I salvadoregni laureati nelle università di Cuba sono fedeli all’impegno morale stabilito con il leader rivoluzionario Fidel Castro, di porre tutto il sapere appreso al servizio dello sviluppo sociale e dell’uguaglianza.
Una rappresentazione di laureati ha realizzato nel Centro culturale Nuestra America una riunione preparatoria dell’assemblea annuale, uno spazio concepito per lo scambio di esperienze, per realizzare azioni di solidarietà e unire le forze di fronte alle sfide comuni.
Per Sergio Quijada, laureato nella Scuola Internazionale di Educazione Fisica e Sport, l’obiettivo per avvicinarsi al popolo e aiutare da una prospettiva integrale, coinvolgendosi nei programmi sociali di prevenzione come Actívate.
Parlando con con Prensa Latina, Quijada ha risaltato la visione futurista di Fidel Castro, che capiva l’importanza e la portata dello sport e sia lui che i suoi compagni lottano per rompere stereotipi e inculcare abitudini di vita più sane in El Salvador.
Come lui, Javier Castillo si è laureato nel centro che si trova nella località cubana di San José de las Lajas, e ora lavora ad un programma di prevenzione della violenza che avanza nonostante tutti i tagli dei fondi e i pregiudizi.
«Alcuni settori ci sottovalutano, resistono al cambio, ma i laureati in Cuba non veniamo a sostituire, ma ad apportare le nostre conoscenze, ad aiutare, a trasformare e costruire un paese migliore per dare un obiettivo alle nuove generazioni», ha segnalato.
Jaime Gamara, dottore graduato nella Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), ha definito gli incontri dei laureati in Cuba come una miscela di nostalgia e futuro.
«Avremo sempre nostalgia, ma come ha scritto Roque Dalton, Cuba è anche la nostra patria. Qui ci riuniamo come professionisti e lavoriamo per un futuro migliore per il El Salvador, uniti e vincolati», ha esclamato.