Imprese e cittadini statunitensi sono soggetti da oggi a nuove restrizioni imposte contro Cuba dall’amministrazione nordamericana, in un altro colpo contro i legami bilaterali e la volontà della maggioranza dei cittadini di entrambi i paesi.
Quasi cinque mesi dopo che il presidente Donald Trump ha pronunciato un controverso discorso a Miami, in Florida, per annunciare l’inversione di molti dei passi di avvicinamento verso l’isola fatti dal suo predecessore, Barack Obama (2009-2017), arrivano ora le regole che disciplineranno tali cambiamenti.
I dipartimenti di Stato, Commercio e Tesoro hanno annunciato ieri l’adozione di “azioni coordinate” per attuare il Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale sul Rafforzamento della Politica degli Stati Uniti verso Cuba, firmato dal presidente il 16 giugno nello stato del sud.
Durante il suo discorso di quel giorno, segnato da numerose domande con carattere di ingerenza nei confronti del paese vicino, il governante repubblicano ha affermato che la sua strategia era diretta a far rispettare il divieto che impedisce ai nordamericani di fare viaggi turistici nell’isola e a limitare il commercio bilaterale.
In linea con quell’obiettivo, diretto secondo Trump a impedire che arrivi denaro allo Stato cubano, alle persone soggette alla giurisdizione nordamericana sarà vietato effettuare transazioni finanziarie dirette con circa 180 enti e sub-enti cubani limitati.
La lista include i ministeri dell’Interno e quello delle Forze Armate Rivoluzionarie, cinque gruppi imprenditoriali, 83 hotel, due agenzie di viaggio, cinque marine, 10 negozi di differenti tipi, tra altri organismi di diversa natura.
Comprende anche la Zona Speciale di Sviluppo Mariel (ZEDM), dove si installerà l’impresa portoricana Rimco, distributrice ufficiale della statunitense Caterpillar, e che è stata visitata in varie occasioni da delegazioni nordamericane.
D’altra parte, come ha ricordato questo mercoledì l’Ufficio di Controllo di Attivi Stranieri (OFAC) del Dipartimento del Tesoro, le transazioni relative a viaggi che includono a Cuba sono consentite solo per 12 categorie di attività specifiche, e quelle relative ai viaggi turistici continuano a essere vietate.
A ciò si aggiunge che, come parte delle norme appena emesse, i viaggi educativi individuali “popolo a popolo” che non abbiano carattere accademico non saranno più autorizzati.
Allo stesso modo, la OFAC esige che tutti i viaggi “popolo a popolo” educativi non accademici vengano realizzati sotto l’egida di un’organizzazione che sia raggiunta dalla giurisdizione degli Stati Uniti, e obbliga i cittadini nordamericani a essere accompagnati da un rappresentante dell’ente patrocinatore.
Anche nel caso di visite autorizzate per motivi di istruzione, queste devono essere accompagnate da una persona appartenente all’ente patrocinatore.
Intanto, una sezione descritta come “ viaggia di sostegno al popolo cubano” chiede che ogni statunitense in quella categoria partecipi a un programma di attività a tempo pieno che implichi un’interazione genuina con persone a Cuba.
Queste persone potranno affittare una stanza in una casa privata, mangiare in ristoranti privati conoscenti come paladares e fare acquisti in negozi gestiti per lavoratori cubani in proprio, mentre dovranno evitare tutti le gli enti “ristretti”.
MISURE FALLITE E ANTIQUATE, CON LE QUALI NESSUNO CI GUADAGNA
Mentre alcuni legislatori contrari al processo di normalizzazione delle relazioni tra i due paesi hanno festeggiato le nuove misure, e altri come il senatore repubblicano Marco Rubio sono arrivati a dire che di doveva andare oltre, vari membri del Congresso e di settori economici le hanno respinte.
La rappresentante Kathy Castor ha affermato che tali regolamentazioni fanno parte della posizione retrograda di Trump per ritornare a politiche isolazioniste fallite contro l’isola e il suo popolo. In un comunicato sul tema, la legislatrice democratica per la Florida ha sostenuto che invece su quelle limitazioni, gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sul sostegno del crescente settore privato della nazione caraibica. Per questo,ha detto, l’amministrazione dovrebbe incoraggiare un maggior numero di cittadini a viaggiare a Cuba, e non aggiungere restrizioni gravose agli statunitensi, agli scambi culturali e alle imprese.
Da parte sua, la senatrice Dianne Feinstein (California), anche lei membro del partito azzurro, ha scritto in Twitter che isolare il popolo cubano non è servito prima agli interessi nordamericani, e certamente non lo farà ora.
La congressista Bárbara Lee, democratica per quello stesso stato, ha dichiarato: “nessuno ci guadagna con questa nuova politica terribile, è semplicemente punitiva. Danneggia allo stesso modo statunitensi e cubani”.
A sua volta, il congressista repubblicano Mark Sanford (Carolina del Sud), ha segnalato che la proibizione di viaggiare a Cuba, promulgata in un momento algido della Guerra Fredda, è antiquata ed è una limitazione ingiusta della libertà statunitense.
Da parte sua, la coalizione Engage Cuba, promotrice dell’avvicinamento tra gli Stati Uniti e la nazione caraibica, ha tacciato come profondamente deplorevole che questa decisione si basasse sulla politica e sull’agenda personale di due membri del Congresso, e non su una vera preoccupazione per il popolo cubano.
Benché non menzionasse specificamente il nome di quei due legislatori, un comunicato del gruppo è sembrato alludere a Rubio e al congressista Mario Díaz-Balart, considerati i principali responsabili della posizione di Trump verso l’isola.
Il Consiglio Nazionale del Commercio Estero degli Stati Uniti, intanto, ha criticato le regole delle proibizioni, tra cui quella di impedire alle compagnie la partecipazione alla ZEDM, potenzialmente vantaggiosa per il popolo cubano.
Ha indicato, inoltre, che le norme pregiudicheranno i lavoratori in conto proprio e i padroni di abitazioni private che offrono servizi di alloggio che fanno parte del settore privato che l’amministrazione Trump dice di volere aiutare.
A questo si potrebbe aggiungere il fatto che, secondo varie indagini, c’è un sostegno maggioritario della cittadinanza statunitense all’avvicinamento bilaterale, cosa che vogliono anche quasi tutti gli abitanti dell’isola, desiderio ignorato da Washington.
SERIA RETROCESSIONE DELLE RELAZIONI BILATERALI
Dopo la diffusione delle regolamentazioni, il Governo di Cuba ha respinto le misure annunciate dall’amministrazione Trump e le ha considerate parte di una seria retrocessione delle relazioni tra i due paesi.
La direttrice generale per gli Stati Uniti della cancelleria dell’isola, Josefina Vidal, ha affermato che la decisione della Casa Bianca conferma una recrudescenza del blocco economico, commerciale e finanziario imposto da Washington contro il paese caraibico dal 1962, che è stato nuovamente condannato la settimana scorsa da 191 paesi.
Secondo la funzionaria, questi passi danneggiano l’economia dell’isola e gli interessi di ampi settori della società nordamericana.
Quanto alle limitazioni di viaggi, Josefina Vidal ha detto che sono ingiustificate e hanno una motivazione politica, oltre ad andare in senso contrario alla tendenza ascendente del numero di visitatori stranieri che arrivano nell’isola che quest’anno è stato già di quattro milioni.
Autore: Martha Andrés Román
Traduzione: Redazione di El Moncada