L’equazione è semplice: per continuare nel governo, Michel Temer necessita dell’appoggio di 172 dei 513 membri della Camera dei Deputati, ma se 214 sono coinvolti in fatti di corruzione, metteranno in gioco la propria testa?
Così semplicemente l’analista politico Francisco das Chagas Leite Filho ha anticipato quello che succederà con il processo iniziato nella Camera bassa, dove si deciderà se la denuncia per corruzione passiva presentata dal procuratore generale del Brasile, Rodrigo Janot, sarà o no giudicata dal Supremo Tribunale Federale (STF).
È in corso un gioco d’apparenze per installare la percezione che la Camara va a consegnare la testa di Temer, ma niente è più falso, più irreale, ha valutato Leite Filho, per il quale, a meno che non avvenga un’ecatombe, un terremoto politico sino alla decisione finale del caso, in 10 o 15 giorni non ci saranno novità. Corrotto non decapita corrotto, cioè cane non mangia cane.
Il governo golpista continuerà, anche se non sta bene in piedi, perché il paese è frustrato, disincantato e nessuno vuole andare per le strade a reclamare la moralizzazione pubblica, ha giudicato.
Michel Temer è diventato il 26 di giugno scorso, il primo presidente brasiliano in pieno esercizio delle sue funzioni con una denuncia per corruzione.
L’accusa della PGR si è sostenuta dalla denuncia fatta dal proprietario dell’Impresa JBS, Joesley Batista, che aveva registrato una compromettente conversazione con il titolare dell’esecutivo nella residenza ufficiale, che ha dato ambito inoltre all’apertura di altre due investigazioni per ostruzione della giustizia e associazione a delinquere.
Per far sì che la denuncia prosperi e possa essere giudicata dalla Corte Suprema dev’essere approvata nel plenario della Camera dei Deputati da per lo meno 342 dei suoi membri. In caso contrario, sarà archiviata.
Ma prima di giungere a questa istanza, dev’essere valutata anche dalla Commissione di Costituzione e Giustizia (CCJ) di questa stessa casa, che avrà cinque sessioni per elaborare, discutere e votare il documento del relatore, una volta che sarà presentata la difesa del mandatario.
Per assumere l’importante incarico di relatore, il titolar della CCJ Rodrigo Pacheco, del governante Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), ha designato il collega di partito Sergio Zveiter.
Ex presidente dell’Ordine degli Avvocati del Brasile (OAB) a Río de Janeiro, Zveiter è stato segretario agli statuti nel secondo mandato dell’ex governatore Sérgio Cabral, che nel giugno scorso è stato condannato a più di 14 anni di carcere per i delitti di corruzione e lavaggio di denaro, oltre ad essere oggetto di altri nuovi processi giudiziari.
Il relatore ha anticipato che vuole compiere strettamente i tempi del processo ed ha negato che il fatto d’essere membri dello stesso partito si Temer possa impedire di fare un’analisi imparziale.
«Non accetto pressioni, ha detto, ed ha insistito che è nelle sue intenzioni lavorare seriamente e consegnerà un buon rapporto alla commissione».
In accordo con quanto previsto da Pacheco, la CCJ potrebbe concludere l’apprezzamento della denuncia oggi mercoledì 12, per iniziare, domani la discussione nella riunione generale della Camera e poter chiudere il processo prima del periodo di vacanze previsto dal giorno 18,