Le contraddizioni nelle dichiarazioni del ministro dei Temi Esteri della Spagna, Alfonso Dastis, a proposito del possibile primo viaggio ufficiale a Cuba dei re di Spagna, Filippo VI e Letizia, presentato da lui ai media della stampa come un grande successo dopo la sua visita del settembre scorso a L’Avana, sono state segnalate la mattina di ieri, martedì, dal quotidiano Juventud Rebelde .
Il giornale cita le informazioni espresse nelle udienze e le dichiarazioni nella Commissione dei Temi Esteri del Congresso dei Deputati, dove i partiti di destra Ciudadanos e Popular hanno assunto una posizione d’ingerenza interpellando su questo tema Alfonso Dastis.
La risposta di Dastis al rispetto, contraddicendo le sue dichiarazioni del 2017, è stata: «Non è che si sospende la visita reale: è che non è mai stata pianificata e non si è mai giunto ad iniziarne i preparativi».
Anche se poi ha riconosciuto che la Spagna ha vincoli sufficienti con Cuba per giustificare una visita a qualsiasi livello.
Ha anche dichiarato all’inizio del suo intervento che continuava a lavorare a relazioni dinamiche e strutturate con l’Isola: «Con la quale sviluppiamo un dialogo costruttivo», ma ha segnalato differenze in altri settori, come il tema dei diritti umani, uno dei più esposti quando si cerca d’imporre paradigmi e concetti politici o di camuffare la proprie carenze.
Com’è abituale nei discorsi di questo tipo, anche Alfonso Dastis ha tentato di dare al popolo cubano lezioni di democrazia ed ha parlato del suo modello di libertà, la stessa che, come ha segnalato JR, è molto discussa dagli stessi spagnoli che si vedono sfrattati quando non possono pagare l’affitto, tutto per esercitare il loro diritto a restare senza lavoro per i viavai dell’economia e anche della politica.
«Ci sono, come si conosce, delle elezioni previste per la primavera e vedremo quello che accadrà dopo», ha aggiunto in riferimento al nostro più importante processo politico e sociale.
L’implicita sospensione in questa dichiarazione ci porta a chiederci che circostanza dovrebbe esistere, secondo Dastis, per propiziare la visita del capo dello Stato spagnolo nell’Isola, risalta Juventud Rebelde, in cui si legge anche che le sole circostanze possibili sono le relazioni diplomatiche basate sul rispetto reciproco, la reciprocità, l’uguaglianza e la non ingerenza nel temi interni che sono i principi nei quali Cuba crede.