Sono tornate a suonare dalla televisione e prima di ogni mostra le note di “En la aldea”, del compositore cubano José María Vitier; le strade de l’Avana si colmeranno ancora una volta di appassionati del cinema nazionali e stranieri. L’avenida 23 del Vedado si riempirà di code, alcune più lunghe di quelle abituali e di un buon odore di popcorn.
Films dell’America e di altre latitudini ritorneranno, com’è tradizione alla fine di ogni anno con il Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, nella sua 39ª edizione, nella capitale dell’Isola, dal 8 al 17 dicembre.
Con il lemma “Vedere per crescere”, l’appuntamento avrà in concorso 19 lungometraggi di fiction, 18 cortometraggi, 18 opere prime, 23 documentari, 16 animati, 24 manifesti e 20 sceneggiature inedite.
Durante la convocazione sono state ricevute 93 pellicole per competere al Premio Coral di produzione tra le quali se ne scelgono otto che gareggeranno per il titolo. Tra i paesi in gara spicca la partecipazione dell’Argentina – la nazione con la maggior presenza – e di Brasile, Messico, Cile, Cuba -con due lungometraggi in gara – e Colombia, come dice il programma.
Iván Giroud, presidente del Festival, ha detto che si sono iscritte 1790 opere nelle distinte categorie e che ne sono state valutate 1272 e poi selezionate 404 che si programmeranno nelle diverse sale de L’Avana.
«Abbiamo scoperto che è meglio per il pubblico affinare sempre più le proiezioni», ha assicurato Giroud.
La presenza latinoamericana è protagonista con 3908 films della regione, anche se il pubblico potrà vedere creazioni degli Stati Uniti, Spagna, Francia, Germania e Russia.
In questa 39ª edizione ci saranno tre omaggi : il primo all’Università del Cinema in Argentina, che mostrerà sei prodotti in formato di corto, sia di fiction che di documentario, che mostrano distinti momenti di questa accademia dal 1944 al 2015. Il secondo al noto regista staunitense James Ivory, conosciuto per avere lavorato con figure come Maggie Smith, Judi Dench, Paul Newman e Anthony Hopkins, del quale si presenteranno otto opere, tra le quali “Aspettando mister Bridge”. Il terzo andrà al Centenario della Rivoluzione d’Ottobre, con il film del 1927 “Ottobre”.
Il Coral d’Onore andrà al regista brasiliano Carlos Diéguez, che lo riceverà durante l’inaugurazione e che è uno dei produttori della pellicola “Il film della mia vita”, che si proietterà per l’apertura.
«Una delle attrazioni del festival, ha detto il presidente, è la sezione dei classici restaurati iniziata nel 2016 e che quest’anno apporta varie pellicole che hanno marcato la storia cinematografica dell’America Latina.
Grazie all’appoggio della Fondazione Martin Scorsese si proietterà con altri film uno dei pezzi più importanti di Humberto Solás, “Lucía”.
«Vedere questa pellicola oggi in un cinema è scoprire un’altra opera, è entrare in altre dimensioni che credo prima ci sfuggivano», ha aggiunto Giroud.
Tra le varie attività ci sarà la presentazione di varie pubblicazioni tra le quali “El cineasta que llevo dentro. Más de 30 años en la revista de cine cubano (1984-2015)”, di Frank Padrón; “Prisionero del Rock and Roll”, di Francisco López Sacha; “Elpidio Valdés. Los inicios”, di Juan Padrón; “Estirpe y Contiendas di Humberto Solás”, di Joel del Río; e il numero 19 della Rivista Nuevo Cine Latinoamericano.