Decine di persone hanno donato il sangue martedì 17 nella giornata di solidarietà organizzata dall’ambasciata cubana a Managua, la capitale di questa nazione centroamericana, come espressione d’appoggio ai danneggiati dalle intense piogge che hanno colpito il Nicaragua di recente.
Oltre ai funzionari della sede diplomatica, ha informato Prensa Latina, hanno partecipato all’iniziativa la missione medica e i cubani residenti nel paese centroamericano, con vari rappresentanti di gruppi di amicizia con l’Isola più grande delle Antille.
«Questa donazione volontaria si mantiene aperta sino a quando ci saranno persone che vorranno aiutare i nicaraguensi, dopo le piogge che hanno colpito con forza il paese nelle ultime settimane», ha affermato l’ambasciatore cubano Juan Carlos Hernández.
Le abbondanti precipitazioni e le inondazioni provocate dalla tormenta tropicale Nate e da un altro fenomeno atmosferico nel Pacifico hanno danneggiato alcuni giorni fa 29000 persone in Nicaragua, con un saldo di 16 morti e seimila case deteriorate.
Il diplomatico ha detto anche che l’iniziativa coordinata con il ministero nicaraguense di Salute è un omaggio al leader storico della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz e a Che Guevara, che ci hanno insegnato che essere internazionalisti è saldare il nostro debito con l’umanità.
«Per noi è un onore e un dovere dare questo contributo oggi perché sappiamo che donare sangue può salvare una vita», ha aggiunto.
Hernández ha aggiunto che come il Nicaragua, Cuba realizza notevoli sforzi per recuperarsi dalla devastazione provocata dal ciclone Irma che ha devastato al suo passaggio diverse isole dei Caraibi.
Nonostante ciò, ha segnalato che i cubani nella nazione centroamericana hanno voluto realizzare questo modesto apporto che è una dimostrazione dei vincoli di fraternità tra i nostri popoli.
Il diplomatico ha reiterato anche la solidarietà del governo e del popolo cubani con il Nicaragua ed ha denunciato la detta Legge Nica Act con la quale il Congresso degli Stati Uniti pretende forzare cambi interni applicando sanzioni simili al blocco economico imposto all’Isola.
Domenica
Roseau – Una nave cubana con 300 tonnellate di aiuti umanitari, due brigate di elettricisti specializzati, lavoratori forestali e un gruppo di giovani diplomatici, è arrivata venerdì 20 in Dominica, paese che cerca di recuperare la sua normalità dopo gli ingenti danni provocati dall’uragano Maria il 18 settembre scorso.
«Sappiamo che Cuba affronta molte sfide e il fatto che venga in nostro aiuto è una grande mostra d’appoggio», ha detto la cancelliere di Dominica, Francine Baron, che ha aspettato l’imbarcazione nella darsena e poi ha incontrato privatamente l’equipaggio a bordo.
«Sappiamo che qualsiasi aiuto é poca cosa di fronte al livello di distruzione provocato da María», ha riferito il colonnello Ángel Pedraza Hernández, capo del’operazione d’ aiuto ai popoli di Antigua y Barbuda e Dominica.
«L’orientamento delle massime istanze del governo cubano, ha aggiunto Pedraza, è continuare ad offrire tutta la collaborazione possibile».
Il capo dell’operazione confida che l’appoggio cubano avrà un impatto tra il popolo di Dominica.
«Ogni apporto è importante per il recupero», ha risposto Barón.
«Con l’aiuto di paesi come Cuba, la ricostruzione di Dominica sarà molto più rapida».
Mercoledì 18, l’imbarcazione ha attraccato nell’Isola di Antigua per scaricare altri aiuti umanitari.
L’ambasciatore cubano Juan Carlos Frómeta, interra dominicana, ha conversato con i membri della missione ed ha spiegato le condizioni del paese dopo il passaggio del ciclone.
Frómeta ha assicurato che i lavoratori di Cuba aiuteranno nella ricostruzione e saranno i migliori rappresentanti dell’Isola.
Due brigate con cinque elettricisti si uniranno il più presto possibile ai lavori di ristabilimento dell’elettricità, di cui s’incarica l’impresa Domlec.
Sulla nave ci sono due camion specializzati per la sistemazione e la riparazione dei pali della luce.
La maggior parte del paese è ancora senza elettricità, servizio che giunge solo in alcuni punti centrali delle città principali.
«La traversata è stata un poco lunga, e alcuni col mal di mare, ma è una buona esperienza realizzata con i compagni della marina », ha detto a Granma Lisbanet Rodríguez, a capo dei una delle brigate dell’Unione Elettrica.
«Ora desideriamo stare a terra e iniziare la missione per terminare il più presto possibile con risultati positivi per noi, per il paese e la Rivoluzione», ha aggiunto.
Intanto una decina di lavoratori forestali si sommeranno alle forze del Ministero dell’Agricoltura locale che si dedicano alla conservazione delle riserve naturali.
Si spera che gli specialisti cubani lavorino direttamente nel Giardino Botanico della capitale, Roseau, e poi in altri luoghi di alto impatto ecologico.
I venti con raffiche di oltre 2650 Km. l’ora di María hanno strappato gli alberi e ne hanno lasciato la maggioranza senza nemmeno un foglia verde.
Il collettivo della piccola ambasciata cubana in Dominica è rinforzato da un gruppo di otto giovani diplomatici appena laureati, che si dedicheranno a compiti d’aiuto .
I nuovi cooperanti si sommano alla missione medica permanente che lavorava in Dominica già molto tempo prima del passaggio del ciclone. Una decina di membri della brigata Henry Reeve si è sommata ai 25 membri della missione cubana che operano in tutta l’Isola.
«Cuba è una grande amica e le siamo molto grati», ha assicurato la cancelliere di Dominica».