Poche volte gli uomini piangono — si dice.
Poche volte un’offerta di fiori mette in luce tante emozioni e poche volte da queste emozioni deriva il pianto.
E martedì 13 è avvenuto.
Nel Mausoleo al Luogotenente Generale Antonio Maceo.
Mentre il Ministro della Difesa della Guinea Bissau, Maggiore Generale Eduardo Costa Sanhá, poneva dei fiori rossi sulla tomba del leggendario mambí cubano.
Di lontano si sentivano gli spari. Palle di fuoco emergevano dalle armi dopo ognuno dei 19 spari a salve.
121 anni prima uno sparo, il numero 27 nel suo corpo, aveva posto fine alla vita di Maceo.
Allora gli spagnoli non lo sapevano, non lo potevano sapere. Non volevano crederci, era troppo pesante quel carico sulla coscienza. O era troppo inverosimile la morte dell’uomo intransigente che diceva molto chiaramente: «No, non c’intendiamo».
Il Ministro alla difesa della nazione africana, Eduardo Costa Sanhá ascolta la storia raccontata dal Generale di Corpo d’ Esercito Álvaro López Miera, primo viceministro delle FAR.
Eduardo chiede a segni un paio di fazzolettini e con quelli si asciuga il volto e si dispone a raccontare un episodio.
Dice che pensare a a Maceo e al suo aiutante Panchito Gómez Toro, gli fa ricordare, inevitabilmente, i cubani caduti nei combattimenti per l’indipendenza della Guinea Bissau.
«Furono molti, ma vorrei ricordare uno di loro che ci aiutò ad attaccare una caserma. L’attacco fu molto forte, solo che il nemico rispose con mortai e cannoni e nel momento della ritirata, il cubano che non conosceva bene il territorio non fu incontrato. Lo cercammo per diedi giorni. Non avevamo macchine nella base e inviammo uomini a cercare veicoli alla frontiera con la Guinea Conakry.Prima dell’arrivo dei veicoli quel combattente cubano morì», racconta.
Ci sono alcune lacrime sul suo volto.
«Il mio paese ha ottenuto l’indipendenza grazie ai suoi figli e ai cubani. Sono qui per trasmettere questi sentimenti al popolo cubano e alle sue Forze Armate», ha detto il rappresentante dei Combattenti per la Libertà della Patria, che ha realizzato una visita di lavoro nell’Isola.
«Cuba è un paese amico della Guinea Bissau e uniti potremo realizzare molti obiettivi», ha dichiarato.
Eduardo è ripartito per la Guinea ieri, 14 giugno, nel giorno in cui 172 anni fa nacque Maceo. E nello stesso giorno di 89 anni fa, quando nacque il Che.