Fabian Escalante Font https://lapupilainsomne.wordpress.com
La storia di Cuba durante gli ultimi 50 anni è piena di aggressione, crimini, blocchi, leggi assassine ed azioni terroristiche da parte USA.
Conoscere questi fatti, consente alle nuove generazioni di cubani poter affrontare con successo le politiche che il potente vicino del nord pianifica, sistematicamente, contro la nostra invitta Rivoluzione.
Una delle pagine di quella storia, è la chiamata “Operazione 40”, che nel suo agire, per più di un decennio, realizzò attività di ogni tipo contro Cuba: sovversive, terroriste, assassini, traffico di droga, di lobby nel Congresso USA, ecc … in cui furono coinvolti molti dei politici cubano-americani che hanno formato ciò che si definì “la mafia cubana di Miami”, uno dei cui rappresentanti fu Jorge Mas Canosa, collaboratore della famiglia del presidente George W. Bush e “leader” dei congressisti Lincoln Diaz-Balart, Ileana Ross, Marco Rubio, Robert Menendez e altri politicanti di Miami.
L’ Operazione 40 fu un meccanismo creato dalla CIA, nel 1960, per organizzare un sistema di controspionaggio diretto a scoprire ed eliminare gli agenti ed informatori dell’intelligence cubana a Miami, durante i preparativi dell’invasione della Baia dei Porci, aprile 1961, e che poi divenne una struttura di terrore e morte.
Nella testimonianza dell’Ispettore Generale della CIA, Lyman Kirkpatrick, alla commissione creata dal presidente Kennedy che indagò le cause del fallimento della Baia dei Porci, appare un ritratto della stessa: “Tuttavia in certi aspetti il “Fronte Rivoluzionario Democratico”, FRD [1] dimostrò essere uno strumento utile. Un esempio di questo fu il servizio di controspionaggio e sicurezza che, sotto stretto controllo del progetto, si convertì in una efficiente e preziosa unità di supporto del FRD per la base CIA a Miami ed al Progetto [2]. A metà del marzo 1961 questa organizzazione di sicurezza comprendeva 86 dipendenti, di cui 37 furono addestrati come ufficiali d’azione. Il servizio diplomò quattro corsi del proprio centro di addestramento, il cui istruttore capo era un poliziotto …. “
Da parte sua, José Raúl Varona González, uno dei mercenari catturati in Giron, capo dei servizi segreti militari della Brigata 2506 espresse negli interrogatori effettuati: “Nel marzo (1961), intorno al giorno 7, arrivò alla base di Retalhuleu (Guatemala) il senatore Vicente Leon a capo di 53 uomini dicendo che era stato inviato dall’ufficio di Joaquín Sanjenis, capo dell’intelligence civile, con una missione che diceva si chiamasse “Operazione 40”, che comprendeva l’intelligence civile all’interno delle città che sarebbe state occupate. Aggiunse che loro erano un gruppo speciale ed indipendente che non aveva nulla a che fare con la Brigata e che sarebbero stati la retroguardia occupando villaggi e città … La loro missione era di sequestrare gli archivi dei servizi segreti, edifici pubblici, banche, industrie e catturare capi e dirigenti in tutte le città ed interrogarli … Questi signori che componevano l’Operazione 40 furono selezionati da Joaquín Sanjenis nella città di Miami e portati in una fattoria vicina, dove fecero alcuni corsi e furono sottoposti alla macchina della verità… “
Come già accennato, il capo dell’operazione 40 era Jose Joaquin Sanjenis Perdomo, ex capo della polizia del Palazzo Presidenziale ai tempi di Carlos Prio ed i suoi più stretti collaboratori furono: Félix Gutiérrez, Orlando Piedra, Mariano Faget, Bernard Baker, Eugenio Hernández, Félix Rodríguez, Ignacio y Guillermo Novo, Luis Posada, Orlando Bosh, Ricardo Morales Navarrete, Virgilio Paz, José Dionisio Suarez, Alvin Ross, Pedro Luis Díaz Lanz, Frank Sturgis, Gerry Hemmings, Felipe Rivero ed altri che in seguito furono noti per le loro azioni criminali e terroristiche.
Tutti erano veterani dell’invasione mercenaria ed alcuni di loro, noti ufficiali dell’apparato repressivo della dittatura di Fulgencio Batista, che, come accennato in precedenza, tra le loro missioni fondanti c’era la sorveglianza della comunità cubana di Miami alla ricerca di agenti cubani, di sicuro con scarso successo. Poi, a Giron, vennero nelle ultime imbarcazioni come “squadrone della morte” con la missione di assassinare i leader rivoluzionari e catturare la documentazione degli eventuali collaboratori politici del governo.’
Dopo la sconfitta della Baia dei Porci, ritornarono alla tana e continuarono con la sorveglianza sulla comunità cubana ed inoltre ricevettero il compito, dalla CIA, di “liquidare” tutti coloro che risultavano sospetti, compresi esiliati di tendenza progressista, accusati di progettare un “comunismo senza Fidel”.
Nel 1963, vari di questi elementi parteciparono al complotto per assassinare il presidente Kennedy il 22 novembre, tra essi: Eladio del Valle, Herminio Diaz, Sergio rcacha, Antonio Veciana, Carlos Bringuier, Frank Sturgis, Gerry Hemmings, Orlando Bosh, Pedro Luis Diaz, David Morales e Howard Hunt.
Nel 1965 il gruppo si era ampliato a dismisura, riceveva dal governo, vale a dire dalla CIA, 2 milioni e mezzo di dollari ogni anno per finanziare le sue attività, oltre ad un ampio supporto logistico. I suoi compiti erano vari e si estendevano dall’organizzazione di “proteste” di fronte ad aziende, consolati o ambasciate relazionate a Cuba sino all’esecuzione di operazioni contro navi commerciali con destinazione o provenienti da Cuba.
Nel 1967, investigatori USA relazionarono molti di questi soggetti all’assassinio del candidato presidenziale Robert Kennedy.
In quegli anni, l’Operazione 40 dipendeva dalla Divisione Affari Interni della CIA, che veniva comandata da Tracy Barnes e Howard Hunt che la riorientarono al lavoro di controspionaggio a livello nazionale, in particolare sui cubani o nordamericani eventualmente correlati a Cuba, usurpando funzioni all’FBI. Un’altra missione prioritaria, allora, fu l’eliminazione fisica di leader politici ostili agli USA in Sud America o collaborare con le dittature locali come quella di Anastasio Somoza in Nicaragua e Alfredo Stroessner in Paraguay.
Parallelamente quasi dal suo inizio, il traffico di droga fu uno dei suoi prioritari “business”, approfittando degli uomini che erano disseminati per il continente e la rete di aerei, case di sicurezza che avevano in Florida, dove funzionari venali o ex collaboratori della guerra contro Cuba, prestavano i loro servizi per tali impieghi. Così si costruì un complesso ed efficiente “meccanismo” di trasferimento e distribuzione della droga su scala nazionale.
Nel 1967 l’Operazione 40 ricevette la missione di collaborare alla cattura e assassinio del Comandante Ernesto Guevara in Bolivia, per cui vari dei suoi agenti partirono per i diversi punti della geografia latinoamericana.
Luis Posada Carriles, con Ricardo Morales Navarrete, in Venezuela, fondava la DISIP (polizia segreta) responsabile della repressione del movimento rivoluzionario in quel paese e base operativa per il supporto alla lotta anti-guerrigliera; Antonio Veciana a La Paz, Bolivia, con una “copertura” negli uffici dell’USAID, partecipava ad un’importantissima missione che consisteva nello scoprire le zone dove operava la guerriglia del “Che”. Per questo, la CIA agevolò il contatto con una compagnia aerea, la “Mark Hurd Aerial Surveys Inc” usata in Vietnam ed altrove nel lavoro esplorativo sotto copertura. Notte dopo notte, partendo dalla base di Howard nel canale di Panama, realizzava misteriosi voli notturni per scoprire lo spostamento della guerriglia, per mezzo del calore che emettevano i loro corpi nelle notti fredde della regione o scoprire i loro necessari falò, provvisti di una nuovissima tecnologia destinata a tali scopi. Ogni film girato era urgentemente inviata in California, dove agenti della CIA andavano lentamente componendo i movimenti della colonna guerrigliera.
Questi piloti anche utilizzavano piccole piste di atterraggio che, alla loro epoca, furono costruite per la ricerca del petrolio, utilizzando radiotrasmettitori che servivano da fari per la navigazione. Inoltre, un distaccamento di ranger boliviani fu addestrato, nella zona del Canale di Panama, e diversi consiglieri di origine cubana, guidati da Felix Rodriguez Mendigutía e Gustavo Villoldo, si assegnarono con le informazioni raccolte per perseguire ed, infine, annientare i guerriglieri e assassinare il Che.
Nel 1970 i “pupilli” di Sanjenis, si dedicavano -secondo l’FBI- “intensamente al traffico di droga, in collaborazione con la famiglia mafiosa di Santos Trafficante”. A quel tempo, uno degli aerei cargo dell’Operazione 40 si schiantò nel sud della Florida,; l’FBI sequestrò, a bordo, diversi chilogrammi di cocaina ed eroina. Poco dopo, due membri dell’ Operazione 40, Juan Restoy e Alonso Pujols Jr, veterani della Baia dei Porci, furono arrestati per queste attività.
A quell’epoca, il Procuratore Generale USA John Mitchell dichiarò ai mezzi stampa che con tali catture si disarticolava una delle più importanti reti nazionali di trafficanti di droga, ma, sfortunatamente per il governo, Restoy “scappò” dal carcere e fu assassinato da sconosciuti, ciò che diede luogo a voci, nella comunità cubana, che fosse stato giustiziato perché nelle sue dichiarazioni non coinvolgesse la CIA nel contrabbando.
Sanjenis si “ritirò” nel 1972, dopo aver ricevuto una medaglia per i suoi servizi con la CIA, anche se vari informatori assicurarono che prima di consegnare i dossier delle sue attività li copiarono e poi si dedicarono all’estorsione di persone dell’esilio.
Nel 1974 l’FBI seppe che quattro cubani, dell’Operazione 40, si incontrarono a Las Vegas con il mafioso Anthony Spilotro della “famiglia” di Chicago che agendo dalla sua gioielleria, supervisionava gli affari dei suoi associati. La nuova missione di questi “liberatori” era organizzare una rete di distribuzione nel sud di Miami, sostenuta dal gangster Santos Trafficante. A sua volta, secondo il rapporto dell’FBI, questi cubani erano legati a Fernando Penabaz, che allora stava scontando una condanna federale per le stesse ragioni.
Nel 1974, poco dopo l’inizio del noto scandalo politico “Watergate”, dove 5 membri attivi dell’Operazione 40 [3] furono arrestati mentre collocavano microfoni negli uffici del Partito Democratico José Joaquín Sanjenis Perdomo morì di “morte naturale” e, cosa strana, alla sua famiglia non fu notificata la sua morte fin dopo le onoranze funebri.
Probabilmente, a causa della necessità di cancellare le tracce, la CIA, dopo il processo Watergate, frammentò l’Operazione 40 ed il suo “nucleo” -secondo l’FBI- fu distribuito in due direzioni: un distaccamento di 30 uomini si destinò ad un’unità speciale della DEA chiamata Deacon I, che sotto il comando del colonnello Lucien E. Conein, doveva “lottare contro il traffico di droga” con metodi “irregolari”, tra cui infiltrare, controllare ed eliminare, cioè assassinare, leader e boss chiave dei principali cartelli della droga in America Latina.
L’altro, guidato da Orlando Bosch, Luis Posada, Alvin Ross, José Dionisio Suárez, Felipe Rivero, i fratelli Novo Sampol, ecc, dovevano organizzarsi in una transnazionale del terrorismo, qualcosa che la CIA chiamò “Comando delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite” CORU, che si dedicò ad attaccare, assassinare diplomatici cubani ed attaccare aziende che commerciavano con Cuba, mentre regolavano i conti con tutti quegli esiliati della comunità che avessero posizioni morbide riguardo le relazioni con l’isola iniziando, a partire da allora, una campagna chiamata la “guerra per le strade del mondo” che, negli anni 70, seminò il terrore nel continente e nello stesso esilio cubano; causa di numerosi crimini di lesa umanità, il più noto, l’abbattimento di un aereo passeggeri cubano in pieno volo, il tutto con il pieno sostegno delle autorità USA, che facilitarono i mezzi e rifugio sicuro ai terroristi.
Allora, l’Operazione 40 si estinse alla data che, formalmente, segnalò la CIA o in una metamorfosi infinita, ancora vive ed agisce?
[1] Fronte Rivoluzionario Democratico, organismo politico di facciata della CIA, destinato ad agglutinare la colonia di esiliati cubaniguidato da Manuel Antonio de Varona Loredo.
[2] Progetto, così era denominato l’operazione per rovesciare il governo rivoluzionario.
[3] Bernard Baker, Frank Sturgis, Virgilio Paz, Eugenio Hernández y James Mc Cord
Operación 40
Por Fabián Escalante Font
La historia de Cuba durante los últimos 50 años está preñada de agresiones, crímenes, bloqueos, leyes asesinas y acciones terroristas por parte de Estados Unidos. Conocer aquellos hechos, posibilita a las nuevas generaciones de cubanos poder enfrentar con éxito las políticas que el poderoso vecino del Norte proyecta sistemáticamente contra nuestra invicta Revolución.
Una de las páginas de aquella historia, es la denominada “Operación 40”, que en su accionar por más de una década, realizó actividades de todo tipo contra Cuba: subversivas, terroristas, asesinatos, narcotráfico, cabildeos en el congreso norteamericano, etc… en las que se vieron involucrados muchos de los políticos cubano-americanos que han conformado lo que se denominó “la mafia cubana de Miami”, uno de cuyos representantes fue Jorge Más Canosa, colaborador de la familia del presidente George W. Bush y “líder” de los congresistas Lincoln Díaz Balart, Ileana Ross, Marco Rubio, Robert Menéndez y demás politiqueros miamenses.
La operación 40 fue un aparato creado por la CIA en 1960 para organizar un sistema de contrainteligencia dirigido a descubrir y eliminar a los agentes e informantes de la seguridad cubana en Miami, durante los preparativos de la invasión de Bahía de Cochinos, en abril de 1961 y que después devino en estructura de terror y muerte.
En el testimonio del Inspector General de la CIA Lyman Kirkpatrick a la comisión creada por el Presidente Kennedy que investigó las causas del fracaso de la invasión de Bahía de Cochinos, aparece un retrato de la misma:
“Sin embargo en ciertos aspectos, el “Frente Revolucionario Democrático”, FRD[1] demostró ser un instrumento útil. Un ejemplo de esto fue el servicio de contrainteligencia y seguridad que, bajo estrecho control del proyecto, se convirtió en una eficiente y valiosa unidad de apoyo del FRD a la base de la CIA en Miami y al Proyecto[2]. A mediados de marzo de 1961, esta organización de seguridad comprendía 86 empleados, de los cuales 37 fueron entrenados como oficiales de caso. El servicio graduó cuatro cursos de su propio centro de entrenamiento, cuyo jefe de instrucción era un policía….”
Por su parte, José Raúl Varona González, uno de los mercenarios capturados en Girón, jefe de inteligencia militar de la Brigada 2506 expresó en los interrogatorios realizados: “En el mes de marzo (1961), alrededor del día 7, llegó a la base de Retalhuleu, (Guatemala) el señor Vicente León al frente de 53 hombres diciendo que él había sido enviado por la oficina de Joaquín Sanjenis, jefe de la inteligencia civil, con una misión que decía se llamaba “operación 40”, la cual incluía la inteligencia civil dentro de las ciudades que serían ocupadas. Añadió que ellos eran un grupo especial e independiente que no tenía que ver en nada con la Brigada y que irían en la retaguardia ocupando pueblos y ciudades…Su misión era ocupar los archivos de los cuerpos de inteligencia, edificios públicos, bancos, industrias y capturar a los jefes y líderes en todas las ciudades e interrogarlos…. Estos señores que componían la operación 40 fueron seleccionados por el señor Joaquín Sanjenis en la ciudad de Miami y llevados a una finca cercana, donde tomaron unos cursos y fueron sometidos al detector de mentiras….”
Como ya se mencionó, el jefe de la operación 40 fue José Joaquín Sanjenis Perdomo, ex jefe de la policía del Palacio Presidencial en época de Carlos Prío y sus colaboradores más cercanos fueron: Félix Gutiérrez, Orlando Piedra, Mariano Faget, Bernard Baker, Eugenio Hernández, Félix Rodríguez, Ignacio y Guillermo Novo, Luis Posada, Orlando Bosh, Ricardo Morales Navarrete, Virgilio Paz, José Dionisio Suarez, Alvin Ross, Pedro Luis Díaz Lanz, Frank Sturgis, Gerry Hemmings, Felipe Rivero y otros más que posteriormente fueron conocidos por sus acciones criminales y terroristas.
Todos fueron veteranos de la invasión mercenaria y varios de ellos, oficiales destacados de los aparatos represivos de la dictadura de Fulgencio Batista, que como antes se refirió, entre sus misiones fundacionales estuvo la vigilancia de la comunidad cubana de Miami en busca de agentes cubanos, por cierto con muy poco éxito. Luego, cuando Girón, vinieron en las ultimas embarcaciones, como “escuadrón de la muerte” con la misión de asesinar a los líderes revolucionarios y capturar la documentación de los eventuales colaboradores políticos del gobierno.´
Después de la derrota de Girón, regresaron a la madriguera y continuaron con la vigilancia sobre la comunidad cubana y además recibieron la encomienda por la CIA de “liquidar” a todos aquellos que resultaran sospechosos, entiéndase exilados de tendencia progresistas, acusados de proyectar “un comunismo sin Fidel”.
En 1963, varios de sus elementos participaron en el complot para asesinar al presidente Kennedy el 22 de noviembre, entre los cuales se estaban: Eladio del Valle, Herminio Díaz, Sergio rcacha, Antonio Veciana, Carlos Bringuier, Frank Sturgis, Gerry Hemmings, Orlando Bosh, Pedro Luis Díaz, David Morales, y Howard Hunt.
En 1965 el grupo se había ampliado extraordinariamente, recibía del gobierno, es decir la CIA, 2 millones y medio de dólares anuales para financiar sus actividades, además de un amplio apoyo logístico. Sus tareas eran variadas y se extendían desde la organización de “protestas” frente a empresas, consulados o embajadas relacionadas con Cuba hasta la ejecución de operativos contra embarcaciones comerciales con destino o provenientes de la Isla.
En 1967, investigadores norteamericanos relacionaron a varios de estos sujetos con el asesinato del candidato a la presidencia Robert Kennedy.
En esos años, la Operación 40 dependía de la División de Asuntos Domésticos de la CIA, que comandaban Tracy Barnes y Howard Hunt quienes la reorientaron a labores de contrainteligencia a escala nacional, particularmente sobre cubanos o norteamericanos eventualmente relacionados a Cuba, usurpando funciones al FBI. Otra misión priorizada entonces, fue la eliminación física de líderes políticos hostiles a Estados Unidos en América del Sur o colaborar con dictaduras locales, como la de Anastasio Somoza en Nicaragua y Alfredo Stroessner en Paraguay.
Paralelamente casi desde sus inicios, el narcotráfico fue uno de sus “negocios” priorizados, aprovechando a los hombres que tenían diseminados por el continente y la red de aviones, casas de seguridad con que contaban en la Florida, donde funcionarios venales o ex colaboradores de la guerra contra Cuba, prestaban sus servicios para tales empeños. Así se construyó un complejo y eficiente “mecanismo” de traslado y distribución de drogas a escala nacional.
En 1967 la Operación 40 recibió la misión de colaborar con la captura y asesinato del Comandante Ernesto Guevara en Bolivia, de manera que varios de sus agentes partieron para diferentes puntos de la geografía latinoamericana.
Luis Posada Carriles, junto a Ricardo Morales Navarrete en Venezuela, fundaba la DISIP, (policía secreta) responsabilizada con la represión del movimiento revolucionario en ese país y base de operaciones para el apoyo para la lucha anti guerrillera; Antonio Veciana en la Paz, Bolivia desde una “cubierta” en las oficinas de la USAID, atendía una importantísima misión que consistía en descubrir las zonas donde operaba la guerrilla del “Che”. Para ello la CIA facilitó el contacto con una empresa aérea, la “Mark Hurd Aerial Surveys Inc” utilizada en Vietnam y otras latitudes en labores exploratorias bajo cubierta. Noche tras noche partiendo de la base Howard en el Canal de Panamá, realizaba misteriosos vuelos nocturnos para descubrir el desplazamiento de los guerrilleros, por medio del calor que emitían sus cuerpos, en las noches frías de la región o descubrir sus necesarias fogatas, provistos de una novísima tecnología destinada a esos fines. Cada película tomada era enviada urgentemente a California, donde los operativos de la CIA iban lentamente componiendo los movimientos de la columna guerrillera.
Estos pilotos también utilizaban pequeñas pistas aéreas, que en su época fueron construidas para la búsqueda de petróleo, utilizando radiotransmisores que servían de faros para la navegación. Adicionalmente, un destacamento de rangers bolivianos fue entrenado en la Zona del Canal de Panamá y varios asesores de origen cubano, capitaneados por Félix Rodríguez Mendigutía y Gustavo Villoldo, se destinaron con las informaciones recopiladas a perseguir y finalmente aniquilar a los guerrilleros y asesinar al Che.
En 1970 los “pupilos” de Sanjenis, se dedicaban –según el FBI—“intensamente al tráfico de estupefacientes en colaboración con la familia mafiosa de Santos Traficante”. En esa época, uno de los aviones a cargo de la Operación 40 se estrelló al sur de la Florida, ocupando el FBI varios kilogramos de cocaína y heroína a bordo. Poco después, dos integrantes de la Operación 40, Juan Restoy y Alonso Pujols Jr, veteranos de Girón, fueron aprendidos por estas actividades.
En ese tiempo, el Procurador General norteamericano John Mitchell declaró a los medios de prensa que con esas capturas se desarticulaba una de las más importantes redes nacionales de traficantes de drogas, pero, desafortunadamente para el gobierno, Restoy “escapó” de la cárcel y fue asesinado por personas desconocidas, lo que dio origen a un rumor en la comunidad cubana que había sido ejecutado para que en sus declaraciones no involucrara a la CIA en el contrabando.
Sanjenis se “retiró”, en 1972 luego de recibir una medalla por sus servicios a la CIA, aunque varios informantes aseguraron que antes de entregar los expedientes de sus pasadas actividades los copiaron y entonces se dedicaron a la extorsión de personas en el exilio.
En 1974 el FBI conoció qué 4 cubanos de la operación 40 se reunieron en las Vegas con el mafioso Antony Spilotro de la “familia” de Chicago quien actuando desde una joyería, supervisaba los negocios de sus asociados. La nueva misión de estos “libertadores” era organizar una red de distribución en el sur de Miami, respaldada por el gánster Santos Traficante. A su vez, según el informe del FBI, estos cubanos estuvieron relacionados con Fernando Penabaz, para entonces cumpliendo condena federal por iguales motivos.
En 1974, poco después de iniciado el conocido escándalo político de “Watergate” donde 5 miembros activos de la operación 40[3] fueron arrestados mientras colocaban micrófonos en las oficinas del Partido Demócrata José Joaquín Sanjenis Perdomo falleció de “muerte natural” y, cosa extraña, su familia no fue notificada de su deceso hasta después de las honras fúnebres.
Probablemente a causa de la necesidad de borrar las huellas, la CIA después del proceso de Watergate, disgregó la operación 40 y su “núcleo” –según el FBI– fue distribuido en dos direcciones, un destacamento de 30 hombres se destinó a una unidad especial de la DEA denominada Deacon I, que bajo el mando del coronel Lucien Conein, debía “luchar contra el narcotráfico” con métodos “irregulares”, entre los que se encontraban infiltrar, controlar y eliminar, es decir asesinar, a los líderes y capos claves de los principales carteles de la droga en Latinoamérica.
La otra, encabezada por Orlando Bosh, Luis Posada, Alvin Ross, José Dionisio Suarez, Felipe Rivero, los hermanos Novo Sampol etc, debían organizarse en una transnacional del terrorismo, algo que la CIA denomino “Comando de Organizaciones Revolucionarias Unidas” CORU, el cual se dedicó atacar, asesinar diplomáticos cubanos y atacar empresas que comerciaban con Cuba, al tiempo que ajustaba las cuentas a todos aquellos exilados de la comunidad que tuvieron posiciones blandas con respecto a las relaciones con la Isla, iniciando a partir de entonces, una campaña denominada la “guerra por los caminos del mundo” que en los años setenta sembró el terror en el Continente y en el mismo exilio cubano; causante de números crímenes de lesa humanidad, el más conocido, el derribo de un avión cubano de pasajeros en pleno vuelo, todo ello, con el pleno respaldo de las autoridades norteamericanas, que facilitaron los medios y refugio seguro a los terroristas.
Entonces, ¿la operación 40 se extinguió en la fecha que formalmente señaló la CIA o en una metamorfosis infinita, aún vive y actúa?
[1] Frente Revolucionario Democrático, organismo político pantalla de la CIA, destinado a aglutinar a la colonia de exilados cubanos liderado por Manuel Antonio de Varona Loredo.
[2] Proyecto, así era denominado la operación para derrocar al gobierno revolucionario.
[3] Bernard Baker, Frank Sturgis, Virgilio Paz, Eugenio Hernández y James Mc Cord