Autore: Oscar Sánchez Serra
Se si tentasse di riassumer ciò che è avvenuto nell’Assemblea Generale della ONU, che ieri per la 26ª volta ha dedicato la sua sessione a votare la risoluzione cubana: Necessità di porre fine al blocco economico commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba, basterebbe una sola frase: il mondo ha abbracciato la verità.
Come nella scorsa votazione di questo testo, nuovamente 191 Stati hanno respinto la crudele e genocida politica e queste stesse nazioni hanno ascoltato ancora una volta la retorica di guerra fredda e isolata del governo più poderoso del pianeta. Ma questo già non è una ,notizia sapevamo che sarebbe avvenuto.
Non è stato nuovo nemmeno il discorso di giustificazione del voto della rappresentante statunitense.
È stato, come ha detto Cuba, con la voce del suo cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla, cinico, superbo, isterico e senza rispetto, perché come nelle precedenti occasioni, era orfano d’argomenti, immorale e bugiardo.
Negli stessi Stati Uniti preoccupava la posizione annunciata dall’attuale presidente d’opporsi in qualsiasi Forum internazionale, includendo le Nazioni Unite, all’eliminazione del blocco e modificare il loro modo d’agire con la maggiore delle Antille.
Dieci senatori democratici tra i quali Patrick Leahy, Amy Klobuchar ed Elizabeth Warren, avevano chiesto in una lettera inviata a Donald Trump che si astenesse nella votazione per evitare un nuovo isolamento degli Stati Uniti ed avevano avvisato che votare contro, avrebbe pregiudicato la credibilità internazionale e regionale del paese.
Ma Trump non ascolta né il mondo né i suoi, e quelli che lo avevano prevenuto avevano tutta la ragione.
Il discorso dell’ambasciatrice Nikki Haley è stato l’unico senza applausi nella sala, mentre la replica del suo rappresentante, dato che la Haley non si è più vista, è stato fischiato dall’Assemblea.
E non è stata la sola cosa: la prepotenza e l’arroganza di fronte ai popoli di questa amministrazione sono state tali che l’ambasciatrice ha avuto espressioni come questa:«Mentre siamo membri della ONU…»
Sarà che in mezzo a tanto parossismo e alienazione, hanno pensato anche di ritirarsi anche dall’organizzazione mondiale?
Gli Stati Uniti hanno mancato di rispetto alla ONU e alla sua Assemblea Generale e così a tutte le nazioni, quando la Haley ha detto, nel più fedele stile del suo capo, che la sessione era puro teatro politico.
Come fosse poco, parodiando l’immortale Hugo Chávez, ha continuato a emanare zolfo affermando che la sessione per votare la risoluzione cubana era una perdita di tempo.
A Nikki Haley e a Donald Trump si deve dire, o meglio ricordare loro, che sono i governi degli Stati Uniti quelli che da più dimezzo secolo perdono tempo tentando di far cadere la Rivoluzione Cubana.
In definitiva, nell’Assemblea Generale della ONU, gli Stati Uniti, di nuovo, hanno mentito al mondo, ma stavolta Trump non si è scontrato con il suo muro di discriminazioni, ma con uno molto solido, pieno di argomenti e fedeltà alla verità.
Oltre a vedere la lavagna verde, colore con il quale è stato segnalato l’appoggio a Cuba, il milionario di Nuova York anche se voleva fare il sordo, non ha potuto evitare d’ascoltare alto e chiaro l’Assemblea Generale che per minuti ha esclamato “Cuba sì, blocco no”,