Cuba l’isola ferita

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Rabbia ed impotenza si uniscono al dolore per le più recenti vittime del terrorismo a Barcellona,​​Spagna, poiché coloro che si nascondono dietro un presunto movente politico sono volgari assassini, per cui la vita di un essere umano non conta.

Non gli importa che le bombe, i proiettili e le altre forme utilizzate per uccidere, manchino di nomi per troncare vite innocenti.

I cubani si solidarizzano con il popolo spagnolo, e gli altri che negli ultimi tempi hanno sofferto le conseguenze delle azioni terroristiche, perché sanno cosa vuol dire perdere i propri cari, vedere le proprie fabbriche, centri commerciali, cinema, teatri, scuole, colture e perfino gli allevamenti di animali, destinati all’alimentazione del popolo, distrutti dalla crudeltà di persone prive di sentimenti umani.

Cuba soffrì il suo primo attacco terroristico l’11 ottobre 1959, quando aerei, provenienti dagli USA, bombardarono zuccherifici nelle province di Pinar del Rio e Camaguey, al fine di sabotare la sua principale industria.

Il 21 ottobre dello stesso anno, un altro velivolo proveniente dagli USA sparò su diverse strade dell’Avana, uccidendo due passanti e ferendo 45 persone. L’autore fu Pedro Luis Díaz Lanz, esiliato a Miami, che riconobbe, davanti all’FBI, essere l’autore dell’attentato. Non fu mai condannato.

Il 4 marzo 1960, scoppiava, nel porto dell’Avana, la prima bomba collocata segretamente nella nave francese La Coubre, da mani assassine pagate dalla CIA. Trenta minuti più tardi, mentre centinaia di persone aiutavano i feriti, ne scoppiava una seconda, molto più potente, uccidendo 101 lavoratori ed umili cittadini, un numero imprecisato di dispersi e più di 200 feriti.

Sono trascorsi 57 anni dall’atto di terrorismo più amaro della storia di Cuba e ancora i documenti non sono stati declassificati.

Il 13 aprile 1961, un artefatto incendiario, fornito dalla CIA, causò un incendio nel più lussuoso centro commerciale dell’Avana; nell’atto terroristico morì, bruciata viva, la dipendente Fe del Valle. Altri centri simili furono incendiati come Ten Cent della catena F.W. Woolworth. Co., La Epoca, cinema, teatri e scuole, lasciando la loro scia di morti e feriti.

Uno di quegli autori è Carlos Alberto Montaner, che vive libero e senza essere processato come terrorista.

Di fronte a tali fatti non si ebbe solidarietà con Cuba, né condanne della CIA come, invece, si osserva oggi quando si verificano atti simili in Europa.

Una relazione elaborata dall’ispettore generale della CIA, Lyman Kirkpatirck, pubblicata nel Miami Herald, il 1 marzo 1998, afferma: “… Nel febbraio del 1961 si realizzarono 6 operazioni di successo anfibie, che portarono armi ed esplosivi, così come due lanci, con paracadute, coronati da successo, anche a marzo …”

Altri rapporti declassificati assicurano che la CIA introdusse illegalmente 75 tonnellate di esplosivi ed armi, attraverso 30 missioni aeree, più 46,5 tonnellate in 33 missioni di infiltrazione via mare, per rifornire gruppi terroristici.

Un memorandum elaborato dal Colonnello Jack Hawkins, Capo della sezione del personale paramilitare nel Centro di Operazioni della task force della CIA, nella denominata Operazione Cubana, segnala sfacciatamente: “… Durante il periodo compreso tra ottobre 1960 ed il 15 aprile 1961, si perpetrarono circa 110 attentati dinamitardi contro obiettivi politici ed economici, si collocarono più di 200 bombe. Si deragliarono 6 treni, si rese inattiva la raffineria di Santiago de Cuba, per una settimana, a seguito di un attacco a sorpresa dal mare. Si provocarono più di 150 incendi contro centri statali e privati, tra cui 21 case di comunisti e 800 incendi nelle piantagioni di canna da zucchero. […] Queste operazioni ebbero un notevole successo. Le imbarcazioni che prestarono servizio da Miami a Cuba consegnarono più di 40 tonnellate di armi, esplosivi ed attrezzature militari ed infiltrarono e prelevarono un gran numero di persone … “

Nulla sfuggì al terrorismo realizzato contro Cuba, ambasciate, consolati ed uffici commerciali in Canada, Portogallo Spagna, Argentina, New York, furono ​​bersaglio di esplosioni, dove morirono o furono feriti molti funzionari cubani.

Neppure si ebbe la solidarietà dai governi alleati degli USA; il popolo cubano pianse, solo, le sue vittime.

Il 6 ottobre 1976, un aereo della compagnia aerea Cubana de Avión, procedente dalle Barbados, con 73 passeggeri, esplose in pieno volo. Non si ebbero sopravvissuti. Uno degli autori del tenebroso crimine è Luis Posada Carriles.

Nel settembre del 1997, diverse bombe esplosero a catena in cinque alberghi della capitale cubana. In questi eventi morì un turista italiano (Fabio di Celmo) e molte persone ferite.

Posada Carriles diresse l’intera operazione e oggi vive felicemente a Miami senza essere disturbato dall’FBI.

Per scegliere, Cuba, un percorso diverso da quello tracciato da Washington, il suo popolo ha dovuto pagarlo con migliaia di atti terroristici organizzati e finanziati dalla CIA, sotto gli ordini diretti della Casa Bianca.

Un piano declassificato testimonia che l’8 giugno 1963 il Consiglio di Sicurezza Nazionale USA approvò il piano CIA, la “Politica segreta e programma integrato di azioni proposte verso Cuba”, per compiere atti terroristici contro l’economia dell’isola.

Rivelando tutta la sua perversità e assenza di principi umani, detto piano esprime: “Ci saranno fallimenti con la conseguente perdita di vita e accuse contro gli USA, ciò che provocherà critiche in casa e fuori. Nessuna di tali previste conseguenze dovrà farci cambiare il nostro corso se il programma esposto possa aspettarsi abbia successo”.

Cuba è un’isola ferita dal terrorismo e, benché mancò la condanna dell’Europa e di altri paesi del mondo, ebbe la solidarietà dei popoli, che non si sbagliano; per questo si alza, ogni giorno, con un ampio sorriso per ricevere coloro che desiderano comprovare la realtà di un paese sopravvissuto a tanto odio yankee.

Non per nulla Jose Marti affermò: “Né alloro né corona necessita chi respira coraggio”.


Cuba la Isla herida

Por Arthur González

Rabia e impotencia se unen al dolor por las más recientes víctimas del terrorismo en Barcelona, España, porque los que se esconden detrás de un supuesto móvil político son vulgares asesinos, para los que la vida de un ser humano no cuenta.

No les importa que las bombas, las balas y otras formas empleadas para matar, carezcan de nombres para truncar vidas inocentes.

Los cubanos se solidarizan con el pueblo español y otros que en los últimos tiempos han sufrido las consecuencias de acciones terroristas, porque saben lo que es perder a sus seres queridos, ver sus fábricas, centros comerciales, cines, teatros, escuelas, sembrados y hasta sus crías de animales destinados a la alimentación del pueblo, destruidos a causa de la crueldad de personas carentes de sentimientos humanos.

Cuba sufrió su primer golpe terrorista el 11 de octubre de 1959, cuando aviones procedentes de Estados Unidos, bombardearon centrales azucareros en las provincias de Pinar del Rio y Camagüey, con el propósito de sabotear su principal industria.

El 21 de octubre del mismo año, otra aeronave procedente de Estados Unidos tiroteó varias calles de La Habana, matando a dos transeúntes e hiriendo a 45 personas. El autor fue Pedro Luis Díaz Lanz, exiliado en Miami, quien reconoció ante FBI, ser el autor del incidente. Nunca fue sancionado.

El 4 de marzo de 1960, explotaba en el puerto de La Habana, la primera bomba colocada subrepticiamente en el buque francés La Coubre, por manos asesinas pagadas por la CIA. Treinta minutos más tarde, mientras cientos de personas auxiliaban a los heridos, estallaba la segunda con mucho más poder, causando la muerte de 101 trabajadores y de humildes ciudadanos, un número indeterminado de desaparecidos y más de 200 heridos.

Han pasado 57 años del acto de terrorismo más amargo de la historia de Cuba y aun los documentos no han sido desclasificados.

13 de abril de 1961, una petaca incendiaria suministrada por la CIA, provocó un fuego en el centro comercial más lujoso de La Habana, En el hecho terrorista murió quemada viva, la dependiente Fe del Valle. Otros centros similares fueron incendiados como el Ten Cent, de la cadena F.W. Woolworth. Co., La Época, cines, teatros y escuelas, dejando su estela de muertos y heridos.

Uno de aquellos autores es Carlos Alberto Montaner, quien vive libre y sin ser juzgado por terrorista.

Ante tales hechos no hubo solidaridad con Cuba, ni condenas a la CIA, como se observa hoy cuando suceden actos similares en Europa.

Un informe elaborado por el inspector general de la CIA, Lyman Kirkpatirck, publicado en el Miami Herald el 1ro de marzo de 1998, afirma: “…En febrero de 1961 se realizaron 6 exitosas operaciones anfibias, llevando armas y explosivos, así como dos exitosos lanzamientos en paracaídas, también en marzo…”

Otros despachos desclasificados aseguran que la CIA introdujo ilegalmente, 75 toneladas de explosivos y armamentos, mediante 30 misiones aéreas, más 46,5 toneladas en 33 misiones de infiltración por vía marítima, para abastecer a grupos terroristas.

Un memorando elaborado por el Coronel Jack Hawkins, Jefe de la sección de personal paramilitar en el Centro de Operaciones de la fuerza de tarea de la CIA, en la denominada Operación Cubana, señala sin pudor: “…Durante el período comprendido entre octubre de 1960 y el 15 de abril de 1961, se perpetraron alrededor de 110 atentados dinamiteros contra objetivos políticos y económicos, se colocaron más de 200 bombas. Se descarrilaron 6 trenes, se dejó inactiva la refinería de Santiago de Cuba durante una semana, como resultado de un ataque sorpresivo desde el mar. Se provocaron más de 150 incendios contra centros estatales y privados, incluyendo 21 viviendas de comunistas y 800 incendios en plantaciones de caña […] Esas operaciones lograron un éxito considerable. Las embarcaciones que prestaban servicio de Miami a Cuba entregaron más de 40 toneladas de armas, explosivos y equipos militares e infiltraron y sacaron a un gran número de personal…”

Nada escapó al terrorismo ejecutado contra Cuba, embajadas, consulados y oficinas comerciales radicas en Canadá, Portugal España, Argentina, New York, fueron blanco de explosiones, donde murieron y fueron heridos muchos funcionarios cubanos.

Tampoco hubo solidaridad de gobiernos aliados a Estados Unidos; el pueblo cubano lloró solo a sus víctimas.

El 6 de octubre de 1976 un avión de la aerolínea Cubana de Avión, procedente de Barbado con 73 pasajeros, estalló en pleno vuelo. No hubo sobrevivientes. Uno de los autores del tenebroso crimen es Luis Posada Carriles.

En septiembre de 1997, varias bombas estallaron en cadena en cinco hoteles de la capital cubana. En esos hechos murió un turista italiano y muchas personas resultaron heridas.

Posada Carriles dirigió toda la operación y hoy vive feliz en Miami sin ser molestado por el FBI.

Por escoger Cuba un camino diferente al trazado por Washington, su pueblo ha tenido que pagar con miles de actos terroristas organizados y financiados por la CIA, bajo las órdenes directas de la Casa Blanca.

Un plan desclasificado hace contar que el 8 de junio de 1963, el Consejo de Seguridad Nacional de Estados Unidos le aprobó a la CIA, la “Política encubierta y programa integrado de acciones propuestas hacia Cuba”, para llevar a cabo actos terroristas contra la economía de la Isla.

Revelando toda su perversidad y ausencia de principios humanos, dicho plan expresa: “Habrá fracasos con la consecuente pérdida de vida y acusaciones contra EE.UU. que resultarán en críticas en casa y afuera. Ninguna de esas consecuencias esperadas deberá hacernos cambiar nuestro curso si el programa expuesto puede esperarse tenga éxito”.

Cuba es una isla herida por el terrorismo y a pesar de que faltó la condena de Europa y de otros países del mundo, tuvo la solidaridad de los pueblos, esos que no se equivocan; por eso se levanta cada día con una sonrisa amplia para recibir a quienes desean comprobar la realidad de un país sobreviviente de tanto odio yanqui.

No por gusto afirmó José Martí: “Ni laurel ni corona necesita quien respira valor”.

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