Rosa Miriam Elizalde https://desbloqueandocuba.com
In inglese la si chiama hot air, aria fritta, il modo incoerente e vuoto di parlare con cui si pretendere confondere l’altro. In spagnolo, abbiamo una parola più grafica, cantinfleo (sproloquio) che è in procinto di diventare l’abbreviazione dei portavoce USA che cercano di estendere al di là dell’insensatezza quella storia dei presunti “attacchi sonici” a Cuba. E la trama, dovrebbero riconoscere, già non regge più.
Di fatto il pubblico si è stancato del tira e molla e delle flagranti contraddizioni tra il Dipartimento di Stato e la Casa Bianca che, ovviamente, hanno le linee interrotte tra i due edifici per quanto riguarda Cuba.
Mentre, il segretario Rex Tillerson si annoia a dire di non avere prove per incolpare il governo cubano e che la partenza della maggior parte del personale diplomatico USA a L’Avana è “una misura preventiva per proteggere gli statunitensi da futuri attacchi” (sic), il presidente Donald Trump lo smentisce allegramente ogni volta che può: “Penso che Cuba sia responsabile, lo credo realmente”, ha detto lunedì. Poco dopo, il Dipartimento di Stato si è affrettato a chiarire, in un cablo diretto alle sue ambasciate all’estero, che non ha assegnato, al momento, la colpa per l’evento.
Heather Nauert, portavoce del Dipartimento di Stato, ha aumentato, venerdì, la quota di confusione. Ha evitato d’incolpare il governo cubano, ma ha dichiarato che i presunti colpiti da “attacchi sonici” sono ora 24 -primo erano 21, di cui 5 canadesi-, senza nomi, senza prove, senza medici che lo confermino benché chi segue da vicino il giorno per giorno della “notizia” già ha perso il conto del numero di scienziati, delle più diverse discipline, che negano la possibilità di un attacco come quello descritto dall’amministrazione Trump.
Dopo i primi seri tentativi di spiegare la questione ed arrivare alla conclusione che né le leggi della fisica né il buon senso spiegano i danni e le circostanze descritte, gli stessi esperti sono passati a buttarla sul ridere ed a scherzare sul fatto che forse la “sordità selettiva” è l’effetto della pistola magica dell’Agente 007, il canto di alcuni grilli mutanti o degli alieni.
La prova che questo già stanca la fornisce lo strumento Trends, di Google, che permette visualizzare l’interesse che suscita nei cibernauti qualsiasi termine di riferimento in un determinato periodo degli ultimi 13 anni. Quando confrontiamo quanto importa alla gente la notizia dell’ “attacco sonico”, sia tra i lettori di lingua inglese che di lingua spagnola, si apprezza che in entrambe le lingue tale concetto poca ha importato fino allo scorso agosto ed ha avuto un picco di attenzione il 30 settembre , quando il governo USA ha annunciato la decisione di ritirare la maggior parte del suo personale diplomatico a L’Avana.
Da quel giorno in poi, l’interesse per la notizia è andato decadendo fino a quasi scomparire questa domenica. Pertanto, potrebbe interpretarsi che le dichiarazioni, di venerdì, della portavoce Heather Nauert invano hanno cercato di di dar respiro artificiale al tema, con Cantinflas appollaiato sulla sua spalla e sbuffando “aria fritta”: “Le affermazioni (che ora sono 24 gli attaccati) si basano sulle valutazioni mediche del personale che si è visto colpito da incidenti all’inizio di quest’anno. Non riflettono nuovi attacchi “, ha commentato.
I giornalisti che hanno assistito alla conferenza stampa stanno ancora cercando di capire cosa ha voluto dire la funzionaria, ciò che non gli ha impedito che facessero il loro lavoro. Le dichiarazioni della signora sono state puntualmente riportate dai più potenti media USA. Ma neanche così il nuovo episodio della saga “sonica” ha rimontato l’interesse del pubblico, come si può vedere in questo grafico di Google Trends:
Richiama l’attenzione che quando si confrontano le versioni in inglese (blu) e castigliano (rosso), è facile riconoscere la preminenza dei media USA nell’accompagnamento di questa “notizia” che, con lodevoli eccezioni, non hanno esitato a far sedere Cuba sul banco degli accusati. Le camere di eco dei media anglosassoni hanno sovraesposto il caso a fronte dei media di lingua spagnola, ma l’interesse è caduto totalmente in picchiata e difficilmente lo potranno far risalire, anche se sappiamo che, nell’era dei social networking, un tema cade nelle braccia della noia o dell’indifferenza non significa necessariamente che la verità riesca ad imporsi sulla menzogna.
Come dimostrato da Craig Silverman, giornalista e fondatore del blog Regret the Error, quanto più sensazionalista è una storia, più probabilità ha di andare lontano, per due motivi principali: l’informazione non corretta è destinata ad essere più provocatoria ed interessante di una smentita, e si presta poca o nessuna attenzione alle correzioni che vengono dopo una notizia falsa.
Certo tutto questo avviene alla vigilia del 79esimo anniversario della famosa locuzione radiale de “La guerra dei mondi” di Orson Welles, che per diversi minuti ha fatto pensare, a milioni di statunitensi, che gli alieni erano venuti per rimanere. L’invasione marziana era fittizia, ma il panico che molti ascoltatori avvertirono, il 30 ottobre 1938, fu più che reale.
Allora l’isteria collettiva ebbe le sue radici all’ombra della nuova guerra che si stava preparando, in cui sarebbero morti a milioni per la forza delle armi, della fame, delle camere a gas ed i bombardamenti che calcinarono due città giapponesi sotto gli ordini del presidente USA, Harry S. Truman.
Saremo alle porte di una situazione simile? Per l’attore, cantante e attivista per i diritti civili, Harry Belafonte, la risposta è sì. In una presentazione che ha fatto questo venerdì a Pittsburgh, ha detto agli statunitensi che nell’eleggere Donald Trump, “il paese ha commesso un errore che potrebbe essere la camera a gas, e ciò che è accaduto agli ebrei sotto Hitler non è lontano dalla nostra porta”.
Credere che Cuba potrebbe attaccare diplomatici con laser per provocar loro sordità è tanto fantastico come la distruzione delle città USA con i raggi mortiferi dei marziani che camminavano a New York nel 1938.
“Ricordino nei prossimi giorni la terribile lezione che hanno imparato questa notte: (…) se il tuo campanello squilla e non c’è nessuno lì, non era alcun marziano, è Halloween”. Così Welles salutò lo spazio, ma prima aveva avuto la decenza di avvisare gli ascoltatori che quello che sentivano era l’adattamento radiofonico dell’opera di H.G. Wells. Se l’isteria si impose non fu per mancanza di avvertimento di un genio che sapeva raccontare e convincere alla radio, qualità che sono assenti nel mediocre rifacimento di “La guerra dei mondi” di Trump, Tillerson, Nauert e compagnia.
Cuba, ataques sónicos y la guerra de los mundos de Donald Trump
Rosa Miriam Elizalde
En inglés se le llama hot air, aire caliente, al modo de hablar incoherente y hueco con el que se pretende confundir al otro. En español, tenemos una palabra más gráfica, cantinfleo, que está a punto de quedarse corta para los voceros estadounidenses que intentan extender más allá de la insensatez esa historia de los supuestos “ataques sónicos” en Cuba. Y la trama, deberían reconocer, ya no da para más.
De hecho el público se ha hartado del tira y afloja y de las contradicciones flagrantes entre el Departamento de Estado y la Casa Blanca, que obviamente tienen las líneas interrumpidas entre ambos edificios en lo que respecta a Cuba.
Mientras, el Secretario Rex Tillerson se aburre de decir que no tienen evidencias para culpar al gobierno cubano y que la salida de la mayoría del personal diplomáticos estadounidense de La Habana es “una medida preventiva para proteger a los estadounidenses de futuros ataques” (sic), el Presidente Donald Trump lo desmiente alegremente cada vez que puede: “Creo que Cuba es responsable, realmente lo creo”, dijo el lunes. Poco después el Departamento de Estado se apresuró a aclarar, en un cable dirigido a sus embajadas en el extranjero, que no ha asignado, de momento, culpa por el suceso.
Heather Nauert, vocera del Departamento de Estado, aumentó el viernes la cuota de confusión. Evitó culpar al gobierno cubano, pero declaró que los supuestos afectados por los “ataques sónicos” son ahora 24 –inicialmente eran 21, de ellos 5 canadienses-, sin nombres, sin pruebas, sin médicos que lo confirmen, aunque cualquiera que siga con atención el día a día de la “noticia” ya perdió la cuenta del número de científicos de las más disímiles disciplinas que niegan la posibilidad de un ataque tal como lo describe la administración Trump.
Tras los primeros intentos serios para explicar el asunto y llegar a la conclusión de que ni las leyes de la física ni del sentido común explican daños y circunstancias descritos, los propios expertos han pasado a tirarlo a choteo y a bromear con que quizás la “sordera selectiva” sea el efecto de la pistola mágica del Agente 007, el canto de unos grillos mutantes o los alienígenas.
La evidencia de que esto ya cansa la aporta la herramienta Trends, de Google, que permite visualizar el interés que despierta en los cibernautas cualquier término de referencia en un período determinado de los últimos 13 años. Cuando comparamos cuánto le importa a la gente la noticia del “ataque sónico”, tanto entre los lectores angloparlantes como los de habla hispana, se aprecia que en ambos idiomas ese concepto apenas importó hasta agosto pasado y tuvo un pico de atención el 30 de septiembre, cuando el gobierno de los Estados Unidos anunció la decisión de retirar la mayor parte de su personal diplomático en La Habana.
A partir de ese día, el interés por la noticia ha ido decayendo hasta casi desaparecer este domingo. Por tanto, podría interpretarse que las declaraciones del viernes de la vocera Heather Nauert, infructuosamente, trataron de darle respiración artificial al tema, con Cantinflas posado sobre su hombro y echando bocanadas de “aire caliente”: “Las aseveraciones (de que ahora son 24 los atacados) se basan en evaluaciones médicas de personal que se vieron afectados por incidentes a principios de este año. No reflejan nuevos ataques”, comentó.
Los periodistas que asistieron a la conferencia de prensa todavía deben estar intentando enterarse qué quiso decir la funcionaria, lo que no impidió que hicieran su trabajo. Las declaraciones de la señora fueron reportadas puntualmente por los más poderosos medios estadounidenses. Pero ni así el nuevo episodio de la saga “sónica” ha remontado el interés de las audiencias, como se puede ver en este gráfico de Google Trends:
Llama la atención que cuando se comparan las versiones en inglés (azul) y castellano (rojo), es fácil reconocer la preeminencia de los medios estadounidenses en el acompañamiento de esta “noticia”, que con honrosas excepciones no han dudado en sentar a Cuba en el banquillo de los acusados. Las cámaras de eco de los medios anglosajones han sobreexpuesto el asunto frente a los medios hispanoparlantes, pero el interés ha caído totalmente en picada y difícilmente lo podrán hacer remontar, aunque sabemos que en la era de las redes sociales que un tema caiga en los brazos del aburrimiento o la indiferencia no significa necesariamente que la verdad logre imponerse sobre la mentira.
Como ha demostrado Craig Silverman, periodista y fundador del blog Regret the Error, cuanto más sensacionalista es una historia, más probabilidad tiene de viajar lejos, por dos causas fundamentales: la información incorrecta está destinada a ser más provocativa e interesante que un desmentido, y se presta poco o ninguna atención a las correcciones que vienen detrás de las noticias falsas.
Por cierto, todo esto ocurre en vísperas del aniversario 79 de la famosa locución radial de “La Guerra de los Mundos” de Orson Welles, que durante varios minutos hizo pensar a millones de estadounidenses que los extraterrestres habían llegado para quedarse. La invasión marciana era ficticia, pero el pánico que sintieron muchos radioyentes aquel 30 de octubre de 1938 fue más que real.
Entonces, la histeria colectiva tuvo sus raíces en la sombra de la nueva guerra que se gestaba, donde morirían millones por la fuerza de las armas, el hambre, las cámaras de gas y los bombardeos que calcinaron a dos ciudades japonesas bajo las órdenes del presidente de los Estados Unidos, Harry S. Truman.
¿Estaremos a las puertas de una situación similar? Para el actor, cantante y activista por los derechos civiles, Harry Belafonte, la respuesta es sí. En una presentación que hizo este viernes en Pittsburg, dijo a los estadounidenses que al elegir a Donald Trump, “el país cometió un error y creo que el próximo error podría ser la cámara de gas, y lo que sucedió con los judíos bajo Hitler no está muy lejos de nuestra puerta”.
Creer que Cuba podría atacar a diplomáticos con láser para provocarles sordera es tan fantástico como la destrucción de ciudades estadounidenses con los rayos mortíferos de unos marcianos que iban camino a la Nueva York de 1938.
“Recuerden en los próximos días la terrible lección que han aprendido esta noche: (…) si su timbre suena y no hay nadie allí, no era ningún marciano, esto es Halloween”. Así despidió Welles el espacio, pero antes había tenido la decencia de alertar a los oyentes de que lo que escuchaban era la adaptación radiofónica de la obra de H.G. Wells. Si la histeria se impuso no fue por la falta de advertencia de un genio que sabía contar y convencer en la radio, cualidades que están ausentes en el remake mediocre de “La Guerra de los Mundos”, a cargo de Trump, Tillerson, Nauert y compañía.