l’incarico. (Maduro) Non ha smesso di esercitare la propria funzione».