di Misión Verdad traduzione di Marx21.it
Nei giorni scorsi sono stati arrestati otto dirigenti della Divisione Occidentale di PDVSA (l’impresa petrolifera di stato venezuelana) per corruzione, in relazione alla gestione di una società mista russo-venezuelana. Secondo le autorità giudiziarie i fatti venuti alla luce si inseriscono nel contesto di un’azione diretta a pregiudicare le relazioni tra Mosca e Caracas, a cui non sarebbe estraneo lo stesso governo statunitense.
Il caso
Secondo il sito La Tabla, l’indagine avviata dal Pubblico Ministero ha riscontrato presunte irregolarità nell’acquisto di sostanze chimiche per il processo di lavorazione del greggio, atti di sabotaggio come il ritardo nella manutenzione correttiva e preventiva necessaria ai processi di produzione e la deviazione di importanti quantità di greggio e di gas che hanno colpito la produzione di Petrozamora.
Ecco perché sono stati arrestati otto dei nove dirigenti coinvolti, tra cui Gustavo Malavé, direttore esecutivo per lo Sfruttamento e la Produzione di Pdvsa Occidente e Juan Carlos Romero, presidente di Petrozamora. L’avvocato generale della Repubblica Tarek William Saab ha informato che è stato spiccato un mandato di arresto contro Bernardo Atencio, ex vice-direttore della Produzione Occidente di Pdvsa.
Saab ha inoltre dichiarato che i danni patrimoniali causati da questi fatti sono “di milioni di dollari e si registrano da quasi due anni”. Ha anche informato che il Pubblico Ministero sta creando diversi tavoli di lavoro insieme a Pdvsa nell’ambito delle indagini su atti di corruzione in questa impresa.
In questo contesto, ha considerato il caso “esemplare” e ha messo in guardia contro coloro che vogliono nascondere gli episodi di corruzione.
Un attacco agli accordi con imprese russe
Il Procuratore Generale ha anche rilevato che gli atti di sabotaggio e corruzione in Petrozamora erano destinati a danneggiare i soci russi di Gazprombank che sono proprietari del 40% dell’impresa mista e che nel 2015 avevano presentato una denuncia in merito a questi delitti in Pvdsa.
E’ proprio la denuncia presentata dai soci russi a rivelare la grave situazione di ruberie e furti nei vari impianti di Petrozamora, compresi quelli di connettori e altre componenti elettriche nei campi Lagunillas Tierras e Bachaquero Tierra, che hanno provocato un calo della produzione di 3.000 barili al giorno, come segnalato da La Tabla.
Ma questa azione non è stata la più dannosa nei confronti della produzione della compagnia. Nello stesso 2015 c’è stato un attacco alla fornitura elettrica delle stazioni di flusso, che ha causato la perdita della produzione di 21.000 barili al giorno, secondo quanto rivela il portale web.
La stessa fonte ha riferito della conclusione preliminare dell’indagine del Ministero Pubblico e della Dgcim, che evidenzia l’esistenza di un prolungato processo indirizzato a ridurre la fornitura del gas richiesto per l’estrazione del greggio. Un obiettivo diretto a “danneggiare la relazione con la Russia e a destabilizzare l’economia venezuelana attraverso l’eventuale rottura dell’accordo con Mosca”.
Secondo l’indagine “non è scartata la partecipazione di soggetti dell’opposizione al sabotaggio, e neppure si esclude che i dirigenti coinvolti abbiano ricevuto offerte dagli Stati Uniti allo scopo di pregiudicare il governo”.
A questo proposito, il procuratore generale Saab ha informato che il caso sarà presentato alla Corte Suprema di Giustizia a Caracas, a conferma del carattere importante attribuito alla lotta contro la corruzione in Pvdsa da parte da parte della giustizia venezuelana nel contesto delle sanzioni contro il paese. La compagnia petrolifera di stato è la principale fonte di entrate per il paese, e per questa ragione stipula accordi con soci stranieri essenziali per la costruzione di alleanze strategiche che permettano al Venezuela di fronteggiare l’assedio geopolitico imposto dalle grandi corporazioni.