Lopez Rivera, libero, sollecita il popolo a non rassegnarsi

L’indipendentista Oscar Lopez Rivera, che passò 36 anni nelle prigioni degli Stati Uniti, sollecitò oggi il popolo portoricano a non rassegnarsi davanti alla situazione in cui si trova il paese.

“Possiamo trascendere tutto quello che sta succedendo, però mai, mai ci arrenderemo e se amiamo questa patria abbiamo l’obbligo di difenderla”, espresse uscendo dalla casa di sua figlia Clarissa per firmare nel tribunale federale degli Stati Uniti la sua scarcerazione definitiva dopo la sua lunga pena.

Come principale messaggio al popolo portoricano davanti alla crisi in cui si trova questa isola dei Caraibi di 3,5 milioni di abitanti, Lopez Rivera sollecitò “che non si rassegnino, che bisogna continuare a lottare, non dobbiamo arrenderci”.

Espresse anche la sua solidarietà con gli studenti in sciopero da 50 giorni nell’Università di Portorico (UPR), istituzione che disse bisogna difendere davanti ai ritagli previsti dal preventivo di 512 milioni di dollari.

La pena del lottatore indipendentista di 74 anni di età, è stata commutata il passato 17 gennaio dal presidente statunitense Barack Obama, alla vigilia di lasciare la Casa Bianca, ma doveva compiere altri quattro mesi, che sono appena finiti.

Per gestioni del congressista statunitense Luis Gutierrez, suo amico di tutta la vita a Chicago, Lopez Rivera è potuto ritornare in patria il passato 9 febbraio per finire di compiere la condanna agli arresti domiciliari nella casa di sua figlia nel quartiere di Santurce della capitale.

Annunciò ai giornalisti, ammassati di fronte all’edificio, che si propone visitare tutti i 78 municipi del paese per dialogare con le persone e “vedere che cosa possiamo fare”.

“Se amiamo questa patria, abbiamo l’obbligo di difenderla”, sottolineò l’ex prigioniero politico, che le autorità degli Stati Uniti avevano accusato di essere il principale dirigente delle clandestine Forze Armate di Liberazione Nazionale (FALN) che operarono a New York ed a Chicago nelle decadi degli anni 70 e degli anni 80 del secolo scorso.

Si riferì anche alla sua compatriota Ana Belen Montes, ex analista principale dell’Agenzia di Intelligenza di Difesa (DIA) condannata a 25 anni di prigione per spionaggio a favore di Cuba.

da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

Liberato il combattente indipendentista portoricano Oscar López Rivera

Il leader di Portorico recluso da 35 anni negli Stati Uniti per la sua lotta a favore dell’indipendenza del suo paese, ha terminato la sua condanna ieri mercoledì 17,  ed ha riconquistato la piena libertà, ha informato la catena Telesur.

«Il mio spirito, la mia dignità e il mio onore sono molto più incolumi oggi del giorno in cui sono entrato in prigione», sono state le sue prime parole ai media di comunicazione.
López Rivera era stato trasferito  il 9 febbraio  a Portorico, in reclusione domiciliare a casa di sua figlia Clarisa, nel settore della capitale di Santurce, dopo l’autorizzazione al suo ritorno nell’isola concessa nel gennaio scorso, quando Obama aveva condonato la pena in cambio di altri quattro mesi  della sua condanna a 70 anni.

Tre ore dopo la firma del documento richiesto dal Burò dei Prigionieri degli USA, si realizzerà  nel settore universitario di  Río Piedras ‘La festa di Oscar’, alla quale parteciperanno diversi artisti come parte del ricevimento del popolo.

La sua avvocata Jan Susler  ha chiarito che il combattente portoricano potrà incontrare i suoi vecchi compagni di lotta e li potrà riabbracciare.

Oggi è a Chicago, città statunitense dove visse dai suoi 15 anni alla reclusione, dove la comunità latina lo festeggerà e darà il suo nome a una strada dell’area di  Humboldt Park.

Poi tornerà a Puerto Rico per stare sabato nel municipio di San Sebastián, nel centro montagnoso dell’isola, dove nacque e crebbe sino all’adolescenza.

López Rivera pianifica di visitare diversi paesi: Cuba, Nicaragua e Venzeuela tra i tanti, per ringraziare per la loro solidarietà offerta nella lotta per la sua liberazione.

L’indipendentista nato il 6 gennaio del 2943, era stato accusato di cospirazione dalla giustizia statunitense per il suo vincolo con le Forze Armate di Liberazione Nazionale di Portorico -FALN- un’organizzazione che lottava per l’ indipendenza dell’isola, territorio trasformato in colonia dal governo degli USA dal 1898.

Oscar López Rivera è stato costretto all’isolamento e senza contatti con i suoi familiari per 12 anni.

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