Le due maggiori guerriglie della Colombia si sono sedute a conversare a L’Avana questa settimana sul processo di pace che tutte e due sostengono in distinte tappe con il governo di Juan Manuel Santos, come una via per «sommare forze» e aiutare a porre fine a più di mezzo secolo di conflitto armato nella nazione sudamericana.
«Nonostante le disparità nei passi avanti dei due tavoli di conversazioni,tra l’insorgenza e il governo del presidente Santos, manteniamo obiettivi in comune con cammini diversi, ma complementari, ha riferito un comunicato congiunto firmato da Timoleón Jiménez, leader delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo (FARC-EP), e Nicolás Gabino, capo del Comando Centrale dell’Esercito di Liberazione Nazionale.
Anche se hanno condiviso il proposito d’ottenere cambi sociali per la via armata in Colombia, le due guerriglie hanno mantenuto storicamente indipendenza di comando e operazioni, oltre a divergenze nei metodi di lotta e di formazione politica.
Nel novembre del 2012 le FARC-EP e l’esecutivo colombiano avevano installato nella capitale cubana un tavolo di dialogo che si è esteso per quattro anni e si è concluso con la firma di un accordo storico di pace, che è stato poi respinto in un referendum e quindi attualizzato dalle parti per la sua approvazione legislativa.
Ora trascorre l’implementazione dei punti pattuiti e la militanza delle FARC – EP si trova raggruppata nelle dette Zone Rurali, dove si realizza l’abbandono delle armi e la reintegrazione dei guerriglieri alla vita civile.
Nonostante un lungo processo di negoziati precedenti, il tavolo delle conversazioni con il ELN è stato installato in Ecuador solamente nel febbraio di quest’anno.
Il dialogo poco abituale tra i dirigenti delle FARC-EP e del ELN, che è durato tutta questa settimana, osservato con attenzione dal mondo intero per il suo possibile impatto nella ricerca della pace, ha visto un’intesa, hanno dichiarato i leaders in una conferenza stampa.
«Ci sono state più coincidenze che differenze», ha detto Timoleón Jiménez e Nicolás Gabino ha aggiunto che la riunione è servita per valutare lo sviluppo che ha avuto ogni gruppo e per vedere come ottenere una complementarità che assimili le differenze.
Il Comunicato Congiunto dettaglia alcuni dei punti di contatto tra i quali si contano i diritti delle vittime e la necessità d’un approfondimento della democrazia in Colombia che apporti equità e dignità ai suoi cittadini.
Rispetto ai tempi del tavolo dei negoziati in Ecuador, Gabino ha detto che dopo mezzo secolo di guerra il suo gruppo non si può dare il lusso di fare le cose male e in maniera precipitata. In questo senso ha aggiunto che non è nei suoi piani che si ottenga un accordo prima delle elezioni del 2018 e che realizzare dei risultati in un breve tempo non dipende unicamente dalla sua volontà.
Timoléon Jiménez di fronte a una domanda della stampa sulla marcia dell’implementazione in Colombia degli accordi de L’Avana tra il governo e le FARC – EP , ha riferito che com’era prevedibile si stanno presentando difficoltà ma che si lavora in questo.
Poi ha aggiunto che la sua organizzazione ha dimostrato che ha la volontà di compiere gli accordi, così come sono stati firmati. I guerriglieri si sono riuniti nelle Zone Rurali e rimangono lì anche se non possono contare con le condizioni pattuite.
«Stiamo anticipando il cronogramma per la consegna delle armi nonostante le difficoltà logistiche», ha detto.
Il leader delle FARC-EP ha spiegato che la sua organizzazione ha consegnato l’ubicazione di 90 nascondigli delle armi, ma le Nazioni Unite presentano difficoltà per disattivarle e farle a pezzi per i tre monumenti che si costruiranno in onore delle vittime del conflitto.
Le due guerriglie hanno sottolineato la disposizione del governo colombiano per facilitare l’incontro ed hanno ringraziato ancora una volta i paesi che hanno aiutato a realizzarlo, specialmente Cuba, Venezuela e Norvegia.