Marco Terrugi – Telesur – http://www.lantidiplomatico.it
Politicamente l’appello è stata di grande impatto: il richiamo alle origini del processo ‘chavista’ che aveva visto nell’Assemblea Nazionale Costituente del 1999 un elemento fondante, e la messa in moto un’iniziativa propria così importante come la riforma della Costituzione, rappresenta un momento di resistenza agli attacchi dei golpisti.
Il ‘chavismo’ ha ripreso l’iniziativa dopo un mese vissuto ‘alle corde’: sarà lanciato un processo costituente con base municipale per convocare un’Assemblea Nazionale Costituente (ANC). Lo ha annunciato il presidente Nicolás Maduro di fronte ad una grande manifestazione riunita a Caracas il 1° maggio.
Già lo aveva accennato nel suo consueto programma televisivo, anticipando questa possibilità nel mezzo di uno scenario di incertezza che scaturisce dall’escalation di violenza sostenuto dalla destra.
Legalmente la convocazione dell’ANC si basa sugli articoli 347 e 348 della Costituzione: “Il popolo del Venezuela è il depositario del potere costituente originario. Nell’esercizio di tale potere è possibile convocare un’Assemblea Nazionale Costituente al fine di trasformare lo Stato, creare un nuovo ordinamento giuridico e redigere una nuova Costituzione (…). L’iniziativa della convocazione dell’ANC può essere presa dal/dalla Presidente della Repubblica nel Consiglio dei Ministri”.
Politicamente l’appello è stata di grande impatto: Maduro si è richiamato all’origine del processo ‘chavista’ che vide l’Assemblea del 1999 essere un momento fondativo e ha lanciato l’obiettivo di riformare la Costituzione, in un’iniziativa di resistenza agli attacchi golpisti.
Si tratta di difendersi con una risposta democratica e partecipativa – di questo si è trattato – con una linea valida per tutto il ‘chavismo’, che dovrà trovare sintesi attorno ad un obiettivo comune e soprattutto convocare la maggioranza della società per costruirlo.
Il processo, ha detto Maduro, sarà dei cittadini e delle cittadine, non dei partiti politici.
La scelta dei costituenti, che saranno in numero di 500, avverrà con voto diretto e segreto.
Essi porteranno l’ANC, ha detto Maduro nel Consiglio dei Ministri svolto domenica sera, a discutere, tra gli altri argomenti, di: pace; costruzione di un sistema economico post-petrolifero; costituzionalizzazione delle missioni sociali; sicurezza, giustizia e protezione del popolo; nuove forme di democrazia partecipativa e di protagonismo; difesa della sovranità nazionale; identità culturale; diritti sociali, culturali, del lavoro, ‘diritti tecnologici’ della gioventù; infine cambiamento climatico.
Come indicato nella Costituzione, il Presidente non può opporsi alle modifiche e integrazioni che saranno apportate alla Costituzione.
L’atteggiamento della destra
Lo aveva già annunciato Julio Borges la stessa domenica: “Ogni passo per convocare una Costituente comunale non è altro che la continuazione del ‘colpo di Stato’ già in atto in Venezuela”.
Capriles Radonski ha scritto, una volta ascoltato l’annuncio: “Di fronte alla frode costituzionale rappresentata dalla Costituente ha appena annunciata dal dittatore, ‘O mio popolo per le strade e a disobbedire a tale follia!’”.
Era prevedibile. Il piano della destra è quello di generare un’escalation di violenza di strada per ottenere una pausa sul fronte esterno o interno.
Nel primo caso i risultati non sono stati quelli finora sperati: gli alleati internazionali hanno fatto dichiarazioni e pressioni mediatiche, ma non hanno fatto ottenere risultati in uno qualsiasi degli ambiti proposti.
Inoltre, il Venezuela si è ritirato dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) davanti all’evidente parzialità dell’organismo guidato dagli Stati Uniti d’America, e parteciperà invece a una riunione della Confederazione degli Stati Latino-americani e dei Caraibi.
Il governo invece ha ricevuto il sostegno di Russia, Cina e, indirettamente, di Papa Francesco, che ha detto che i colloqui tra governo e opposizione non hanno avuto successo a causa delle divisioni della destra.
Per quanto riguarda il fronte interno, la situazione non si è evoluta com’era previsto.
I quartieri popolari non hanno aderito all’appello di rovesciare il Presidente, e le Forze Armate Nazionali Bolivariane non hanno risposto ai ripetuti appelli della destra – Julio Borges è tornato a convocarle per esempio domenica scorsa.
La sua capacità di mobilitazione è calata. Ciò è confermato dai numeri dei sondaggi di Hinterlaces: il 57% di coloro che si definiscono oppositori di Maduro sono contrari all’uso della forza, come l’83% degli indipendenti.
Questo porta la tattica golpista al suo scenario peggiore, all’usura e all’isolamento, come era accaduto già nel 2014 con azioni simili.
Nello scenario attuale ciò potrebbe portare l’opposizione ad una maggiore radicalizzazione, e così a causare più morti, più azioni ad alto impatto, incendi paramilitari notturni nei quartieri o nelle strade di Caracas.
Ci sono già 29 vittime dal 6 aprile.
L’ultimo, Juan Pernalete, è stato ucciso durante la mobilitazione della destra con un colpo di pistola in fronte. C’è il video, la telecamera ha registrato ciò che non doveva registrare.
La destra – nonostante le immagini e le autopsie – dice che è morto a causa di una bomba lacrimogena [lanciata dalla polizia, ndt] e lo ha convertito in un martire.
Che cosa seguirà
La destra ora si trova di fronte all’iniziativa convocata dal ‘chavismo’. È possibile per essa ignorarla e fare un ulteriore passo avanti nell’escalation: senza dialogo, con meno partecipanti e più violenza.
Fino a che punto si può andare avanti con queste empasse?
Fino a che punto i dirigenti della destra saranno compatti? Si sa che le tensioni interne sono grandi. La prova di ciò è l’audio filtrato dalla moglie di Henri Ramos Allup, che ha mostrato la propria preoccupazione per il “vandalismo” delle manifestazioni, dicendo che se Lilian Tintori e Freddy Guevara “potessero bruciare oggi il Venezuela, lo farebbero”.
Il ‘chavismo’ ha a sua volta due compiti che potrebbero essere sviluppati all’interno della convocazione dell’ANC da parte di Maduro. In primo luogo, quello di mantenere la pace, cioè evitare che si dispieghino i fili di una guerra civile voluta dalla destra.
Questa ipotesi è stata messa nero su bianco sul tavolo da un analista di destra, Luis Vicente León, che ha detto: “Questo scenario può essere prolungato per un tempo imprevedibile, portando il Paese alla formazione di gruppi paramilitari e di guerriglieri la cui presenza farebbe parte della vita quotidiana del Paese, ma con il governo che mantiene il potere”.
Perciò la risoluzione del conflitto attraverso una proposta di democrazia partecipativa può essere un modo di decomprimere le tensioni sociali, aiutando a canalizzare il conflitto attraverso lo spazio costituente.
In secondo luogo, il ‘chavismo’ deve rivitalizzare la propria forza e tornare ad essere maggioranza. Ciò richiede una linea politica chiara, unificante, che riarticoli il proprio blocco con una visione ampia e strategica.
In questa direzione, la convocazione da parte di Maduro può essere la soluzione.
Ma è allo stesso modo imprescindibile, in particolare per rianimare una maggioranza politica ed elettorale, dare risposta ai problemi economici che ricadono sulle spalle delle classi più povere e di quelle medie.
Un problema per esempio è l’aumento dei prezzi.
Oggi il Presidente ha annunciato che i prezzi saranno congelati con un provvedimento urgente. Senza questa ripresa economica è difficile pensare a un cambiamento dello scenario politico. E i tempi, in Venezuela, si stanno riducendo.
(Traduzione Giuseppe Dibello)
Vandalismo dell’opposizione venezuelana provoca quattro morti
Un totale di quattro persone sono morte e varie risultarono ferite questo martedì in eventi associati alle proteste oppositrici in Venezuela, informò il ministro degli Interni del Venezuela, Nestor Reverol.
Uno dei morti è Angel Enrique Moreira Gonzalez, di 28 anni, che gettò la sua motocicletta contro un altro veicolo dopo aver deviato il suo cammino per colpa di una barricata sistemata da gruppi vandalici, nell’autostrada Padros del Este, nello stato Miranda.
In un altro incidente di transito morirono due persone ed altre tre risultarono ferite questo martedì nello stato Carabobo, quando un autobus si schiantò “tentando di schivare una barricata” nel rotta Porto Cabello-Valencia. Tra le vittime mortali c’è una donna di 42 anni, di nome Ana Rodriguez, ed un’altra ancora da identificare.
In un altro tentativo di saccheggio è stato assassinato Yonathan Quintero, di 21 anni, nel viale Villa Florida a Valencia, capitale dello stato Carabobo. Il padrone di un negozio, di nazionalità asiatica, è accusato di sparare contro quelli che cercavano di saccheggiare il suo esercizio ed ammazzare il giovane.
Questo giovedì anche due funzionari della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) ed un poliziotto risultarono feriti da armi da fuoco in mezzo ai fatti vandalici successi nelle proteste convocate dalla destra nel paese.
Reverol responsabilizzò il deputato Julio Borges delle vittime degli atti vandalici successi in mezzo alle proteste convocate dalla Mensa dell’Unità Democratica (MUD) ed espresse che questi si incaricano di convocare proteste che sono al margine della legge.
Il funzionario ricordò che la Costituzione del Venezuela contempla il diritto alla manifestazione pacifica nel paese, ma condanna il terrorismo ed i fatti vandalici.
Gli eventi successi in mezzo alle proteste convocate dall’opposizione venezuelana fino al momento hanno lasciato 33 morti, più di 500 feriti, almeno 500 negozi colpiti e vari detenuti.
(Con informazione di TeleSur / EFE / AVN)