Venezuela ha respinto categoricamente le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, qualificate qui come un’ingerenza nei temi interni di questa nazione sud-americana, in un comunicato dato a conoscere in questa capitale.
La posizione è stata letta ufficialmente da Ernesto Villegas, ministro di Comunicazione ed Informazione. “Sono un tentativo di interventismo e violano la sovranità del paese”, ha detto respingendo le dichiarazioni in un’allocuzione teletrasmessa per VTV dal Palazzo di Miraflores.
Il documento sottoscritto dalle autorità bolivariane e letto questo venerdì, sottolinea che ”le aggressioni del presidente Trump contro il popolo venezuelano, contro il suo governo e le sue istituzioni, hanno sorpassato tutti i limiti”.
“Solamente in quattro mesi di governo -aggiunge il testo – Trump si è riunito con tre presidenti della regione, ed ha chiamato per telefono almeno ad altri quattro, per incoraggiare l’ingerenza grossolana di questi governi attraverso l’OSA, e del suo abietto Segretario Generale, al fine di destabilizzare il paese, alterare la pace ed intervenire e tutelare Venezuela”.
Il comunicato ufficiale del Venezuela ha affermato che “sono un assurdo da antologia le espressioni proferite dal presidente degli Stati Uniti, essendo che nel suo paese si violano in forma orribile, sistematica e massiccia i diritti umani ed il suo modello di espansione finanziaria speculativa ha originato la maggiore disuguaglianza nel mondo”.
Aggrega inoltre che il complesso industriale militare e mediatico statunitense “è stato la causa della violenza letale contro l’umanità, la promulgazione di misure coercitive unilaterali con implicazioni extraterritoriali che hanno ostacolato il pieno sviluppo sociale ed economico dei paesi, ed ostenta il record di avere lanciato l’unico attacco nucleare nella storia del mondo”.
Emerge anche che gli Stati Uniti hanno diretto più di un centinaio di invasioni a nazioni sovrane, “calpestando sfacciatamente il Diritto Internazionale ed il sacro principio dell’uguaglianza tra le nazioni”.
La nota discute che “risulta sorprendente che il presidente Trump si dice preoccupato per Venezuela seduto di fianco al presidente del paese che è il principale produttore di droga del mondo (Colombia), che ostenta le maggiori fosse comuni del continente, che conta con 9500 carcerati politici e 60.630 persone scomparse negli ultimi 45 anni”.
Inoltre, censura la posizione del presidente Trump che “pretende rispondere alla situazione in Venezuela ricorrendo ai governi di paesi come Brasile, sommerso nella più profonda crisi morale ed istituzionale del pianeta, ed Argentina, il cui presidente appare nella lista dei primi leader mondiali per corruzione”.
O anche accorrendo al Perù “il cui crisi sociale e dei diritti umani è vergognosa, e Messico, divenuto uno stato fallito alla mercé della violenza, la disuguaglianza ed il narcotraffico”, argomentò il testo.
Nel comunicato, la Repubblica Bolivariana del Venezuela si dispiace che il presidente Trump si sia lasciato imporre la politica interventista ed aggressiva che hanno sostenuto i suoi subalterni del Dipartimento di Stato verso Caracas, che è costata molte sofferenze al popolo venezuelano.
Il mandatario statunitense discusse ieri, durante una conferenza stampa che condivise col presidente colombiano Juan Manuel Santos, gli avvenimenti che succedono in Venezuela, tentando di giustificare la violenza che generano gruppi di estrema destra in questa nazione sud-americana.
da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi