Come in una linea di combattimento avanzata, dove il loro esempio e le loro idee divengono uno scudo della Patria, si sono uniti Céspedes e Mariana a Martí e Fidel, nel cimitero Santa Ifigenia, della Città Eroina, nel 149º anniversario del’inizio delle nostre guerre d’indipendenza.
L’incontro non è casuale. Mette in risalto la ricca storia di una necropoli Monumento Nazionale che più che camposanto, per i valori che custodisce, molti preferiscono chiamarlo “campo di eroi” e museo a cielo aperto che si rinnova come oggi, costantemente, per i cubani e gli amici di altre latitudini .
«L’accoglienza delle ceneri del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz in questa pietra monumentale, ha detto in esclusiva per Granma l’architetto Omar López Rodríguez, direttore dell’Ufficio del Conservatore della Città –, costituisce un vincolo straordinario tra l’esistenza del Mausoleo di José Martí e la presenza del leader storico della Rivoluzione.
«Evidentemente – ha aggiunto –, lo si poteva immaginare, dato che loro sono padri fondatori della nazione. Ma nel cimitero c’era anche il monumento funerario di Carlos Manuel de Céspedes che, per essere ubicato nel corridoio centrale, era molto difficile da unire a questa zona in un vincolo per la venerazione speciale verso i grandi della Patria.
«Così era inevitabile il trasferimento del mausoleo di Céspedes verso la linea principale o parte anteriore del cimitero, e in funzione di questo si era pensato alla possibilità di metterlo a un lato di Martí.
Si è valutato che si portava il Padre della Patria era ugualmente logico che la Madre di tutti i cubani stesse anche lei lì.
Ora si apre al visitatore un fronte patrimoniale di alta stima che innalza la storia di Mariana e Céspedes (iniziatore delle nostre lotte nel 1868) al lato dell’Eroe Nazionale e continuatore nel 95, e vicino al Comandante in Capo, che iniziò nel 1953, quest’unica Rivoluzione che oggi continuiamo.
«Questo – ha precisato Omar López– è il grande senso dell’esumazione dei resti di queste due grandi figure e dell’aver trasferito accuratamente verso questo luogo i loro rispettivi pantheon intatti, ed abbiamo assistito la mattina di questo 10 ottobre all’inumazione dei loro resti nel luogo definitivo.
«Tutto è iniziato nel giugno scorso, un tempo breve ma con molto amore, che nonostante la difficoltà di smontare i numerosi pezzi di marmo del vistoso monumento funerario di Céspedes e la preparazione dell’area in armonia con i valori presenti, dà l’impressione d’esistere lì da molto tempo prima.
Inoltre è stato creato un ambiente, un paesaggio singolare dove domina l’albero nazionale ( la palma reale) e si possono apprezzare un prato naturale molto accurato, di un verde squisito, l’illuminazione con lampade in stile coloniale che propiziano una solennità che facilita a suscita sentimenti, pensieri, riflessioni e meditazioni su queste grandi figure della storia cubana.
Come un libro aperto di storia, dietro a questa prima linea di patrioti seguono per maggior orgoglio nei 9,4 ettari del Santa Ifigenia nientemeno che 29 generali delle guerre d’indipendenza, così come Perucho Figueredo, l’autore dell’Inno Nazionale di Cuba.
Ci sono figure straordinarie come l’indimenticabile Frank País, i Martiri della Moncada, i morti nell’insurrezione e i nostri degni internazionalisti giustamente presenti, tra una significativa rappresentanza della cultura cubana , con Miguel Matamoros, Ñico Saquito, Compay Segundo e Félix B. Caignet.
L’architetto López Rodríguez sostiene che per il popolo cubano e soprattutto per i santiagheri è stata realizzato un elemento importante di devozione patriottica che completa Santa Ifigenia come luogo d’impatto reale per un incontro con la storia nazionale e con la cultura cubana in generale.