Santiago de Cuba – L’espressione più evidente che il nostro Eroe Nazionale José Martí vive oggi più che mai, è stata l’omaggio per il 165º anniversario dalla sua nascita , espresso in questa città.
L’offerta di fiori del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, ha raggiunto il cimitero Santa Ifigenia ed è stata collocata nel Mausoleo che custodisce resti dell’Apostolo dell’Indipendenza.
Durante la cerimonia politico- militare che si realizza ogni 28 gennaio, in questo luogo sacro sono state poste offerte di fiori a nome dei Consigli di Stato e dei Ministri e del popolo di Cuba ai piedi dell’urna coperta dalla bandiera cubana, dove è stata effettuata la Guardia d’Onore speciale in occasione della data.
Questo omaggio d’onore è stato realizzato stavolta dai cadetti dell’Istituto Tecnico Militare José Martí, Ordine Antonio Maceo e Ordine Carlos Juan Finlay, de L’Avana, e dagli alunni più meritevoli della Scuola Militare Camilo Cienfuegos di Ciego de Ávila.
Evocando il legato del Maestro, la membro del Comitato Provinciale del Partito e coordinatrice dei CDR nel territorio, Yanelis Tablada Ramírez, ha detto che Martí ha lasciato questo straordinario legato di idee che ha reso possibile il reinizio delle nostre lotte, le gesta della Moncada, lo sbarco del Granma, la lotta contro la dittatura di Batista e il trionfo della Rivoluzione.
«Con il suo insegnamento e le sue idee – ha aggiunto – siamo divenuti un popolo colto, solidal e sempre più forte e unito, con la conduzione del migliore dei suoi discepoli, l’eterno Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, le cui ceneri riposano vicino all’Apostolo per indicarci il camino da seguire ogni giorno».
Il messaggio d’amore e impegno con la predica martiana è stato trasmesso nello stesso luogo con canti, danza e poesie, interpretate da artisti della città e studenti della Scuola Professionale d’Arte José María Heredia, e del Conservatorio Esteban Salas.
Rubén Remigio Ferro, presidente del Tribunale Supremo Popolare di Cuba, Emilia Neuris Acuña Lemes membro del Buró del Partito nella provincia, e il generale di brigata Ricardo Rigel Tejeda, capo della Regione Militare hanno presieduto la commemorazione, al termine della quale hanno offerte rose al Maestro e al Comandante in Capo Fidel Castro davanti alla roccia monumentale che custodisce le sue ceneri.
A mezzogiorno, nell’omaggio reso dalle forze Armate Rivoluzionarie a Martí, simultaneamente con la Fortezza della Cabaña, de L’Avana, dalla stessa area patrimoniale sono state sparate 21 salve d’artiglieria da una batteria dell’Esercito Orientale.
Raúl apre la Marcia delle Fiaccole
Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz (destra ), Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nella notte del 27 gennaio ha aperto a L’Avana la Marcia delle Fiaccole in attesa del 165º anniversario della nascita dell’ Apostolo.
In prima fila del mare di popolo con lui José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito e vice presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri; Miguel Díaz-Canel Bermúdez, membro del Burò Politico del Comitato Central del Partito e Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, con altri dirigenti della Rivoluzione, ha dettagliato la ACN.
Cubani e visitatori, in maggioranza studenti delle scuole superiori e universitari hanno occupato presto le strade del Vedado nella capitale, per ricordare la prima cerimonia di questo tipo che vide protagonista 65 anni fa il Comandante in Capo Fidel Castro e altri giovani della Generazione del Centenario per rendere omaggio a Josè Martí, Eroe Nazionale.
A L’Avana il popolo è partito dalla scalinata dell’Università sino alla Fragua Martiana e altre marce come questa sono state realizzate in tutto il paese con il lemma “Con la luce delle sue idee”.
Monumento equestre a José Martí: nella luce eterna
Per commemorare il 165º anniversario della nascita di José Martí, Eroe Nazionale di Cuba, è stata ufficialmente inaugurata ieri domenica 28, nel Parco 13 di Marzo, una replica della statua equestre di Anna Hyatt Huntington, che dal 1965 lo rende immortale a Nuova York.
Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha presieduto la cerimonia alla quale ha partecipato un numeroso pubblico con rappresentanti del municipio de l’Avana, del Museo del Bronx e cittadini di Nuova York che hanno fortemente contribuito alla realizzazione del progetto.
José Martí vide nella morte necessaria il guanciale, il lievito e il trionfo della vita e parlò della necessità di morire bene per continuare a vivere.
Forse è stato questo lo spirito dell’omaggio nel quale è stato evocato il più universale dei cubani, mentre si espandeva dalla voce degli oratori l’immortalità di un uomo di straordinarie dimensioni.
A nome della Giunta Amministrativa del Museo delle Arti del Bronx, a Nuova York, prestigiosa istituzione che ha gestito un tale impegno e della sua direttrice Holly Block – recentemente scomparsa –ha parlato al pubblico Joseph Mizzi, Presidente della Giunta di Fides Commissus del Museo: «Per riconoscere come un onore stare oggi qui per ossequiare questa scultura al popolo di Cuba».
Mizzi ha segnalato la volontà di Holly, già con la salute deteriorata, di difendere il progetto il cui significato è simbolo dell’amiciza eterna tra il popolo degli Stati Uniti e quello di Cuba ».
«Per realizzarlo lavorò instancabilmente», ha spiegato ed ha rivelato che durante la realizzazione del progetto tutti i coinvolti hanno appreso molto e condiviso con altri amici l’opera martiana e tra questa il suo impegno con l’indipendenza di Cuba, la importanza della dignità umana, e la stessa storia degli Stati Uniti, che scrisse nei 15 anni che trascorse vivendo lì.
Ringraziando ha fatto allusione ai circa cento donanti che hanno reso possibile il progetto e soprattutto la direttrice, la signora Leanne Mella, presente in questa cerimonia.
Bill de Blasio, sindaco della città di Nuova York, ha inviato un suggestivo messaggio riferito ai presenti da José A. Velázquez Zaldívar, rappresentante del municipio.
Tra gli altri dettagli ha riferito che il monumento ch si vede nel Parco Centrale è stato una fonte d’ispirazione per i cubani a Nuova York e la riproduzione oggi a L’Avana assicura che il legato storico alla ricerca dell’indipendenza sia condiviso dalle future generazioni.
Per concludere ha detto: «Mi sento orgoglioso di unirmi a coloro che oggi si riuniscono qui per commemorare questa occasione nella quale celebriamo l’amicizia della città condivisa degnamente con Cuba».
Il suggestivo intervento del Dr. Eusebio Leal Spengler, storiografo della capitale, che ha pronunciato il discorso principale, ha posto lirismo e veemenza nella cerimonia.
«Tutto invita qui stamattina al ricordo e alla devota gratitudine ai padri fondatori della nostra Patria», ha detto ed ha riportato il ricordo alla nascita di 165 anni prima, lì vicino in calle Paula.
Poi ha invocato Martí nell’azione di supremo sacrificio per la causa che scelse come motivo per la sua vita. Lo evoca l’opera dell’insigne artista nordamericana.
Con parole fluenti e sicure ha orientato il pubblico verso il monumento.
Opera di senso estetico e tecnico superiore, la scultura ha marcato nella vita dell’ artista un momento eccezionale.
Leal ha spiegato che a 82 anni la scultrice accolse il progetto pensando forse che a Nuova York tra le statue di Simón Bolívar e José de San Martín mancava un pezzo fondamentale, quello che lì finalmente creò, nel discorso di Nuestra América.
Segnalando che l’autrice lo ha voluto rappresentare a cavallo, è possibile che la domada fu se Martì era o meno un cavaliere, e per assentire ha ricordato il bambino che nella prima lettera che inviò a sua madre da Hanábana, dov’era andato ad accompagnare suo padre controllore, le parlava di un cavallo che “doveva ingrassare come un maiale all’ingrasso”, e che lui montava tutti i pomeriggi.
L’oratore ha tessuto belle immagini sull’opera e la vita dell’Apostolo.
«È un cavallo bianco che gli portano, a nome del Maggiore Generale José Maceo perchè lo cavalchi nella Rivoluzione», dice e dirige gli sguardi verso l’immagine spaventata dell’animale di fronte al fuoco che il suo cavaliere riceve nella fronte e nel costato e che lo fa abbandonare l’arma che forse non utilizzò mai.
Poi Leal ha descritto la serenità del viso moribondo, la bellezza dell’insieme con il cavallo che calpesta l’erba dove un giorno, come “assicurò” Marti, crescerà assieme al suo verso. Nonostante la stampa letale che si espone, la morte non guadagna terreno nelle anime.
«Non siamo venuti oggi con tristezza e umiliazione davanti al suo monumento».
Eusebio ha preferito imbastire alcune coincidenze con la “bella aurora” di coloro che amano la loro patria.
Al 165º anniversario dell’Eroe ha unito il fatto che nello stesso luogo dove si trova adesso, altri patrioti dell’indipendenza si sono riuniti e nella Loma del Ángel, lì vicino riposano alcune delle più importanti leggende de L’Avana, dove lui nacque.
Non sono mancati nella citazione il 150ºanniversario dell’ inizio delle guerre per l’Indipendenza, il 60º della Rivoluzione Cubana e tutto questo includendo il 500º anniversario de L’Avana, testimone e protagonista di fatti molto notevoli di Cuba e dell’America.
Eusebio di nuovo ha ringraziato tutti quelli che hanno dato apporti per realizzare l’esecuzione dell’opera ed ha lodato «la filantropia messicana che ha sempre desiderato che il suo nome rimanga nell’ombra».
Dopo aver citato le nuove generazioni che mantengono viva la memoria martiana così come si è visto nella Marcia delle Fiaccole con i giovani della capitale protagonisti, lo Storiografo ha indicato il monumento al Generale Massimo Gómez, a pochi metri da quello di Martí, ed ha ricordato quando il generalissimo intenerito lo riconobbe come delegato eletto del Partito Rivoluzionario Cubano e gli concesse il grado di Maggiore Generale dell’Esercito di Liberazione di Cuba. «Questo è l’uomo che oggi sta su questa sella.»
Il «periplo» orale va poi al luogo della morte, dalla quale non lo potè salvare il suo Angelo Custode, il soldato che lo accompagnava.
«Alla vista del dagame, di un anoncillo e di un fustete ( alberi e arbusti) cade rotto il cuore e le labbra dalle quali erano uscite parole che avevano commosso i cuori più induriti ».
Un uditorio scosso di fronte alla narrazione commovente dei fatti, nota nel discorso un cambio grammaticale. L’oratore ora parla con Martí ( la seconda persona) il cui volto di bronzo è illuminato dai primi raggi, della terza persona che descrive.
«Per questo oggi, davanti al tuo monumento, rendiamo omaggio a coloro che hanno reso possibile che le tue idee prevalgano al di là della morte, alle legioni che hanno sofferto cercando un cammino per Cuba, per la Cuba attuale».
«Maestro, abbiamo compiuto», gli dice e non c’è chi dubita che Martí ascolta da qualche luogo.
«Cuba ti ringrazia, il popolo cubano tutto pone davanti a te dei fiori in offerta».
Poi gli spiega che questa none stata una cerimonia come le altre nella quale si toglie un velo e resta nuda la statua. Preferivamo che fosse una bandiera da togliere sotto il cielo azzurro ».
Il tricolore ondeggiante è quello che incontrano gli occhi che seguono il corso delle parole di Eusebio, che invitano a guardare la parte superiore, dove il viso ferito s’inclina. Si fa giorno. La luce del giorno illumina il volto di colui che era destinato per l’opera della sua vita a vivere nella luce. Benedetto sia Maestro» conclude Eusebio.