Come giusto riconoscimento all’opera di una vita intera dedicata alla Rivoluzione, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Partito e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha assegnato la mattina di sabato 24, il titolo onorifico di Eroe del Lavoro della Repubblica di Cuba a José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Partito e ai Comandanti della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez e Guillermo García Frías.
Raúl ha segnalato la loro fedeltà alla Rivoluzione e a Fidel, la dedizione al lavoro, la modestia e la semplicità, qualità che li hanno resi meritevoli del rispetto dei cubani.
Durante la cerimonia, celebrata nel Salone dei Passi Perduti del Capitolio, attuale sede dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, Raúl ha ricordato il 123º anniversario del reinizio della guerra d’indipendenza del nostro popolo, quel 24 febbraio del 1895, ed ha segnalato il lavoro per l’unione realizzato da Martí, che seppe articolare le migliori esperienze del passato senza scartare tutti quelli che erano disposti a lottare.
Poi ha segnalato che, come disse Fidel commemorando un secolo dalla guerra dei 10 anni : «Martí raccolse la bandiera di Céspedes, Agramonte e degli Eroi morti in quelle lotte e portò le idee rivoluzionarie di Cuba in quel periodo al più alto significato».
Il Generale d’Esercito ha sottolineato che non esisteva miglior opportunità per distinguere questi tre valorosi compagni che già avevano avuto l’onore di ricevere la decorazione di Eroi della Repubblica di Cuba, riflesso della loro lodevole vita di rivoluzionari.
Di José Ramón Machado Ventura, membro del Burò Politico e Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ha ricordato l’inizio delle sue attività contro la tirannia di Batista, quando studiava medicina nell’Università de L’Avana e partecipò, 65 anni fa, alla prima Marcia delle Fiaccole.
Nel 1957 si uni all’Esercito Ribelle sulla Sierra Maestra e partecipò a diversi combattimenti come medico e guerrigliero.
Raúl ha anche segnalato che Machado Ventura è stato fondatore del Secondo Fronte e da lì organizzò e diresse il Dipartimento della Sanità Militare sino alla fine della lotta. E fu ferito in combattimento.
Ugualmente sviluppò una vasta rete di ospedali e dispensari di campagna che prestavano servizio non solo ai combattenti, ma anche alla popolazione, che in molti luoghi vedeva per la prima volta un medico in persona.
Al trionfo della Rivoluzione fu nominato capo dei Servizi Medici de L’Avana e delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) e poi ministro di Salute Pubblica.
È stato fondatore del Partito Comunista di Cuba nel 1975 e fu eletto membro del suo Burò Politico. Inoltre è stato primo segretario del Partito in varie province e dal 2011 è secondo segretario del Comitato Centrale del PCC.
Il Comandante Ramiro Valdés Menéndez, entrò molto giovane a far parte della lotta rivoluzionaria e partecipò alla prima Marcia delle Fiaccole e all’assalto alla Caserma Moncada il 26 luglio del 1953, dove fu ferito, e poi imprigionato nell’Isola de Pinos; fu esiliato in Messico e partecipò alla spedizione dello yacht Granma.
«Sulla Sierra Maestra, ha risaltato Raúl, partecipò a molti combattimenti e partecipò con il Che all’invasione in Occidente come secondo capo della Colonna Nº 8 Ciro Redondo. Dopo il trionfo della Rivoluzione ha occupato posti d’alta responsabilità tra i quali quello di Ministro degli Interni in due opportunità e di vice presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, responsabilità che svolge ancora oggi. Inoltre è membro del Burò Politico».
Del Comandante Guillermo García Frías, Raúl ha ricordato l’organizzazione di una rete di contadini per aiutare i ribelli del Granma e portarli sulla Sierra. La sua sagacità gli permise di portare personalmente Fidel e altri combattenti fino a Cinco Palmas e di recuperare diversi fucili. È stato il primo contadino a entrare nell’Esercito Ribelle, dove divenne per la sua coraggiosa partecipazione combattente e secondo capo del Terzo Fronte fondato con la guida del Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosques.
Dopo la vittoria del gennaio del 1959 ha occupato diversi incarichi nelle FAR; poi, tra la altre è stato vice presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, titolare del Trasporto e presidente del Gruppo delle Imprese della Flora e la Fauna. Attualmente è membro del Comitato Centrale e del Consiglio di Stato.
«Al di là dei meriti riassunti in una rapida sintesi, gli aneddoti straordinari che si potrebbero raccontare su ognuno di loro sono davvero molti», ha aggiunto Raúl.
«Non è casuale assegnare questi riconoscimenti nel Capitolio, la cui opera di restauro ha permesso di far risaltare i valori di ognuno di loro», ha assicurato il Generale d’Esercito.
«E non è casuale farlo nel Capitolio, il cui lavoro di ristrutturazione ha permesso di risaltare i valori di uno degli edifici più importanti del paese, nella cui cripta sono state collocate le ceneri del Mambì Ignoto, di fronte alla quale arde la fiamma eterna, come omaggio del popolo ai padri fondatori e al glorioso esercito liberatore.
Poi Raúl si è complimentato con lo storiografo de L‘Avana, Eusebio Leal e i suoi collaboratori più vicini, che hanno partecipato alla grande opera di restauro del Capitolio.
«In un giorno come questo, ha dichiarato, rendiamo omaggio a quei cubani degni che nel 1895 tornarono sul campo di battaglia per liberare Cuba, e ricorro alle parole pronunciate da Fidel nel 1965: «Noi allora saremmo stati come loro e loro oggi sarebbero stati come noi».
Questo è l’impegno che abbiamo mantenuto e sarà sempre quello che guida le attuali e future generazioni per far sì che la Patria continui ad essere libera.
Erano presenti alla cerimonia vari membri del Buró Político, dei Consigli di Stato e dei Ministri, con altri dirigenti del Partito e del Governo e i familiari dei decorati.
La volontà di vivere con l’animo immacolato
Yudy Castro Morales
Il cammino della Rivoluzione è pieno di donne e uomini per bene. Molti con i nomi stretti alla storia, altri anonimi.
Di ognuno spiccano le individualità. Ma questo probabilmente è dei meno. Perché quel che è di più viene dal tutto e non da una parte. Emana quello che li unisce e li fa trascendere. Nasce dalla generosità, dalla difesa senza limiti della stessa causa e della volontà di vivere e morire con l’animo immacolato…
Qualsiasi sosta nel camino per distinguerli è quanto meno meritata.
E al di là di epoche e guerre, dal merito d’iniziare tutto o di continuarlo, dalle capacità di vincere e poi andare avanti per sentieri non meno difficili sino ad oggi … sino a qui.
Ma quando questo riconoscimento si fa coincidere con un 24 febbraio, giorno del reinizio della continuità da lì per il 1895, quando si sceglie il Capitolio, nella cui cripta riposano i resti del “Mambì Ignoto” quale omaggio a quella generazione della fondazione, la distinzione, più di questo, diventa un simbolo.
Raúl ha ricordato le prodezze del Comandante Ramiro Vadés Menéndez, tra le quali l’aver partecipato con il Che all’invasione in Occidente, come secondo capo della Colonna Nº 8 Ciro Redondo.
E questo è quel che il Generale d’ Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Partito e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ha posto sul petto di José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Partito, e dei Comandanti della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez e Guillermo García Frías, decorandoli sabato 24 con il titolo di Eroi del Lavoro della Repubblica di Cuba.
Si tratta, ha detto Raúl, di un giusto riconoscimento all’opera della vita intera dedicata alla Rivoluzione, all’opera di tre mambí di questi tempi, la cui fedeltà a Cuba e a Fidel, la dedizione al lavoro, la modestia e la semplicità, li hanno resi meritevoli del rispetto dei cubani.
Quale data migliore, ha detto, si potrebbe scegliere per rendere omaggio a coloro che già sono stati dichiarati Eroi della Repubblica di Cuba, riflesso del loro cammino rivoluzionario.
In una beve sintesi come solo si può fare quando si ha davanti a sé la dedizione di tanti anni, il Generale d’Esercito ha ripassato fatti e luoghi, si può dire imprescindibili, per capire il valore di questi uomini e il luogo che a colpi di combattimenti e di sudore si sono guadagnati nella storia di un paese.
Perchè le memorie devono essere fatte da uomini semplici, capaci di cose straordinarie.
Del Comandante Guillermo García Frías, Raúl ha risaltato il merito d’essere stato il primo contadino a entrare nelle fila dell’Esercito Ribelle.
Ha parlato del Secondo Segretario del Partito e vice presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, José Ramón Machado Ventura.
Ha ricordato il giovane studente di medicina che iniziò le sue attività contro la tirannia di Batista, il medico e guerrigliero, uno dei fondatori del Partito Comunista di Cuba, nel 1975.
Ha poi ricordato l’opera del Comandante Ramiro Valdés Menéndez, membro del Burò Politico e vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri ed ha esaltato tra tutte le prodezze quella d’aver partecipato con il Che all’invasione in Occidente come secondo capo della Colonna nº 8 Ciro Redondo.
Del Comandante Guillermo García Frías non ha dimenticato la sagacia, per condurre personalmente Fidel e altri combattenti sino a Cinco Palmas, nè il merito d’essere stato il primo contadino ad entrare nelle fila dell’Esercito Ribelle ed essere asceso di grado.
Come ha detto bene Raúl, sono molti gli aneddoti che si potrebbero raccontare per ognuno di loro: quello della pallottola che rimase nel piede di Ramiro Valdés, dall’assalto alla caserma Moncada sino al giorno in cui con il suo coltello riuscì ad estrarla nella Sierra, e le peripezie di Guillermo García per camminare “sicuro” tra le colline.
E penso anche nei volti di quel popolo umile, marcati dalle carenze e dalla dimenticanza che non avevano mai visto un medico e che alcune volte furono assistiti nella rete degli ospedali e dei dispensari di campagna creati da Machado Ventura, per prestare servizi e non solo ai combattenti.
Cuba ha posto una nuova decorazione sul petto di questi tre uomini.
Il più alto riconoscimento senza dubbio non sta in titoli o medaglie, ma consiste nel salvaguardare dallo spazio di tutti e di ognuno l’opera perfettibile per la quale hanno vissuto.
Si tratta di continuare con le radici ben piantate nelle essenze.