Venezuela, appelli al golpe di un’opposizione senza scrupoli

di Geraldina Colotti* – Il Manifesto

Leopoldo Lopez presto libero? Dopo la visita degli ex presidenti-mediatori, guidati da Zapatero, il governo venezuelano ha detto di aver proposto gli arresti domiciliari al leader di estrema destra, in carcere per le violenze del 2014.

Una notizia confermata dalla moglie di Lopez, Lilian Tintori, che però lo ha invitato a rifiutare e a sostenere le «guarimbas» per cacciare Maduro. E ieri è stato diffuso un video, inviato dal carcere di Ramo Verde, dove Lopez è detenuto, in cui il leader di Voluntad Popular chiede alle Forze armate di ribellarsi al presidente. Come fa un detenuto che, secondo l’opposizione, sta subendo arbitrii e isolamento a inviare appelli al golpe via internet?

Le destre vogliono giocarsi il tutto per tutto: fidando nella congiuntura favorevole di cui godono nel continente dopo il ritorno di governi conservatori in Argentina e Brasile, contando sull’appoggio di Trump e del suo petroliere Rex Tillerson (Exxon Mobil) e su quello del Segretario generale dell’Osa, Luis Almagro. Per la prima volta nella storia del Brasile dopo la dittatura, Temer ha concesso agli Usa esercitazioni congiunte in Amazzonia, approvate dagli altri paesi neoliberisti di confine: con l’esclusione della Bolivia che ha ribadito l’opzione di pace.

Gli Stati uniti hanno intanto iniziato le manovre del Comando Sud davanti alle coste del Venezuela. Caracas sta cercando di uscire dall’angolo anche a livello internazionale. All’ONU ha ottenuto una presidenza e una vicepresidenza a stragrande maggioranza e all’OSA non è passata l’ennesimo tentativo di Almagro di avallare posizioni interventiste e sanzionatorie. Ma si torna a discuterne il 19 in Messico durante il vertice dell’organismo. Intanto, pur in un paese sempre più polarizzato anche per le differenze interne al chavismo, le violenze restano circoscritte ai quartieri benestanti dove commercianti e abitanti – come accadde nel 2014 – cominciano ad averne abbastanza. I leader oltranzisti ormai non smentiscono più le inchieste di Reuters o quelle indipendenti che mostrano il lato ben poco «pacifico e spontaneo» delle proteste.

L’impiego di minorenni è stato ampiamente documentato: anche dalla confessione di uno di questi, ora protetto dagli psicologi e dalla polizia, resa spontaneamente per paura delle conseguenze. Il ragazzino ha confermato il prezzario del «guarimbero» e l’allenamento ricevuto per fabbricare e usare mortai e bombe artigianali con le quali assaltare caserme e edifici pubblici. Domenica, una molotov è stata lanciata nel metro Altamira.

Un fascicolo sull’impiego di minori nelle violenze di piazza è stato presentato all’Unicef e Maduro ha anche scritto una lettera al papa Bergoglio. Oggi, l’ambasciata del Venezuela in Italia ha indetto una conferenza stampa di Isaias Rodriguez, capo della diplomazia, ex Procuratore generale e costituzionalista attivo nel processo di Assemblea nazionale costituente, indetto da Maduro per il 30 luglio. Un percorso che fa appello al potere popolare, fondante e primigenio per la democrazia partecipativa bolivariana.

Una «via di pace e di dialogo» per blindare le conquiste sociali e approvare leggi come quella sull’aborto, quella del matrimonio gay e del cambio di sesso (sancite da una sentenza del Tribunal Supremo de Justicia), che l’influenza della chiesa cattolica aveva bloccato nella costituzione del 1999.

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