da Publico
In riferimento alla posizione assunta da Stati Uniti ed Unione Europea, che hanno deciso di disconoscere in anticipo i risultati delle elezioni regionali celebrate la scorsa domenica in Venezuela, e le preoccupanti informazioni sulla proposta del Governo di Spagna all’Unione Europea affinché vengano imposte nuove sanzioni, noi osservatori spagnoli che abbiamo preso parte a una delle due missioni internazionali di verifica del processo elettorale vogliamo evidenziare i seguenti fatti comprovati da noi stessi in situ:
1) Il processo elettorale di queste regionali ha soddisfatto tutti i requisiti e le garanzie di trasparenza richieste: libertà di campagna e propaganda elettorale per tutti i partiti e candidati – inclusi gli oppositori che hanno partecipato a tutto il processo – ; diritto di voto universale, libero, segreto e diretto; il controllo di tutte queste garanzie attraverso 15 audit di tutte le fasi del processo e dello scrutinio, il tutto avallato dai rappresentanti dell’opposizione che hanno firmato tutti gli atti.
2) L’opposizione ha potuto contare su mezzi e libertà più che sufficienti per sviluppare la propria campagna elettorale, incluso il controllo dei grandi media della carta stampata e televisivi. Nonostante questo afferma che il Venezuela è «una dittatura», con un importante quotidiano venezuelano che nella giornata di riflessione del sabato titolava in prima pagina: «Votare contro la dittatura».
3) I partiti dell’opposizione hanno avuto rappresentati di lista in tutti i seggi elettorali e hanno potuto verificare la trasparenza di ogni fase del voto, in un sistema che prevede di fasi di esecuzione che rendono praticamente impossibile ogni tipo di manipolazione: controllo dell’identità verificato biometricamente mediante verifica informatica del documento e dell’impronta digitale; scelta elettronica del candidato attraverso un touch screen; stampa del voto effettuato che sarà depositato in un’urna; seconda verifica dell’elettore mediante firma e stampa delle impronte digitali sulla lista del censimento; e verifica popolare finale (effettuata la notte elettorale stessa nel 54% dei seggi elettorali, ma presto estesa al 100%) che prevede il controllo della coincidenza di tutti i dati.
4) L’esame a sorpresa di 120 seggi elettorali distribuiti in differenti zone del paese, incluso il cruciale Stato di Miranda nei pressi della capitale, ha permesso agli osservatori di essere testimoni della piena libertà dei votanti, senza pressioni, così come l’efficace assistenza prestata dai funzionari del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) ai votanti, affinché questi potessero comprendere appieno il funzionamento delle macchine utilizzate e le distinte fasi del voto.
5) Il processo è totalmente informatizzato e la sicurezza delle trasmissioni criptate verso la sede CNE è totale, oltre a essere confermata in tutti i casi dalle successive verifiche manuali – davanti ai rappresentati di tutte le forze politiche – della coincidenza tra i dati forniti dal sistema informatico, i controlli biometrici e le schede stampate depositate nell’urna elettorale.
6) Naturalmente ci sono stati piccoli incidenti, come l’apertura tardiva di alcuni seggi a causa del ritardo nel giungere sul posto dei membri, le rotture iniziali di alcune macchine – che gli operatori hanno risolto in poco tempo – e altri che sono abituali in qualsiasi consultazione elettorale. Considerati insieme, non sono stati più importanti di quelli che di solito si verificano durante una giornata elettorale nei paesi democratici più avanzati del mondo e non hanno in alcun modo influenzato i risultati finali di queste elezioni.
7) Pertanto, noi osservatori riteniamo che il sistema elettorale venezuelano è uno dei migliori – se non il migliore – al mondo, incomparabilmente più sicuro e invulnerabile a tutte le interferenze che attualmente si verificano in Spagna e in altri paesi europei. Pertanto, non comprendiamo come le autorità dei paesi dell’UE, oltre agli Stati Uniti, sostengano in anticipo, senza prove o verifiche, le accuse di brogli dell’opposizione venezuelana.
8) Di conseguenza, gli osservatori spagnoli del processo elettorale vogliono esprimere la loro totale fiducia nella validità dei risultati offerti dalla CNE. Ed esprimono anche preoccupazione per l’irresponsabilità dei tentativi di delegittimarlo, un atteggiamento che può incitare la violenza che i partiti avversari stanno invocando con la richiesta di manifestazioni di piazza invece di presentare i reclami come previsto dalla legislazione elettorale.
Gli osservatori spagnoli che firmano questa dichiarazione e hanno fatto parte del gruppo di ‘osservatori elettorali’ della comunità internazionale sono: Javier Couso, deputato di Izquierda Unida; Sara Vilà, senatrice di En Comú Podem; Eva Solla, vicepresidente del Parlamento della Galizia e Carlos Enrique Bayo, giornalista di Público.
(Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)