L’energica condanna contro il blocco economico è stata ratificata dalla Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC) e dai sindacati nazionali in una dichiarazione pubblicata dal settimanale Trabajadores.
Il documento indica che la politica ostile del governo degli Stati Uniti continua ad essere una violazione di massa, flagrante e sistematica dei diritti umani del popolo cubano.
Definisce il blocco un’azione genocida, come si legge nella risoluzione che Cuba presenterà nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU), il prossimo primo novembre.
La CTC si somma al resto delle organizzazioni della società civile cubana, che esigono l’eliminazione della misura imposta da più di mezzo secolo nell’inutile tentativo di piegare la Rivoluzione.
La dichiarazione sostiene che il blocco costituisce il più forte ostacolo allo sviluppo economico e sociale dell’Isola e va considerato unito alla storica politica d’ingerenza dell’impero verso Cuba e segnala che la sua implementazione si è trasformata in un processo di guerra per asfissiare il paese ed è uno strumento per cercar di far vedere che Cuba è parte del territorio degli Stati Uniti.
I lavoratori cubani, precisa, hanno sofferto come tutto il popolo gli effetti dell’assedio economico, commerciale e finanziario più prolungato della storia.
I danni economici provocati dal blocco sommano migliaia di milioni di dollari, sostiene la dichiarazione e puntualizza che questa misura è stata indurita con l’arrivo al potere di Donald Trump e l’implementazione del Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale.