Quando tra le braccia più forti del nostro baseball, quelle dell’attaccante Alfredo Dspaigne è stata posta la bandiera nazionale che sventolerà ad ogni azione del campione cubano nella Serie del Caribe, la palla ha viaggiato per la sua propria rotta: quella che la fa radice culturale e che corre per le vene della nazionalità.
José Martí, Messico, e lo stesso nome della squadra, Granma, si sono fusi per far sì che i giocatori ricevessero l’insegna della Patria che li guiderà in un torneo di grande esigenza e competitività.
Fu in Messico, nel bello stato di Jalisco che sarà sede della Serie del Caribe da domani , dove l’Eroe Nazionale pubblicò il 30 gennaio del 1891, nel quotidiano Il Partito Liberale, il suo saggio Nuestra America, un progetto di futuro per il continente, che ai tempi che corrono e di fronte alle minacce di un impero oggi più brutale e turbolento che mai, va letto al presente: «Gli alberi si devono mettere in fila perché non passi il gigante delle sette leghe! È l’ora del riscontro e della marcia unita e dobbiamo andare incolonnati strettamente come l’argento alle radici delle Ande». E di fronte a questa predica, alla base del monumento all’Apostolo in Piazza della Rivoluzione, la bandiera nazionale ha incontrato nei “peloteros” il suo riparo.
Granma è il nome dello yacht che partì dal Messico in una gagliarda e valorosa spedizione per sigillare la lotta per l’indipendenza del nostro paese, iniziata nel 1868 e che in questao 2018 compie 150 anni.
Per questi sentieri cammineranno i lanciatori di fuori campo e i grandi raccoglitori e di lì passeranno anche questi eroi del terreno.
I MOTIVI
«L’alta responsabilità con un popolo come il nostro, a cui piace tanto il baseball», Frank Camilo Morejón, ricevente.
«È la mia quinta Serie del Caribe, ma più di questo è l’orgoglio di vestire in nome di Cuba la maglia della mia squadra: Granma». Alfredo Despaigne, esterno.
«L’importanza d’essere il primo ad aprire domani la Serie del Caribe di Anzoátegui, col Venezuela», Lázaro Blanco, lanciatore.
«Poter essere il titolare della mia posizione e offrire il meglio di me», Yordan Manduley, interbase
«Sono ancora emozionato per il secondo titolo di campione di Granma e ora con l’impegno moltiplicato per un’altra seconda volta», Carlos Martí, direttore.
LE SFIDE
«Sono battitori d’alto livello ai quali non si può regalare niente», Yoannis Yera, lanciatore sabato 3, di fronte ai Criollos de Caguas, di Puerto Rico.
«È un baseball di qualità quello che affronteremo, c’è esperienza, ma ogni partita è una sfida », Frederich Cepeda, esterno.
«Si dev’essere pronti per qualsiasi posizione che ci tocchi. Nel mio caso di lanciatore finale, d’apertura o quelloche sarà, ma farlo bene», Raidel Martínez, lanciatore.
«La qualità dei rivali la loro esperienza e lo stesso formato del torneo che domanda molto nel gioco semifinale, dove puoi arrivare primo e andartene al quarto posto », Carlos Martí.
COSA SPERIAMO
«Essere degni rappresentanti della nostra Patria», Frank Camilo Morejón.
«“Peloteros” che daranno tutto nel terreno sino all’ultimo out», Carlos Benítez, seconda base.
«Vedere una grande squadra, che ha forza con la mazza, è rapida, ha buoni lanciatori e sentirà l’appoggio dei suoi tifosi», Alfredo Despaigne.
«Non mancherà la dedizione assoluta, all’altezza di quello che la pelota rappresenta per il nostro popolo», Carlos Martí.
Il presidente del Comitato Olimpico Cubano, José Ramón Fernández, e Antonio Becali Garrido, titolare del Inder, hanno condiviso questi momenti nelle prime ore della mattina di ieri, mercoledì 31 gennaio, alla luce della pupilla d 165 anni di sguardo martiano.
José Ramón Fernández si felicita con il baseball cubano
«Il baseball cubano è felice», ha affermato il presidente del Comitato Olimpico Cubano, José Ramón Fernández, durante la consegna della bandiera agli Alazanes di Granma che rappresenteranno Cuba nella Serie del Caribe a Jalisco, in Messico, a partire da venerdì 2 febbraio.
«Gl stadi si sono riempiti per assistere a un buono spettacolo dove c’è stata un’alta competitività e mi felicito con gli atleti per lo spettacolo della finale di baseball», ha aggiunto parlando nel memoriale José Martí, dove si è svolta la cerimonia.
Il dirigente ha applaudito l’impegno delle squadre coinvolte nella serie nazionale di baseball.
«Hanno offerto etica e desiderio di vincere. Il popolo lo ha gradito e li ha premiati applaudendo la loro partecipazione», ha sottolineato.
«Sono felice. Il baseball rinasce, ho fiducia e sono contento come il resto della popolazione. Siamo orgogliosi di quello che hanno dimostrato i nostri peloteros! Come tifoso ho sicurezza e il popolo e gli atleti me lo confermano», ha aggiunto.
(Gli Alazanes, soprannome dato alla squadra di Granma, sono cavalli col pelo di varie tonalità rossicce / Traduzione GM – Granma Int.)