Venezuela: accuse smentite dai risultati

Fabrizio Verde http://www.lantidiplomatico.it

trump maduro AL«La verità è invincibile e vedremo come svanirà questa infame aggressione. Adesso con forza maggiore renderemo irreversibile la nostra rivoluzione», con queste parole il vicepresidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Tareck El Aissami, risponde alle sanzioni arbitrarie e illegali comminategli dall’OFAC del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che lo accusa di legami con il narcotraffico. Il numero due del governo di Caracas ha inoltre aggiunto di avere «il morale alto, maggiore fermezza e convinzione antimperialista».

Intanto sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente Maduro, che ha segnalato come il Venezuela abbia aumentato la propria efficienza nella lotta al narcotraffico, da quando nel 2005 abbia provveduto all’espulsione dal territorio nazionale della Federal Drug Administration (DEA).

«Dal 2005 – ha spiegato Maduro – anno in cui il Venezuela ha espulso il cartello della droga chiamato DEA, sono state sequestrate in media 55,7 tonnellate di droga ogni anno, aumentando l’efficienza del 60%, con il riconoscimento internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU».

Evidenziando inoltre il ruolo svolto dal vicepresidente El Aissami che a quel tempo ricopriva il ruolo di Ministro degli Interni: «Tareck (El Aissami) riuscì, attraverso le operazioni Sierra, a ottenere che il Venezuela fosse dichiarato territorio libero dalle coltivazioni di droga (…) Il paese approva e applica una legge durissima, vengono catturati

102 capi dei cartelli, ricevendo riconoscimenti pubblici e note diplomatiche di altri paesi (Stati Uniti inclusi) dirette in particolare a Tareck; il paese viene adesso sanzionato da un governo burocratico in complicità con la più grande mafia della droga del pianeta che è la DEA».

All’infame aggressione, per utilizzare le parole di Tareck El Aissami, il Venezuela risponde anche sul piano diplomatico: il Ministro degli Esteri, Delcy Rodriguez, ha consegnato una nota di protesta all’incaricato d’affari degli Stati Uniti a Caracas, Lee McClenny, dove si condanna l’aggressione al vicepresidente esecutivo. Nella nota si esige «rispetto verso il Vicepresidente della Repubblica in conformità con la Convenzione di Vienna».

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