L’Honduras è il paese più pericoloso per i difensori dell’ambiente: lo denuncia un rapporto pubblicato dalla ONG internazionale che documenta i crimini contro gli ecologisti nel mondo), che denuncia che alti politici e le cupole di imprenditori dell’Honduras sono vincolati alla violenta repressione degli attivisti che difendono le loro terre.
L’organizzazione precisa che 123 ecologisti sono stati assassinati nel paese dal 2010.
Global Witness segnala che gli attivisti vengono uccisi perchè protestano contro lo spoglio o la distruzione delle loro terre, dei loro boschi e dei loro fiumi e tra costoro si conta la nota attivista indigena Berta Cáceres, il cui omicidio nel 2016 è stato il primo a provocare uno scandalo internazionale.
Femminista, in difesa degli indigeni, attivista dei diritti umani, ambientalista, all’opposizione del governo, leader del non statale Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras, Berta Cáceres è stata uccisa con una sparatoria il 3 marzo del 2016 in casa sua, nel sud occidentale dipartimento di Intibucá.
I conflitti per le miniere, le dighe idroelettriche e l’ agroindustria sono le cause principali di queste uccisioni e la maggioranza delle vittime appartiene a gruppi indigeni e a comunità rurali, dice il testo.
Un elemento parallelo alla crisi che soffrono gli ambientalisti è la mancanza di sicurezza che esiste per gli honduregni.
L’Osservatorio della Violenza della statale Università Nazionale Autonoma dell’ Honduras ha informato il quotidiano El Pais che le sue proiezioni preliminari rivelano che nell’anno scorso ci sono stati 5.154 omicidi con un tasso annuale di 59.1 assassinati per ogni 100.000 abitanti e che il 2015 era terminato con 5.148 casi e una media di 60 uccisi per ogni 100.000 persone.
Ricordando che Honduras è coperto di boschi ed è ricco di minerali, il rapporto puntualizza che il beneficio della ricchezza naturale lo sfrutta solo una ridotta percentuale della società.
Honduras ha i più alti livelli di disuguaglianza di tutta l’America Latina e sei su dieci famiglie della zona rurale vivono in condizioni di miseria, con meno di 2.50 dollari USA al giorno.