L’ex congressista colombiano Odín Sánchez è stato liberato ieri, 1 febbraio, dall’insorgente Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e consegnato ad una commissione umanitaria che lo ha portato a Quibdó, capitale del dipartimento di Chocó, hanno confermato le fonti ufficiali.
Questo gesto costituisce uno dei passi accordati dal governo e dall’ ELN per iniziare dialoghi formali a Quito, in Ecuador, dal prossimo martedì, alla ricerca di un’uscita civile al conflitto tra le due parti.
Come previsto, sono usciti di prigione due guerriglieri di questo movimento ribelle, condannati per ribellione, ha informato PL.
Il presidente Juan Manuel Santos esigeva come condizione per sedersi a parlare con il ELN la liberazione di Sánchez, mentre questa guerriglia ha sollecitato l’ indulto per due dei suoi combattenti e la nomina dello stesso numero di gestori di pace (già effettuato dall’Esercito).
Dopo la firma della pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP), manca un patto similare con il primo gruppo, con il fine di realizzare quello che gli analisti e altre personalità hanno chiamato “uno scenario di distensione completo”.
Le riunioni nella capitale ecuadoriana avranno come guida un’agenda di sei punti e un’amplia partecipazione cittadina.
“Parallelamente allo spazio di dibattito, s’installerà una tavola umanitaria nella quale le delegazioni dovranno analizzare temi come il sequestro di cittadini da parte dell’ELN e la persecuzione per ragioni politiche”, ha anticipato il comandante guerrillero Pablo Beltrán.
“Ognuno esporrà lì i propri dolori e le preoccupazioni”, ha aggiunto.
Mentre il ELN vuole un cessate il fuoco, l’attuale amministrazione ha scartato per il momento questa alternativa per cui inizialmente le conversazioni si svolgeranno nel mezzo del confronto.
I politologi sostengono che nonostante i disaccordi attuali, le misure eseguite per realizzare il complesso processo dei negoziati con l’Esercito di Liberazione Nazionale saranno decisive.