Il Capo di Stato venezuelano, Nicolas Maduro Moros, ha precisato che all’interno dei gruppi d’opposizione che operano di maniera violenta sono emersi gruppi armati che attaccano apertamente le forze di sicurezza.
“Ho ordinato che si attivino operazioni di ricerca dei gruppi armati che hanno intrapreso le armi contro la Repubblica e contro il popolo”, ha sostenuto il Presidente, in una nota diffusa dal Ministero della Comunicazione e Informazione.
Questo giovedì, durante una conferenza stampa a Caracas, il ministro degli Interni, della Giustizia e della Pace, Néstor Reverol, ha parlato in termini molto simili quando ha precisato che “gli atti terroristi e vandalici sono passati ad un livello di insurrezione armata”, lo riporta il portale AlbaCiudad.
L’utilizzo di questi termini cambia la dinamica politica dell’ultimo mese in Venezuela? Il militare in pensione ed ex comandante dell’aviazione venezuelana, William Izarra, crede di si.
Parte di un piano
Intervistato da RT ha spiegato che l'”insurrezione armata” si riferisce a gruppi di persone che operano al margine della legge e che “sono qui (in territorio venezuelano) perseguendo un obiettivo che si può definire militare”.
Per Izarra, l’azione di questi gruppi armati persegue “un piano del Comando Sur (degli Stati Uniti, ndr), che è quello che dirige le operazioni destabilizzatrici contro il Venezuela”.
L’obiettivo ultimo dei “gruppi insurrezionalisti” è “posizionarsi nel terreno con il fine di destituire il Governo e stabilirne un altro prono agli interessi degli Stati Uniti”, ha proseguito William Izarra.
Aspettando l’ordine
Una fonte della polizia ha spiegato a RT che per avvenimenti come quelli dell’ultima settimana esistono protocolli che si applicano alla difesa dei diritti umani e che fanno da cornice alle operazioni dell’ordine pubblico.
Ci sono tre livelli: di mantenimento dell’ordine pubblico (preventivo e ordinario), di controllo (dissuasivo, per assicurare che le manifestazioni pacifiche si mantengano come tali) e di ristabilimento (quando si interviene in manifestazioni che nascono o diventano violente).
“L’ultimo livello (applicato per la violenza), prevedono protocolli che si orientano a disperdere le manifestazioni, confinarle, bloccare le azioni violente, arrestare chi compie le violenze”.
Tutte le operazioni sono coordinate dai corpi di polizia che rispondono al Ministero degli Interni, della Giustizia e della Pace.
Quando le manifestazioni si svolgono di forma pacifica, i corpi di polizia applicano i primi due livelli. Quando si trasformano in ‘guarimbas’, “s’attiva il sostegno della Guardia Nacional Bolivariana (GNB) e le operazioni vengono corrdinate congiuntamente tra i Mnisteri di Difesa e degli Interni”, ha proseguito la fonte.
Solo quando e manifestazioni sono estremamente violente “armate, con perdite di vite, e invocando la disobbedienza civile”, la competenza resta concorrente tra i due ministeri, “ma prende il testimone Operativo il Comando Strategico delle Forze Armate Nazionali bolivariane (CEOFAN). Quest’ordine non è ancora stato dato tuttavia”, ha concluso.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)