Gustavo de la Torre Morales http://razonesdecuba.cubadebate.cu
La Rivoluzione Bolivariana del Venezuela si è sviluppata in situazioni di costanti attacchi da parte dell’opposizione interna, della stampa occidentale, della complicità di politici e governi occidentali e alcuni latino-americani (come il caso molto particolare della Colombia), ma anche della ingerenza del governo USA, da cui si inietta finanziamento all’opposizione venezuelana.
Non si può trascurare la famosa “Operazione Venezuela Freedom-2, dove il SouthCom (US Southern Command) o anche chiamato Comando Sud, contemplava le indicazioni specifiche delle manovre da eseguire per la continuazione dell’instabilità all’interno del Venezuela. Nell’ambito di quanto sopra c’era anche il Decreto Legge emanato dall’amministrazione di Barack Obama, “Premio Nobel per la Pace”, dove si qualificava il Venezuela come “una inusuale e straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale e politica estera USA”. Tutto progettato con un solo obiettivo: giustificare all’opinione pubblica un’invasione militare contro il paese sudamericano, utilizzando per questo esercizio le basi militari USA radicate in Colombia. Sebbene non hanno ancora potuto realizzare l’interventismo, oggi il governo USA non esclude ancora realizzare il suo obiettivo militare, aspettano solo il momento “propizio”.
La Rivoluzione Bolivariana negli ultimi 16 anni, ha attraversato 22 elezioni o referendum che, in maggior parte, hanno dato il voto popolare a favore delle proposte del governo bolivariano; tutte sono state caratterizzate da accuse di frode da parte dell’opposizione, l’appello al rifiuto per le strade e alla violenza con i noti tentativi di golpe del 2002 e 2014. L’opposizione ha solo riconosciuto, per convenienza, i risultati delle elezioni in cui è risultata vincente (le elezioni comunali del 2000, dove Henrique Capriles ottenne il governatorato dello stato di Miranda, il Referendum costituzionale del 2007 e le elezioni legislative del 2015).
L’immenso carattere democratico del processo bolivariano si è manifestato, non solo nelle votazioni, ma anche nel riconoscimento del governo dei risultati. Nelle ultime elezioni legislative lo stesso presidente Nicolas Maduro ha detto, riferendosi alla sua forza politica, “Noi vedendo questi risultati, siamo venuti con la nostra morale, con la nostra etica, questi esiti avversi, per dire al Venezuela che ha trionfato la democrazia” e, poco dopo, in un’intervista a Telesur ha anche detto, “La cosa più bella della festa di oggi è la pace, nei quartieri, comunità, città”. Non ci sono state azioni violente da parte del governo, ma il riconoscimento. Non è stato così da parte dell’opposizione, che non riconosce quando perde, ma inoltre trama e commette attività di violenza e disordine.
Ma al constatare, l’opposizione, che la via pacifica non le forniva i risultati attesi si sono lanciati in un’escalation di aggressione ed attività criminali ed illegali costanti. Non si può dimenticare che nel 2002 tentarono il colpo di stato contro l’allora presidente, il comandante Hugo Chavez, e le attività, che, dal 2014, scatenarono con le cosiddette guarimbas, che tolsero la vita a 43 persone e produssero più di un centinaio di feriti. Né possiamo dimenticare le trenta persone assassinate, dal 2013 al 2016, identificate con la rivoluzione bolivariana; erano leader politici locali, funzionari pubblici, giornalisti, guardie del corpo di leader di sinistra, militari e ufficiali del Servizio Bolivariano di Intelligence Nazionale (Sebin), che caddero vittima delle forze paramilitari che hanno goduto del sostegno giuridico-politico dell’opposizione (come Voluntad Popular e Alianza Bravo Pueblo), del sostegno finanziario del narcotraffico e del settore delle imprese private, del supporto dei media finanziati dall’estero (come la Patilla, NTN24 e Sumarium) o di fattori politici interni (come Patinazo, il Cooperante e Caraota Digital).
La scarsità alimentare e di materie di base causata dall’accaparramento, è stato una trappola tramata dagli imprenditori, proprietari di grandi magazzini ed imprese importatrici, al fine di creare bisogni, causare irritazione nella popolazione e favorire un argomento che garantisse l’inattuabilità dell’economia. Allo stesso modo è stato orchestrato il furto di banconote venezuelane, accumulate in magazzini all’interno del paese e in quelli limitrofi (Colombia, Brasile o Paraguay), che aveva lo scopo di causare la scarsezza di contante nelle mani dei cittadini e che il governo si vedesse in obbligo di emettere provvedimenti al riguardo (come è stato il ritiro di banconote da 100 bolivares). Queste, tra altre manovre economiche, sono state una fetta fruttuosa in quanto sono servite come grande affare ai mass media per strutturare le loro “notizie” di discredito contro il governo bolivariano ed i suoi leader.
La violenza nelle strade, il saccheggio di negozi, il crescente crimine, le manifestazioni aggressive chiamate obbligatoriamente “pacifiche”, gli attentati contro i servizi e strutture pubbliche (centri sanitari e scuole), il blocco delle pubbliche vie, delle principali arterie stradali, distruggendo il sistema di trasporto pubblico, saccheggi, uso di esplosivi, il posizionamento di fili di acciaio per decapitare agenti motorizzati ed, in aggiunto a quanto sopra, ci sono gli attacchi, fatti di recente, contro istituzioni al di fuori del paese, sono le azioni descritte dal famoso documento del Comando Sud. Stanno seguendo il copione.
A questa bordata si è unito un altro strumento imperialista: l’Organizzazione degli Stati Americani (istituto che attua il suo servilismo attraverso la figura di Luis Almagro Lemes, suo Segretario Generale) e di altri governi della regione che rispondono alla chiamata dello Zio Sam: Brasile con Temer , Argentina con Macri, Colombia con Santos (e un’altra figura del narcostato e del paramilitarismo colombiano Álvaro Uribe).
Non è mancata l’ingerenza straniera negli affari interni del Venezuela. Il governo della Spagna è stato un elemento efficace dall’Europa. Recentemente, il Partito Popolare, assecondato dal PSOE, Ciudadanos ed il Partito Nazionalista Basco, ha presentato una mozione di condanna contro il legittimo e costituzionale governo del Venezuela, esigendo richieste sulle libertà ed il rispetto dei principi democratici che in Spagna non sono minimamente soddisfatte.
L’opposizione è alla ricerca di altri campi d’azione, come le sue manifestazioni all’estero o gli attacchi a figure affini al processo socialista e bolivariano in Venezuela; vale a dire, a tutto ciò che dia segni di “chavismo”.
Si è saputo del sequestro dell’ambasciatore del Venezuela in Spagna, Mario Isae, in un locale dell’ambasciata, che è stato assediato da una violenta turba di estrema destra che non hanno permesso l’uscita di coloro che partecipavano a un forum con il Comitato delle Vittime delle Guarimbas.
La stessa cancelliera del Venezuela, Delcy Rodríguez, ha detto che “questo odio lo ha seminato l’opposizione venezuelana che va in giro per il mondo denigrando la nostra Sacra Patria con i suoi alleati internazionali”, e non le mancò ragione quando i violenti che hanno assediato l’ambasciata in Spagna scambiarono uno dei loro simpatizzanti con un chavista e poco mancò che lo aggredissero (e che, apparentemente, il suddetto simpatizzante aveva la missione di aggredire l’ambasciatore).
Oggi più che mai è necessario tutto un atto di solidarietà con il fratello popolo venezuelano, di spiegare il contesto che si vive in quel paese con totale chiarezza e denunciando ogni pregiudizio o manipolazione che venga alla luce da parte dei media di (dis) informazione e reti al servizio dell’opposizione di destra.
La criminalidad de la oposición venezolana y la injerencia extranjera
Por Gustavo de la Torre Morales
La Revolución Bolivariana de Venezuela se ha desarrollado en situaciones de constantes ataques por parte de la oposición interna, de la prensa occidental, de la complicidad de políticos y gobiernos occidentales y algunos latinoamericanos (como el caso muy particular de Colombia), pero también de la injerencia del gobierno de los Estados Unidos, del cual se inyecta financiación a la oposición venezolana.
No se puede pasar por alto la sonada “Operación Venezuela Freedom-2, donde el SouthCom (US Southern Command) o también llamado Comando Sur, contemplaba las orientaciones específicas de las maniobras a realizar para la continuidad de la inestabilidad dentro de Venezuela. Como parte de lo anterior también estuvo el Decreto Ley emitido por la administración de Barack Obama, “Premio Nobel de la Paz”, donde se calificaba a Venezuela como “una amenaza inusual y extraordinaria a la seguridad nacional y la política exterior de los Estados Unidos”. Todo proyectado con un solo objetivo: justificar frente a la opinión pública una invasión militar contra el país sudamericano, utilizando para tal ejercicio las bases militares de EE.UU. ancladas en Colombia. Aunque aún no han podido llevar a cabo el intervencionismo, hoy en día el gobierno estadounidense no descarta todavía llevar a cabo su objetivo militar, sólo esperan el momento “propicio”.
La Revolución Bolivariana, en los últimos 16 años, ha pasado por 22 procesos electorales o referéndums que mayoritariamente han obtenido la votación popular a favor de las propuestas del gobierno bolivariano; todas ellas han estado caracterizadas por acusaciones de fraude por parte de la oposición, el llamamiento a la repulsa en las calles y actos violentos con las connotadas intentonas golpistas de 2002 y 2014. La oposición solo ha reconocido convenientemente los resultados electorales en los que ha salido ganadora (las elecciones municipales de 2000, donde Henrique Capriles obtuvo la gobernación del estado de Miranda, el Referéndum constitucional de 2007 y los comicios legislativos de 2015).
El inmenso carácter democrático del proceso bolivariano se manifestó, no solo en la votación, también en el reconocimiento del gobierno en los resultados. En los últimos comicios legislativos el propio presidente Nicolás Maduro expresó al referirse a su fuerza política, “Nosotros, viendo estos resultados, hemos venido con nuestra moral, con nuestra ética, estos resultados adversos, a decirle a Venezuela que ha triunfado la democracia” y poco después en entrevista a TeleSur también dijo, “Lo más hermoso de la fiesta de hoy es la paz, en barrios, comunidades, urbanismos”. No hubo acciones violentas por parte del gobierno, sino reconocimiento. No ha sido así por parte de la oposición, la cual no reconoce cuando pierde, pero además trama y comete actividades de violencia y desorden.
Pero al constatar la oposición que la vía pacífica no les proporcionaba los resultados esperados, se lanzan a una escalada de agresiones y actividades delictivas e ilegales constantes. No se puede olvidar que en el 2002 dieron la intentona de golpe de Estado contra el entonces presidente, el comandante Hugo Chávez Frías, y de las actividades que desde el 2014 desencadenaron en las llamadas guarimbas, las cuales sesgaron la vida a 43 personas y produjo más de un centenar de heridos. Tampoco se puede olvidar la treintena de personas asesinadas desde el 2013 hasta el 2016, identificadas con la revolución bolivariana, eran líderes políticos locales, funcionarios públicos, periodistas, escoltas de dirigentes de izquierda, militares y oficiales del Servicio Bolivariano de Inteligencia Nacional (Sebin), los cuales cayeron siendo víctimas por fuerzas paramilitares que han gozado del apoyo jurídico-político de la oposición (como Voluntad Popular y Alianza Bravo Pueblo), del apoyo financiero del narcotráfico y el sector empresarial privado, del apoyo mediático de medios financiados desde el exterior (como la Patilla, NTN24 y Sumarium) o de factores políticos internos (como el Patinazo, el Cooperante y Caraota Digital).
La escasez alimentaria y de productos básicos, provocada por el acaparamiento, fue un ardid tramado por empresarios, dueños de grandes almacenes y empresas importadoras, con el objetivo de crear necesidades, provocar irritación en la población y propiciar un argumento que asegurara la inviabilidad de la economía del país. De igual manera ha sido la orquestación del robo de billetes venezolanos, acaparados en almacenes dentro del país y otros de los alrededores (Colombia, Brasil o Paraguay), que llevaba el objetivo de provocar escasez de efectivo en manos de los ciudadanos y que el gobierno se viera en la obligación de emitir medidas al respecto (como fue el retiro de circulación de los billetes de 100 bolívares). Éstas, entre otras maniobras económicas, han sido fructífera lasca que le ha servido de gran negocio a los grandes medios para estructurar sus “noticias” de descrédito contra el gobierno bolivariano y sus líderes.
La violencia en las calles, el saqueo de negocios, la creciente delincuencia, las agresivas manifestaciones llamadas por la fuerza “pacíficas”, los atentados contra servicios e instalaciones públicas (centros de salud y escuelas), el bloqueo de vías públicas, de principales arterias viales, destrozos al sistema de transporte colectivo, saqueos, uso de explosivos, colocación de alambres de acero para degollar motorizados”, y sumado a lo anterior están los ataques realizados últimamente contra instituciones fuera del país, son las acciones descritas por el famoso documento del Comando Sur. Están siguiendo el guion.
A esta andanada se ha sumado otro instrumento imperialista: la Organización de Estados Americanos (institución que pone en práctica su servilismo a través de la figura de Luis Almagro Lemes, su Secretario General) y otros gobiernos de la región que responden al llamado del Tío Sam: Brasil con Temer, Argentina con Macri y Colombia con Santos (y otra figura del narcoestado y el paramilitarismo colombiano es Álvaro Uribe).
No ha faltado la injerencia extranjera en los asuntos internos de Venezuela. El gobierno de España ha sido un activo efectivo desde Europa. Recientemente el Partido Popular, secundado por Partido Socialista Obrero Español, Ciudadanos y el Partido Nacionalista Vasco, ha presentado una moción de condena contra el gobierno legítimo y constitucional de Venezuela, ejerciendo exigencias sobre libertades y respeto a principios democráticos que en España no se cumplen mínimamente.
La oposición va buscando otros terrenos de acción, como sus manifestaciones en el exterior o el ataque a figuras afines con el proceso socialista y bolivariano de Venezuela; es decir, a todo aquello que dé indicios de “chavismo”.
Se ha conocido del secuestro del embajador de Venezuela en España, Mario Isae, en un local de la embajada, el cual fue asediado por una turba de violentos de la extrema derecha que no permitieron la salida de aquellos que participaban en un foro con el Comité de Víctimas de las Guarimbas.
La propia canciller de Venezuela, Delcy Rodríguez, expresó que “este odio lo ha sembrado la oposición venezolana que anda por el mundo denigrando de nuestra Patria Sagrada con sus aliados internacionales”, y no le faltó razón cuando los violentos que asediaron la embajada en España confundieron a uno de sus simpatizantes con un chavista y faltó poco para que le agredieran (y eso que al parecer el susodicho simpatizante tenía la misión de agredir al embajador).
Hoy más que nunca es necesario todo acto de solidaridad con el hermano pueblo venezolano, de explicar el contexto que se vive en ese país con claridad meridiana y denunciando todo sesgo o manipulación que salga a la luz por los medios de (des)información y redes al servicio de la oposición derechista.
Tropas estadounidenses en Honduras intervendrán en Venezuela, según el Comando Sur
http://china.embajada.gob.ve/index.php?option=com_content&view=article&id=2141%3Arevelan-plan-del-comando-sur-de-eeuu-contra-venezuela&catid=3%3Anoticias-de-venezuela-en-el-mundo&Itemid=17&lang=eshttp://
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