Perché Cuba invia medici contro l’Ebola?

http://miradasencontradas.wordpress.com

medicos-cubanos-2

Questo 12 settembre Cuba è stata notizia nel mondo. In una conferenza stampa tenutasi a Ginevra, il ministro della Salute, Roberto Morales, ha annunciato l’invio di personale medico in Sierra Leone per combattere l’Ebola. Per la prima settimana di ottobre staranno nel paese africano 103 infermieri e 62 medici.

Immediatamente Margaret Chan, Direttrice Generale dell’OMS ha dichiarato che è il maggior contributo di personale sanitario realizzato da un paese per aiutare a controllare l’epidemia. Quello stesso giorno, Stéphane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu, Ban Ki Monn, ha detto: “Il Segretario Generale accoglie con soddisfazione l’annuncio fatto dal governo cubano”.

Capisco che è difficile per molti, al di fuori della mia patria, comprendere questo gesto umanitario di Cuba, quando affronta un ferreo blocco economico, finanziario e commerciale degli Stati Uniti. Tuttavia, per i cubani non ci sono sorprese. Uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema sanitario è la solidarietà internazionale, sulla base del principio di condividere ciò che abbiamo.

Senza retorica ed adempiendo al precetto martiano che “il modo migliore di dire è fare” è sicuro che Cuba ha portato la sua cooperazione medica ai più bisognosi di fronte a disastri naturali ed epidemie dall’inizio del trionfo della Rivoluzione.

Per la portata globale e multiforme di questa cooperazione, è molto difficile comprendere in un solo lavoro tutte le azioni intraprese dai nostri medici in più di cinque decenni. Quindi, citerò solo alcuni dei momenti e progetti medici che ritengo più importanti e che mostrano questa consecuzione nell’attuazione del principio di solidarietà internazionale del nostro sistema sanitario:

1.- Nel 1960 Cuba invia aiuti in Cile di fronte ai danni del terremoto di Valdivia, che avvenne il 22 maggio con una magnitudo di 9,6 MW, 2. e che causò circa 2000 morti e 2 milioni di senza tetto.

2.- Il 23 maggio 1963, partono per l’Algeria 55 collaboratori che sono considerati come la prima brigata medica nella storia della cooperazione internazionale del nostro paese.

3.- Nel 1985, il C.te Fidel Castro offre immediato aiuto al governo messicano a fronte del devastante terremoto del 19 settembre di quell’anno. Nel 2005 si è offerto di inviare 200 medici in Messico per assistere le vittime degli uragani Stan e Wilma. Nel 2007 arrivano a Villahermosa, cinquanta medici e due tonnellate di medicinali per affrontare la tracimazione di fiumi e dighe che sommerse l’80% del territorio di Tabasco.

4.- Alla fine degli anni ’90 si producono eventi naturali nella zona del Centro America e dei Caraibi (uragani George – agosto 1998 – e Mitch – ottobre 1998 -). Il quotidiano El Pais annuncia nella sua edizione del 25 novembre 1998: “Il presidente cubano, Fidel Castro, ha ribadito questo fine settimana a L’Avana la disposizione del suo Governo di inviare immediatamente e gratuitamente un contingente di duemila medici per lavorare in Honduras e negli altri paesi colpiti dall’uragano Mitch. Castro ha assicurato, che se fosse necessario, i medici cubani potrebbero prestar servizio a tempo indefinito nei luoghi più remoti e carenti di assistenza medica. Come aiuto ai paesi colpiti dall’uragano, il presidente cubano ha anche offerto la concessione, quest’anno, di un migliaio di borse di studio a giovani centroamericani che desiderino studiare medicina nel suo paese, all’interno di un piano globale di formazione di 5000 medici sull’isola, nel giro di 10 anni”.

5.- Il 4 dicembre 1998 giunge ad Haiti la prima brigata medica per haitiaffrontare l’assalto dell’uragano Georges. Quando martedì 12 gennaio 2010 la nazione caraibica è scossa da un terremoto di 7,0 gradi, ancora nostri medici rimangono in terra haitiana e gli aiuti non si fecero attendere. Nelle due settimane successive al terremoto che causò 316.000 decessi la brigata curò 34500 pazienti, 2728 operazioni – di esse 1297 interventi chirurgici di alta complessità – 380 amputazioni degli arti superiori e 644 degli arti inferiori. Da allora, la cooperazione è stata ininterrotta, inclusa la battaglia contro un’epidemia di colera che ha anche causato migliaia di morti. In questi anni, il personale cubano ha prestato più di 18 milioni di visite mediche, effettuato oltre 300000 interventi chirurgici, salvato 300000 vite e restituito la vista a circa 53mila persone.

6.- Il 25 agosto 2005 su indicazioni di Fidel è costituita la Brigata Henry Reeve per aiutare le persone colpite dall’uragano Katrina negli Stati Uniti. Il contingente era composto da 1586 medici, va osservato che dati forniti dallo stesso Fidel indicavano che Cuba aveva in quel momento: 130000 professionisti della salute a livello universitario, di cui 25845 compiendo missione internazionale in 66 paesi. Curando una popolazione di 85154748 abitanti, 34700000 in America Latina e Caraibi e 50400000 in Africa e Asia. Di loro, 17651 erano medici, 3069 dentisti, 3117 tecnici sanitari in ottica e in altre aree. Gli Stati Uniti per motivi politici rifiutarono l’aiuto di Cuba. Secondo i dati del Ministero della Salute Pubblica, ad oggi, 10000 cooperanti cubani hanno integrato il contingente Henry Reeve e 4156 di loro hanno già completato le missioni in sette paesi: Guatemala, Pakistan, Bolivia, Indonesia, Messico, Perù e Cina .

7.- Pochi giorni dopo la sua costituzione, la Brigata Henry Reeve si recava in Pakistan su cui si era abbattuto il terremoto dell’8 ottobre 2005 che causò la morte di circa 45.000 pakistani e lasciò senza casa più di 3 milioni persone. Il saldo della cooperazione con questo paese fratello fu: 2379 professionisti inviati, che curarono 1,8 milioni di persone, facendo circa 601369 consultazioni, salvando 1315 vite, sino al gennaio 2006 Come dato di enorme valore notiamo che lo scorso febbraio si sono laureati a Cuba i primi 300 studenti pakistani in medicina nell’ELAM.

8.- A causa del terremoto in Indonesia, 27 maggio 2006, Cuba inviò 135 medici in una delegazione che curò 1000 pazienti al giorno sull’isola di Java, rimanendovi un totale di 8 mesi.

9.- Presenza di una brigata medica in Bolivia, dal 2005, anno in cui ebbe inizio l’Operazione Miracolo che ha restituito la vista a più di 661229 boliviani. Attualmente i membri del Contingente Henry Reeve forniscono servizi in nove dipartimenti del paese,  in 52 delle sue 112 province e in 65 dei suoi 337 comuni. La cura è gratuita in 32 ospedali integrali di comunità, 135 consultori, 6 centri oculistici e una clinica. Venezuela, Ecuador e Brasile, contano anche sull’aiuto solidario di medici cubani, in base a diverse forme di cooperazione.

10.- Il 27 febbraio 2010 il Cile si è visto colpito da un terremoto di 8,8 gradi. Cuba ha inviato 34 professionisti tra i quali s’includono medici, infermieri, tecnici, psicologi e personale amministrativo. Solo nella città di Chillán realizzano 285000 interventi chirurgici e 29000 visite specialistiche. Nel frattempo, considerando l’ospedale installato a Rancagua, la cifra sale a oltre 3000 interventi chirurgici e 79000 visite nei nove mesi in cui hanno fornito i loro servizi.

Ulteriori dati della cooperazione medica di Cuba nel mondo:

elamFondazione dell’ELAM: Nel novembre 1999 s’inaugura a L’Avana la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), come parte del Programma Integrale di Salute (PIS). Subito dopo che i paesi della regione ebbero  sofferto il passaggio degli uragani Georges e Mitch. Il 21 novembre 1998, il Presidente Fidel Castro lancia l’idea di creare, a Cuba, una scuola per formare, gratuitamente come medici, i giovani provenienti da nazioni dell’America Centrale e dei Caraibi. Il 20 agosto 2005 si ha la prima laurea di 1610 medici. L’unica cosa che si richiede ai giovani (di età compresa tra 17 e i 25 anni), è che una volta laureati ritornino ai loro villaggi e quartieri umili per mettere in pratica ciò che hanno imparato. Le matricole della Scuola sono 1500 studenti all’anno, circa 10 mila studenti nei diversi anni di corso. Oggi l’ELAM ha studenti provenienti da tutti i continenti, tra cui nordamericani.

Operazione Miracolo: Inizia l’8 luglio 2004 come strategia sanitaria per ridurre la cecità prevenibile nei Caraibi, Centro e Sud America. Fino al luglio 2014, circa 3 milioni di persone, di 34 paesi, sono state beneficiate da questo progetto, compresi pazienti africani.

Cuba ha aiutato, dagli anni ’70, alla fondazione di scuole mediche in paesi come:  Yemen, Guyana, Etiopia, Uganda, Ghana, Gambia, Guinea Equatoriale, Haiti, Guinea-Bissau, Timor Est e altri. In Africa, la solidarietà e l’internazionalismo cubano hanno una vasta attuazione; vale la pena ricordare che più di 300.000 cubani hanno combattuto in Angola, dal 1975, per affrontare l’intervento del regime razzista del Sud Africa, contribuendo alla definitiva liberazione della Namibia e all’abolizione del regime dell’apartheid.

Nessuna sorpresa, lì ci saranno i cubani a combattere l’Ebola, come una volta, a costo della loro vita, hanno combattuto contro l’apartheid. Non arriveranno in atteggiamento da combattimento, né armati fino ai denti come truppe interventiste, arriveranno con i loro camici bianchi per salvare le vittime di una crudele epidemia. Il loro unico trofeo sarà salvare vite umane.

¿Por qué Cuba envía médicos contra el ébola?

Este 12 de septiembre Cuba fue noticia en el mundo. En conferencia de prensa efectuada en Ginebra, el ministro de Salud, Roberto Morales, anunciaba el envío de personal médico a Sierra Leona para combatir el ébola. Para la primera semana de octubre estarán en el país africano 103 enfermeras y 62 médicos.

De inmediato Margaret Chan, directora general de la OMS declaraba que es la mayor contribución de personal de atención realizado por un país para ayudar a controlar la epidemia. Ese mismo día, Stéphane Dujarric, portavoz del secretario general de la ONU, Ban Ki Monn, expreso: “El secretario General acoge con satisfacción el anuncio hecho por el Gobierno cubano”.

Entiendo que es difícil para muchos fuera de mi patria comprender este gesto humanitario de Cuba, cuando enfrenta un férreo bloqueo económico, financiero y comercial de Estados Unidos. Sin embargo, para los cubanos no hay sorpresas. Uno de los pilares fundamentales de nuestro sistema de salud es la solidaridad internacional, sustentado en el principio de compartir lo que tenemos.

Sin retóricas y cumpliendo con el precepto martiano de que “la mejor manera de decir es hacer”, lo cierto es que Cuba ha llevado su cooperación médica a los más necesitados ante catástrofes naturales y epidemias desde el principio del triunfo de la Revolución.

Por el alcance global y multifacético de esta cooperación, es muy difícil abarcar en un solo trabajo todas las acciones emprendidas por nuestros médicos en más de cinco décadas. Es así, que mencionare solo algunos de los momentos y proyectos médicos que considero más destacados y que muestran esta consecuencia en la ejecución del principio de la solidaridad internacional de nuestro sistema de salud:

1.- En 1960 Cuba envía ayuda a Chile ante las afectaciones del terremoto de Valdivia, que ocurre el 22 de mayo con magnitud de 9,6 MW,2. y que ocasiono alrededor de dos mil muertos y dos millones de damnificados.

2.- El 23 de mayo de 1963, parten hacia Argelia 55 colaboradores que son considerados como la primera brigada médica en la historia de la cooperación internacional de nuestro país.

3.- En 1985, el Comandante en Jefe Fidel Castro ofrece ayuda de inmediato al Gobierno mexicano ante devastador sismo del 19 de septiembre de ese año. En 2005 se ofrece enviar 200 médicos a México para asistir a las víctimas de los huracanes Stan y Wilma . En 2007 llegan a Villahermosa, medio centenar de médicos y dos toneladas de medicinas para enfrentar el desborde de ríos y represas que sumergió el 80 por ciento del territorio de Tabasco.

4.- Al final de los años de 1990 se producen eventos naturales en el área de Centroamérica y el Caribe (Huracanes George -agosto 1998- y Mitch -octubre 1998-). El diario El País anunciaba en su edición del 25 de noviembre de 1998: “El presidente cubano, Fidel Castro, reiteró este fin de semana en La Habana la disposición de su Gobierno de enviar de forma inmediata y gratuita un contingente de dos mil médicos a trabajar a Honduras y al resto de los países afectados por el huracán Mitch. Castró aseguró que, en caso de que hiciese falta, los médicos cubanos podrían prestar servicios por tiempo indefinido en los lugares más apartados y que carezcan de asistencia médica. Como ayuda a los países damnificados por el huracán, el mandatario cubano ofreció además conceder este año mil becas a jóvenes centroamericanos que deseen estudiar medicina en su país, dentro de un plan global de formación de 5 mil médicos en la isla en un plazo de 10 años”.

5.- El 4 de diciembre de 1998 llega a Haití la primera brigada médica para enfrentar el embate del huracán Georges. Cuando el martes 12 de enero de 2010 la nación caribeña es estremecida por un sismo de 7.0 grados, aun nuestros galenos se mantenían en tierra haitiana y la ayuda no se hizo esperar. En las dos semanas subsiguientes al terremoto que cobro 316 mil víctimas fatales, la brigada atendió a 34 mil 500 pacientes, 2 mil 728 operaciones -de ellas, mil 297 cirugías de alta complejidad-, 380 amputaciones de miembros superiores y 644 de miembros inferiores. Desde entonces la cooperación ha sido ininterrumpida, incluyendo la batalla contra una epidemia de cólera causante también de miles de muertes. En estos años, el personal cubano prestó más de 18 millones de atenciones médicas, realizó más de 300 mil intervenciones quirúrgicas, salvó 300 mil vidas y devolvió la visión a unas 53 mil personas.

6.- El 25 de agosto de 2005 por orientaciones de Fidel queda constituida la Brigada Henry Reeve para apoyar a los afectados por el huracán Katrina en Estados Unidos. El contingente lo integraban 1586 médicos, vale destacar que datos ofrecidos por el propio Fidel indicaban que Cuba tenía en esos momentos: 130 mil profesionales de la salud de nivel universitario, de los cuales 25 mil 845 cumplían misión internacional en 66 países. Atendiendo una población de 85 millones 154 mil 748 habitantes, 34 millones 700 mil en América Latina y el Caribe y 50 millones 400 mil en África y Asia. De ellos, 17 mil 651 eran médicos, 3 mil 69, estomatólogos, 3 mil 117 tecnólogos de la salud en ópticas y otras áreas. Estados Unidos por razones políticas rechazo la ayuda de Cuba. De acuerdo con datos del Ministerio de Salud Pública, hasta la actualidad,10 mil cooperantes cubanos han integrado el contingente Henry Reeve y 4 mil 156 de ellos ya cumplieron misiones en siete países: Guatemala, Pakistán, Bolivia, Indonesia, México, Perú y China.

7.- Unos días más tarde de su constitución, la Brigada Henry Reeve viaja a Pakistán que se ve abatida por el terremoto del 8 de octubre de 2005, que ocasiono la muerte de unos 45 mil paquistaníes y deja sin hogar a más de tres millones de personas. El balance de la cooperación con este hermano país fue: 2 mil 379 profesionales enviados, que atendieron a 1.8 millones de personas, realizando unas 601 mil 369 consultas, salvando mil 315 vidas hasta enero del 2006. Como dato de enorme valor apuntamos que el pasado mes de febrero se graduaron en Cuba los primeros 300 estudiantes pakistaníes de medicina en la ELAM.

8. Debido al terremoto de Indonesia del 27 de mayo de 2006, Cuba envió 135 médicos en una delegación que atendió a 1000 pacientes por día en la Isla de Java, quedándose un total de 8 meses.

9.- Presencia de una brigada médica en Bolivia desde 2005, año en el que se inició la Operación Milagro que ha devuelto la vista a más de 661 mil 229 bolivianos. En la actualidad integrantes del contingente Henry Reeve brindan servicios en nueve departamentos del país, en 52 de sus 112 provincias y en 65 de los 337 municipios. La atención es gratuita en 32 hospitales integrales comunitarios, 135 consultorios, seis centros oftalmológicos y una clínica de colaborador. Venezuela, Ecuador y Brasil, cuentan también con la ayuda solidaria de médicos cubanos, atendiendo a diferentes modalidades de cooperación.

10.- El 27 de febrero de 2010 Chile se ve afectado por un sismo de 8.8 grados. Cuba envía 34 profesionales entre los que se cuentan, médicos, enfermeras, tecnólogos, psicólogo y personal administrativo. Solo en la ciudad de Chillán realizan mil 285 intervenciones quirúrgicas y 29 mil atenciones de especialidad. En tanto, considerando el hospital instalado en Rancagua, la cifra se elevo a más de 3 mil intervenciones quirúrgicas y 79 mil atenciones en los nueve meses que brindaron sus servicios.

Otros datos de la cooperación médica de Cuba para el mundo:

Fundacion de la ELAM: En noviembre de 1999 se inaugura en La Habana la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM), como parte del Programa Integral de Salud (PIS). Precisamente después de que los países de la región sufrieran el paso de los huracanes Georges y Mitch. El 21 de noviembre de 1998, el Presidente Fidel Castro lanza la idea de crear en Cuba una escuela para formar, gratuitamente como médicos, a jóvenes procedentes de naciones de Centroamérica y el Caribe. El 20 de agosto de 2005 se efectúa la primera graduación de 1610 médicos. Lo único que se les exige a los jóvenes (de entre 17 y 25 años) es que una vez recibidos regresen a sus localidades o barriadas humildes a ejercer allí y devolver lo aprendido . La matrícula de la Escuela es de 1500 estudiantes por año, para un aproximado de 10 mil estudiantes en los diferentes años de la carrera. En la actualidad la ELAM cuenta con estudiantes de todos los continentes, incluidos norteamericanos.

Operación Milagro: Se inicia el 8 de julio de 2004 como estrategia de salud para reducir la ceguera prevenible en la región del Caribe, centro y sur América. Hasta julio de 2014, unas tres millones de personas, de 34 países, han sido beneficiadas por este proyecto, incluidos pacientes africanos.

Cuba ha ayudado desde la década de los 70 a la fundación de escuelas de medicina en países como: Yemen, Guyana, Etiopía, Uganda, Ghana, Gambia, Guinea Ecuatorial, Haití, Guinea-Bissau, Timor Oriental y otros. En cuanto a África, la solidaridad y el internacionalismo cubano tienen una amplia ejecutoria, vale citar, que más de 300 mil cubanos combatieron en Angola desde 1975 para enfrentar el intervencionismo del régimen racista sudafricano, contribuyendo a la definitiva liberación de Namibia y abolición del régimen del apartheid.

No hay sorpresas, allí estarán los cubanos para combatir el ébola, como una vez al costo de sus vidas, lucharon contra el apartheid. No llegarán en zafarrancho de combate, ni armados hasta los dientes como tropas intervencionistas, llegarán con sus batas blancas para salvar a victimas de una cruel epidemia. Su único trofeo será salvar vidas.

 

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.