José Ramón Rodríguez Ruiz http://razonesdecuba.cubadebate.cu
Come abbiamo espresso nella prima parte di questo articolo,¹ gli errori che hanno portato al fallimento dell’invasione mercenaria di Playa Girón furono minuziosamente analizzati dall’amministrazione Kennedy. A causa del fallimento, Kennedy affidò al generale Maxwell Taylor la missione di descrivere, spiegare e stabilire conclusioni sulle cause che determinarono la debacle dell’Operazione Pluto.²
La designazione di un generale, per questo compito, non è considerata dagli storici come una casualità. Era indiscutibile che il Dipartimento della Difesa USA avrebbe avuto una significativa presenza nei nuovi piani sovversivi contro Cuba opponendosi ad opinioni esistenti, all’epoca, tra capi dell’esercito USA, che la GNC non meritava serie considerazioni o sforzi dei militari.³
Tuttavia, come abbiamo già affermato, lo sforzo dispiegato nella successiva Operazione Mangusta fu esteso e schiacciante. Le agenzie ed il Dipartimento della Difesa USA concepirono, congiuntamente, un’operazione che unì gli sforzi in quasi tutti i settori della vita nazionale di Cuba. Piani di destabilizzazione che prevedevano lo sviluppo di scioperi; manifestazioni contro la Rivoluzione; attentati contro i principali dirigenti; sabotaggi ed aperta ribellione, ecc.
Nelle sue linee guida l’Operazione Mangusta stabiliva: Quando il movimento popolare occupi un importante territorio di Cuba, dovrebbe formare un governo provvisorio. Ciò consentirà l’aperto aiuto dall’America Latina e USA se richiesto e se necessario. Esisterà, per il periodo iniziale, una situazione di governo militare e dobbiamo insistere sul realismo di questo periodo di transizione che precede al ragionevole controllo civile.
Ma perché fallirono così ampi propositi contro Cuba, nonostante la meticolosa pianificazione e la distribuzione di milioni?
Di recente, riferendoci nelle pagine di Cubadefensa alla pubblicazione del documento dottrinale USA più aggiornato sulla GNC, la Pubblicazione Tecniche dell’Esercito 3-05.1 (ATP 3-05.1)⁵, allertavamo che al suo interno poteva trovarsi il caso di Cuba, come “Esempio selezionato di attività di GNC sponsorizzato dagli USA”. Le sue affermazioni, anche se riferite all’invasione mercenaria dell’aprile 1961, aiutano a rispondere alla domanda precedente.
La CIA commise […] errori nella sua campagna di GNC contro Cuba. Sebbene ci siano stati alcuni sforzi, ragionevolmente riusciti, nello sviluppo di una clandestinità, non erano sufficientemente diffusi o coordinati per organizzare una sostenuta campagna di resistenza popolare.
Le informazioni d’intelligence sulle condizioni a Cuba erano insufficienti e fuorvianti.
Secondo gli esperti USA, gli sforzi di GNC contro Cuba, in questi primi anni, mancavano di meccanismi di sostegno e di infrastrutture sotto copertura così come di un’adeguata preparazione e organizzazione politica popolare e clandestina tra cui la guerra di guerriglia .⁷
L’autocritica include anche l’area delle operazioni psicologiche, propaganda e sovversione, che secondo quanto affermano: devono essere adeguate prima di prendere la decisione di intraprendere un’azione armata.
In sostanza, non c’erano condizioni, sull’isola, per l’avanzamento dello sforzo non convenzionale. Tra queste condizioni ci sono quelle che già conosciamo come fattibilità e convenienza: a Cuba non c’era un governo indebolito; una popolazione segmentata, né una forte opposizione e capace di resistere. Invece, tutte le risorse furono utilizzate per cercare di rompere la volontà del popolo attraverso le privazioni, le difficoltà sociali e la sovversione politica.
Negli anni susseguenti, gli sforzi della GNC contro Cuba cercarono correggere gli “errori” di Giron e quelli che neppure Mangusta riuscì a risolvere. Le bande armate in regioni come l‘Escambray, la cui genesi si situa tra criminali, fuggitivi dalla giustizia e antichi membri dei corpi repressivi della tirannia, furono, senza dubbio, stimolate dagli USA.
Forse è stato a questo punto della nostra storia, a metà degli anni ’60, che le attività USA contro Cuba più si avvicinarono all’obiettivo essenziale della definizione di GNC: l’uso di una forza di resistenza, ausiliaria e clandestina in una zona respinta per rovesciare un governo avversario,⁸ ciò che ha richiesto il supporto e fornitura, a questa, da parte delle forze armate USA, incluse le infiltrazioni delle sue unità speciali.
Gli USA avevano appreso che gli esiliati per lunghi periodi -anche se sono nativi del paese obiettivo- non sono sostituti di insorti attivi operanti all’interno della popolazione⁹ e per questo il banditismo controrivoluzionario sussistette fino al 1965, essendo incapace di articolare una efficace resistenza contro il Governo rivoluzionario, ma lasciando una scia di morte, assassinii, sequestri, stupri e oltraggi, i cui echi di dolore risuonano ancora ai nostri giorni.
Il fallimento di Girón, dell’Operazione Mangusta e la sconfitta delle bande armate, non significarono la fine della violenza controrivoluzionaria, né dell’applicazione della GNC contro Cuba. Seguiremo il suo corso in una prossima puntata.
Riferimenti.
1. Vedi The Unconventional War of the USA contro Cuba (I), pubblicato su http://www.cubadefensa.cu/?cu=node/31322. Valdés-Dapena Vivanco, Francisco. Operazione Mangusta. Preludio all’invasione diretta di Cuba. Capitano San Luis, p 9.
3. “Understanding Unconventional Warfare and U.S. Forze speciali dell’esercito “, tenente colonnello Grdovic, Mark, Special Warfare Magazine settembre-ottobre 2006, pp. 14-24.
4. Valdés-Dapena Vivanco, Francisco. Operazione Mangusta. Preludio all’invasione diretta di Cuba. Editoriale Capitan San Luis, p 38. 5, 6, 7, 8, 9. http://www.cubadefensa.cu/?q=documentos-doctrinales-eeuu
La Guerra No Convencional de EE.UU. contra Cuba (II)
Por José Ramón Rodríguez Ruiz
Como expresamos en la primera parte de este trabajo,¹ los errores que condujeron al fracaso de la invasión mercenaria de Playa Girón fueron minuciosamente analizados por la administración Kennedy. A raíz del fracaso, Kennedy confió al general Maxwell Taylor la misión de describir, explicar y establecer conclusiones sobre las causas que determinaron la debacle de la Operación Pluto.²
La designación de un general para esta tarea no se considera por los historiadores una casualidad. Era indiscutible que el Departamento de Defensa de EE.UU. tendría una importante presencia en los nuevos planes subversivos contra Cuba, oponiéndose a criterios existentes en la época entre jefes del Ejército de EE.UU., de que la Guerra No Convencional no merecía consideraciones serias o esfuerzos de los militares.³
No obstante, como ya expresamos, el esfuerzo desplegado en la subsiguiente Operación Mangosta fue exhaustivo y contundente. Las agencias y el Departamento de Defensa de EE.UU., concibieron en conjunto una operación que aglutinó esfuerzos en casi todos los ámbitos de la vida nacional de Cuba. Planes de desestabilización que preveían el desarrollo de huelgas; demostraciones contra la Revolución; atentados contra principales dirigentes; sabotajes y rebelión abierta, etc.
En sus orientaciones la Operación Mangosta establecía: Cuando el movimiento popular ocupe un territorio importante de Cuba, debiera formar un gobierno provisional. Esto permitirá la ayuda abierta de América Latina y EE.UU. si se pide y es necesaria. Una situación de gobierno militar existirá para el periodo inicial y tenemos que insistir en el realismo de este periodo de transición que precede al control civil razonable .⁴
Pero ¿por qué fracasaron tan abarcadores propósitos contra Cuba, a pesar de la minuciosa planificación y los millonarios expendios?
Recientemente, al referirnos en las páginas de Cubadefensa a la publicación del documento doctrinal más actualizado de EE.UU. sobre la Guerra No Convencional, la Publicación de Técnicas del Ejército 3-05.1 (ATP 3-05.1),⁵ alertábamos que en su interior podía hallarse el caso de Cuba, como “Ejemplo selecto de actividades de Guerra No Convencional patrocinadas por EE.UU.”. Sus aseveraciones, aunque referidas a la invasión mercenaria de abril de 1961, contribuyen a contestar la interrogante anterior.
La CIA cometió […] errores en su campaña de Guerra No Convencional contra Cuba. Aunque existían algunos esfuerzos razonablemente exitosos en el desarrollo de una clandestinidad, no estaban lo suficientemente diseminados o coordinados para organizar una campaña de resistencia popular sostenida .⁶
La información de Inteligencia sobre las condiciones en Cuba era insuficiente y engañosa .
Según los expertos estadounidenses, los esfuerzos de Guerra No Convencional contra Cuba en estos primeros años carecieron de mecanismos de apoyo e infraestructura encubiertos, así como de una adecuada preparación y organización política popular y clandestina, incluida la guerra de guerrillas .⁷
La autocrítica abarca incluso el área de las operaciones psicológicas, la propaganda y la subversión, que según afirman: deben ser adecuadas antes de tomarse la decisión de una acción armada .
En esencia, no existían condiciones en la Isla para el avance del esfuerzo no convencional. Entre esas condiciones, se hallan las que ya conocemos como de factibilidad y conveniencia: no había en Cuba un gobierno debilitado; una población segmentada, ni una oposición fuerte y capaz de resistir. En cambio, todos los recursos se emplearon para intentar quebrar la voluntad del pueblo mediante las carencias, las dificultades sociales y la subversión política.
En los años subsiguientes, los esfuerzos de Guerra No Convencional contra Cuba pretendieron corregir los “errores” de Girón y los que Mangosta tampoco pudo resolver. Las bandas armadas en regiones como el Escambray, cuya génesis se sitúa en los delincuentes, prófugos de la justicia y antiguos miembros de los cuerpos represivos de la tiranía, fueron indiscutiblemente estimuladas por EE.UU.
Quizás sea en este punto de nuestra historia, a mediados de los 60, donde las actividades de EE.UU. contra Cuba se aproximaron más al objetivo esencial de la definición de Guerra No Convencional: el empleo de una fuerza de resistencia, auxiliar y clandestina, en un área denegada, para derrocar a un gobierno adversario,⁸ lo que requirió el apoyo y suministro a esta por parte de las Fuerzas Armadas de EE.UU., incluidas las infiltraciones de sus unidades especiales.
EE.UU. había aprendido que los exiliados por largos períodos –aunque sean nativos del país objetivo– no son sustitutos para insurgentes activos operando dentro de la población⁹ y por ello, el bandidismo contrarrevolucionario subsistió hasta 1965, siendo incapaz de articular una resistencia efectiva contra el Gobierno revolucionario, pero dejando una estela de muerte, asesinatos, secuestros, violaciones y desmanes, cuyos ecos de dolor resuenan aún en nuestros días.
El fracaso de Girón, de la Operación Mangosta y la derrota de las bandas armadas, no significaron el fin de la violencia contrarrevolucionaria, ni de la aplicación de la Guerra No Convencional contra Cuba. Seguiremos su curso en una próxima entrega.
Referencias.
1. Ver La Guerra no Convencional de EE.UU. contra Cuba (I), publicado en http://www.cubadefensa.cu/?cu=node/31322. Valdés-Dapena Vivanco, Francisco. Operación Mangosta. Preludio de la invasión directa a Cuba. Editorial Capitán San Luis, p 9.
3. “Understanding Unconventional Warfare and U.S. Army Special Forces”, Teniente Coronel Grdovic, Mark, Revista Special Warfare septiembre-octubre 2006, pp. 14-24.
4. Valdés-Dapena Vivanco, Francisco. Operación Mangosta. Preludio de la invasión directa a Cuba. Editorial Capitán San Luis, p 38. 5, 6, 7, 8, 9. http://www.cubadefensa.cu/?q=documentos-doctrinales-eeuu