Venezuela, il piano della destra

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Il ministro del Potere popolare per la comunicazione e l’informazione del Venezuela, Ernesto Villegas, ha affermato che il vero piano della destra non sia la destituzione del Presidente della Repubblica bolivariana, Nicolás Maduro Moros, ma lo sterminio di parte della popolazione.


“Condanno fermamente il fatto che oggi si voglia montare, sulla base di un cimitero di cittadini venezuelani, un progetto politico macabro che cerca di stabilire una guerra nel paese. L’obiettivo immediato, il rovesciamento del presidente Nicolás Maduro, è solo una parte delle conseguenze che si stanno realizzando e che vedono nello sterminio di parte della popolazione la sua conclusione”, ha dichiarato il ministro in un programma radio.

“Ha già mostrato i suoi denti da latte questo fenomeno del fascismo con cittadini arsi vivi nelle strade”, ha proseguito il ministro che ha ricordato le ottanta vittime per atti di terrorismo prodotti dalle violenze politiche dell’opposizione.

Bersaglio ripetuto della violenza della destra venezuelana, come vi abbiamo più volte riportato su l’AntiDiplomatico, sono i giornalisti.

Adriana Sivori, giornalista di Telesur, è stata vittima di un attacco mentre riprendeva una manifestazione dell’opposizione questo lunedì.

Mentre era impegnata a realizzare un servizio a El Paraíso,quartiere ad ovest di Caracas, Sivori è stata colpita alla schiena ed è rimasta ferita anche se l’impatto è stato attutito dal giubbotto antiproiettili.

“Molti giornalisti sono andati molto presto a fare il servizio. Abbiamo visto che c’erano cose che bruciavano sul posto (El Paraiso) e siamo andati fino alle barricate. La polizia ha cominciato a liberare un edificio e hanno iniziato a sparare. C’erano esplosioni e hanno gettato molotov”, ha detto Sivori.

“Due bombe Molotov ci hanno raggiunto ma per fortuna non sono esplose. Mentre scappavamo ci hanno sparato. Abbiamo gridato ed eravamo nel panico. Mentre cercavamo di lasciare il posto sono stata colpita”, ha proseguito la sua testimonianza.

Pensate per un momento a quello che potrebbe accadere se un giornalista di Repubblica venisse colpito alla schiena da armi da fuoco ad una manifestazione qui in Italia? Accade in Venezuela e i terroristi, in uno dei tanti stupri semantici della nostra epoca, passano per “pacifici e difensori della democrazia”.

La Giornalista di Telesur ha condannato la violenza contro i giornalisti, una pratica comune nelle proteste dell’opposizione. “La parola ‘Stampa’ sul casco e sul giubbotto non li ha fermati. L’attacco era diretto contro la stampa. Non si può essere liberi di raccontare quello che si vede perché si è aggrediti. La stampa deve essere rispettata indipendentemente dalla tendenza che rappresenta,” ha concluso.

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