Precipitata la decisione USA di ridurre il personale diplomatico

Le autorità cubane considerano «precipitata» la decisione del Dipartimento di Stato d’applicare tagli al suo  personale diplomatico a L’Avana ed hanno assicurato che la misura  «danneggerà  le relazioni bilaterali».


Secondo la direttrice generale per gli Stati Uniti del Ministero delle Relazioni Estere  (Minrex), Josefina Vidal, le aree che ne risentiranno sono la cooperazione in temi d’interesse reciproco e gli scambi di diversa natura che realizzano i due paesi.

Dopo  il 17 dicembre del 2014, quando si annunciò la volontà di ristabilire i vincoli diplomatici tra L’Avana e Washington, sono stati firmati una ventina di accordi in differenti materie che vanno dalla protezione dell’ambiente allo scambio su temi della sicurezza.

Inoltre a  livello diplomatico si conta su meccanismi bilaterali per dare un seguito ai  vincoli.

In accordo con il comunicato  del segretario di Stato nordamericano, Rex Tillerson, Washington ha ordinato venerdì  29 la partenza del personale non essenziale assegnato alla sua ambasciata a L’Avana, con le  famiglie.

La decisione si deve   «a motivi di sicurezza »,  ma si mantengono le relazioni diplomatiche con Cuba, e i lavori statunitensi nell’Isola continuano ad essere guidati da interessi di sicurezza  nazionale e di politica estera del paese.

«L’Ambasciata  sarà ridotta al personale d’emergenza per minimizzare il numero dei diplomatici che rischiano  d’essere esposti a danni», ha precisato.

La misura presa da Washington risponderebbe ai presunti incidenti che avrebbero danneggiato il suo personale nella capitale cubana dalla fine  dell’anno scorso a poche settimane fa.

Tillerson ha precisato che i diplomatici con presunti danni mostrano una serie di sintomi fisici tra i quali  « la perdita dell’udito,  vertigini, mal di testa, stanchezza,  problemi della conoscenza e difficoltà per dormire».

Lo stesso comunicato del Dipartimento di Stato riconosce che i suoi investigatori  «non sono stati capaci di determinare chi  è il responsabile o cosa sta provocando questi attacchi » .

«Il Dipartimento (di Stato) non ha una risposta definitiva sulla causa o la fonte degli attacchi  è  incapace di raccomandare alcuna forma per mitigare l’esposizione » alla detta minaccia, aggiunge.

Dopo aver letto il comunicato  Josefina Vidal ha fatto alcune brevi dichiarazioni alla stampa, specificando che  il Gobierno cubano «non ha  alcuna responsabilit+a con i fatti che si descrivono e compie seriamente e  rigorosamente gli obblighi della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche del 1961, per rispettare  la protezione dell’integrità dei  funzionari diplomatici stranieri  accreditati a Cuba e i loro familiari senza eccezioni ».

Poi ha ricordato l’avviso  del cancelliere cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, rispetto al fatto negativo che gli Stati Uniti prendano «decisioni affrettate  e senza basi o prove e senza risultati investigativi concludenti ».

«In accordo  con i risultati preliminari ottenuti dalle autorità  cubane nelle loro investigazioni, nelle quali sono state considerati i dati apportati dalle autorità degli Stati Uniti, sino al momento non ci sono evidenze delle cause e dell’origine dei problemi di salute riportati dai diplomatici statunitensi », ha riferito Rodríguez Parrilla al segretario Tillerson in una riunione personale appena effettuata in Washington su richiesta  di Cuba.

Inoltre ha reiterato a  Washington la serietà la rapidità e la professionalità con cui le autorità cubane hanno trattato questo tema dalla prima notificazione nel febbraio di quest’anno.

«Abbiamo iniziato per indicazione del più alto livello del governo cubano, un’ investigazione prioritaria dal momento in cui siamo stati informati dei fatti e sono state adottate misure addizionali di protezione dei diplomatici statunitensi e dei loro familiari».

Po ha segnalato che la cooperazione de L’Avana è stata segnalata dai rappresentanti delle agenzie specializzate degli USA  che sono andati a Cuba, a partire del mese di giugno ed ha aggiunto che queste visite sono state valutate positivamente dalle controparti cubane.

Il Cancelliere cubano ha suggerito al suo omologo di non politicizzare un tema di questa natura.

La  Vidal ha segnalato che la volontà di Cuba è continuare una cooperazione attiva tra le autorità dei due paesi per chiarire questi fatti.

Per questo saranno essenziali «la partecipazione e il coinvolgimento  effettivo delle  autorità statunitensi», ha concluso.

LE REAZIONI  INTERNAZIONALI

La reazione  internazionale alle misure di Washington non si è fatta aspettare , con le voci di distinti spettri politici chiamati a misurare e valutare i passi avanti dei vincoli tra i due paesi.

Il Gruppo di  Lavoro  dei due partiti su Cuba, nella Camera dei Rappresentanti degli USA ha respinto il richiamo di tagliare le relazioni diplomatiche e i viaggi tra i due paesi.

«Gli sforzi di rappresaglie senza identificare  i responsabili dei problemi di salute sofferti dai diplomatici nordamericani a L’Avana sono un errore»  aggiunge il comunicato firmato da vari legislatori statunitensi.

«Mentre il Dipartimento di Stato, le forze dell’ordine e le comunità d’intelligenza continuano la loro investigazione, c stimola la volontà del  Governo cubano di servire come socio per risolvere questo tema», hanno aggiunto.

«Una risoluzione rapida e politica è il miglior interesse delle due nazioni e appoggiamo la cooperazione e l’impegno continuati, sino a che si determineranno la fonte e il motivo di questi attacchi», riferisce il comunicato.

Il professore dell’Università Americana di Washington e autore del libro “Diplomazia segreta con Cuba”, William LeoGrande, ha assicurato Granma che «i due paesi hanno ricevuto benefici con la ripresa dei  vincoli diplomatici e nessuno ha interesse in incidenti che pongano in pericolo la cooperazione   diplomatica».

L’Associazione  Statunitense del Servizio Estero, il sindacato che rappresenta  i diplomatici nordamericani, si era dichiarato di recente contro  una riduzione del  personale dell’Ambasciata statunitense a L’Avana.

In una dichiarazione al  portale digitale BuzzFeed, la presidente di questa entità, Barbara Stephenson, ha deto che avevano una missione da compiere.

Secondo lei i funzionari  nordamericani dovrebbero rimanere sul terreno.

Il rappresentante democratico Jim McGovern ha affermato che le misure prese venerdì sono l’esempio più recente di una Casa Bianca «con un’impressionante ignoranza sulla miglior maniera di condurre la politica estera».

«Gli statunitensi non si possono permettere il ritorno alle politiche fallite della Guerra Fredda che hanno diviso le famiglie per 50 anni»,  ha aggiunto McGovern.

Un altro che ha criticato la decisione del Dipartimento di Stato,  con motivazioni molto diverse, è stato il senatore per la Florida d’origine cubana, Marco Rubio.

Il legislatore ha definito le azioni intraprese dagli USA «deboli e inaccettabili» e ha chiamato ad espellere  i diplomatici cubani da Washington.

Rubio ha inviato alcune  settimane fa una lettera a Tillerson domandando la chiusura totale della missione  diplomatica in Cuba e la fine dei vincoli  bilaterali.

La ex capo della Sezione d’Interesse nordamericana a L’Avana, Vicki
Huddleston, ha scritto nel suo spazio  Twitter che le buone relazioni tra i due paesi vanno nell’interesse nazionale degli Stati Uniti, mentre le cattive rispondono all’ossessione del senatore  Rubio con Cuba.

«Il Congresso deve fare pressioni sull’amministrazione per fermare la spirale discendente delle relazioni tra gli USA e Cuba», ha aggiunto  Vicki Huddleston citata da PL.

Marco Rubio appartiene  al gruppo isolato y minoritario della Florida che vuole  intorpidire qualsiasi passo avanti dei vincoli diplomatici, anche se la stragrande maggioranza dell’emigrazione cubana e gli stessi statunitensi in generale sono favorevoli all’avvicinamento.

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