XII congresso Associazione Nazionale Amicizia Italia-Cuba

Parma – Il dodicesimo congresso dell’ Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (Anaic) ha condannato il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro l’Isola.

Una dichiarazione approvata nella sessione finale dell’incontro sottolinea che questa politica ostile e disumana costituisce una violazione flagrante e sistematica de diritti umani del popolo cubano.

Il documento, che per accordo dei delegati sarà inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, puntualizza che il blocco è il maggior ostacolo per lo sviluppo economico e sociale della nazione dei Caraibi e segnala che inoltre danneggia la qualità della vita della popolazione e quindi rappresenta un’azione di genocidio.

Ricordando che questa misura è il sistema delle sanzioni unilaterali più ingiusto, severo e prolungato applicato a un paese nella storia, si indica che danneggia anche altri popoli del mondo per i quali Cuba costituisce un faro di luce e di speranza.

Il blocco, segnala il testo, ignora il reclamo generale della comunità internazionale che esige l’eliminazione immediata di questa politica basata in una retorica aggressiva, indirizzata a distruggere la Rivoluzione cubana.

Nella sua dichiarazione la ANAIC ricorda che Cuba ha costruito un progetto sociale differente, fondato sugli ideali di sovranità, uguaglianza sociale e sviluppo pieno dell’essere umano, per cui è diventata un esempio per l’America Latina e il resto del mondo.

Nonostante i limiti imposti dal blocco, i medici e i maestri cubani lavorano nelle zone più difficili di altre nazioni prestando collaborazione e aiuti umanitari, insegnando a leggere e a scrivere e restituendo la vista a migliaia, portando una speranza di vita a bambini e anziani.

Il 12º Congresso della ANAIC si è svolto per tre giorni nella città di Parma con la partecipazione di 120 delegati in rappresentazione di 3500 membri appartenenti a 68 circoli sparsi in tutto il paese.

Oltre alla condanna del blocco, i partecipanti hanno approvato una dichiarazione finale ed hanno eletto i dirigenti dell’organizzazione per i prossimi quattro anni. La nuova presidente è Irma Dioli.


RELAZIONE DEL PRESIDENTE USCENTE SERGIO MARINONI

XII Congresso dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba – Parma 9-10-11 marzo 2018

Stimati
Ambasciatore della Repubblica di Cuba, compagno José Carlos Rodríguez Ruiz
Primo Consigliere Politico dell’Ambasciata di Cuba, compagno Mauricio Martínez Duque
Console Generale della Repubblica di Cuba, compagna Oneida Baró Estrada

compagno Elio Gámez Neyra, Primo Vice-Presidente dell’ICAP
compagna Adriana Pino Molina, Specialista per l’Italia dell’ICAP

gentili invitati

compagne e compagni delegati dei nostri Circoli

Nel 1969 il regista Gillo Pontecorvo ha diretto un film – a mio parere tra i più belli della storia del cinema italiano – che voleva essere una critica contro ogni forma di colonialismo e di neo-colonialismo.
La trama si sviluppa nella prima metà dell’Ottocento a Queimada – che è anche il titolo della pellicola – un’ipotetica isola delle Antille da secoli sotto il colonialismo portoghese.
L’agente britannico William Walker, interpretato da uno straordinario Marlon Brando, viene inviato e sbarca a Queimada per provocare una rivolta della popolazione di colore ridotta in stato di schiavitù. Walker pone un giovane del luogo, José Dolores, alla testa dei ribelli che, dopo una dura lotta, sconfiggono il dominio portoghese.
Ma l’indipendenza raggiunta non è sinonimo di libertà per il popolo di Queimada. Il nuovo governo è corrotto e asservito agli inglesi. La popolazione continua a vivere in condizioni di miseria e nell’ignoranza. Per questo motivo José Dolores riprende le armi contro i nuovi nemici, la borghesia locale e il neo-colonialismo inglese. Walker viene di nuovo inviato a Queimada dalla corona inglese, questa volta per combattere José Dolores e i suoi ribelli analfabeti.
Alle argomentazioni di Walker: “Chi governerà l’isola, chi dirigerà le industrie, chi penserà ai commerci, chi curerà i malati, chi insegnerà nelle scuole? La civiltà non è un fatto semplice, i suoi segreti non si imparano in una notte; se oggi la civiltà appartiene ai bianchi, dovete usare la civiltà dei bianchi, senza non sapreste andare avanti”, José Dolores replica con un lapidario “E’ meglio sapere dove andare senza sapere come, piuttosto che sapere come andare senza sapere dove”.

La storia di Queimada ricalca un po’ la storia di diversi popoli che hanno lottato contro le dominazioni, soprattutto quelle europee, in Asia, in Africa e in America Latina, paesi che per centinaia di anni hanno subito il saccheggio delle loro ricchezze, prima dalle monarchie e poi dalle multinazionali del Vecchio Continente. Nei loro confronti l’Europa ha un debito inestimabile per le rapine e per i massacri compiuti nel corso dei secoli.
Il cosiddetto Primo Mondo pretende di imporre a questi popoli il sistema di libero mercato e il modello di vita occidentale, con valori basati sulla ricerca del profitto e su un concetto molto opinabile di democrazia.
Questo sistema definito neo-liberismo, che ci vogliono far apparire come vincente, sta trascinando il mondo in un caos ecologico e sociale.
La realtà attuale dimostra che il modello di vita proposto dal neo-liberismo non è un sistema economico ed ecologico sostenibile. Buona parte dei popoli dei paesi del sud del mondo vive in condizioni di estrema povertà, che è l’origine del problema dei migranti. Le ricchezze naturali vengono saccheggiate senza alcun riguardo. Conflitti militari, terrorismo, inquinamento, disoccupazione, diffusione di vari tipi di droghe, distruzione dei valori morali hanno invaso il mondo per permettere a un’esigua minoranza di persone di mantenere i suoi privilegi e un alto livello di vita. La logica del profitto calpesta in tutto il pianeta i più elementari diritti umani.
Ci dobbiamo chiedere, come diceva José Dolores riguardo alla civiltà dei bianchi, per andare dove?

In tale drammatico contesto, la Rivoluzione cubana mantiene ben chiara la meta del suo cammino.
Ce lo dicono in modo limpido le parole di Bruno Rodríguez Parrilla, Ministro delle Relazioni Estere di Cuba, nel suo intervento del 1° novembre scorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: “Il popolo cubano non rinuncerà mai a costruire una nazione sovrana, indipendente, socialista, democratica, prospera e sostenibile”.
E’ un percorso unico, iniziato esattamente 150 anni fa, che partendo dalle guerre di indipendenza contro il dominio spagnolo ha portato dopo anni e anni di dura lotta al trionfo della Rivoluzione, che ha permesso al popolo cubano di intraprendere la sua strada verso un tipo di società in cui l’uomo – nel senso più completo del termine – sia posto sempre al di sopra di qualsiasi interesse economico.
E questo percorso è stato da sempre costellato da immense difficoltà che il popolo cubano ha di volta in volta superato grazie al contributo dei suoi figli che hanno saputo non solo interpretare il momento storico del periodo in cui sono vissuti, ma hanno avuto la lungimiranza di capire con decine di anni in anticipo verso dove occorreva andare.
Faccio solo due nomi, poiché citarli tutti sarebbe impossibile.
Il primo è quello di José Martí, uomo del passato, uomo del presente e uomo del futuro, che grazie alla sua intelligenza e alla sua umanità ha capito da subito che la lotta sarebbe stata non solo quella per l’indipendenza dal colonialismo spagnolo, ma quella contro un nemico ancora più grande, gli Stati Uniti d’America le cui mire di dominio, dopo aver sterminato buona parte delle popolazioni indigene del nord del continente per impadronirsi delle loro terre, dopo essersi annessi o conquistato la metà del territorio del Messico, volgevano il loro sguardo ancora più a sud verso le nazioni latino-americane.
L’altro nome è quello di Fidel Castro, che sulla base dei principi filosofici di José Martí ha prima sviluppato la lotta per abbattere la dittatura di Fulgencio Batista, conquistando per Cuba una vera indipendenza, poi ha saputo contrastare per quasi 60 anni lo strapotere e l’arroganza degli Stati Uniti per permettere alla Rivoluzione di continuare a esistere. Vorrei sottolineare il fatto che stiamo parlando degli Stati Uniti, la più grande potenza militare ed economica di tutta la storia, che non è riuscita a piegare ai suoi dettami un popolo di poco più di dieci milioni di abitanti.

E non solo la Rivoluzione cubana ha raggiunto traguardi che in alcuni casi superano addirittura quelli del cosiddetto Primo Mondo ma, nonostante le limitazioni imposte dall’illegale e criminale blocco degli Stati Uniti, ha messo tra i suoi compiti più importanti la solidarietà verso altri popoli del mondo, solidarietà che non è mai venuta meno anche nei momenti più difficili del período especial.
Questo fatto ha permesso a Cuba di ottenere molti consensi tra i paesi del Terzo Mondo e di ricevere le simpatie di molte organizzazioni nate a sostegno della Rivoluzione, proprio perché hanno visto in Cuba un faro di speranza verso la costruzione di una società migliore.
La nostra Associazione è stata tra le prime a offrire la sua solidarietà. Cinquantasette anni di attività testimoniano il suo impegno solidale, di amicizia e di volontariato verso il popolo cubano e verso le organizzazioni politiche e di massa che lo rappresentano.
Ha avuto nella sua storia momenti di auge e momenti di difficoltà, questi ultimi lasciati alle spalle con l’unità delle proprie forze e tenendo sempre presente l’esempio della Rivoluzione cubana che ci ha insegnato a non arrenderci mai, anche di fronte a situazioni che sembravano impossibili da superare.

Oggi ci troviamo in un contesto difficile, dovuto sia a fattori esterni sia a fattori interni. Il quadro politico nel mondo e in Italia, dove sviluppiamo la nostra attività, è cambiato notevolmente negli ultimi tre decenni.
Al principio degli anni ’90, per la scomparsa dell’Unione Sovietica e per il período especial a Cuba, l’Associazione ha avuto una crescita incredibile. In cinque anni siamo passati dai 2.177 iscritti del 1992 ai 6.097 iscritti del 1997.
Negli anni successivi, l’allontanarsi del rischio che Cuba non ce la potesse fare a superare il período especial, la malattia di Fidel che lo ha reso meno presente in pubblico, il progressivo miglioramento della situazione economica cubana, l’apertura per i cittadini cubani di forme di lavoro in proprio, la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti, hanno portato molti compagni a pensare che la nostra solidarietà verso Cuba non fosse più così necessaria e questo fatto ha causato un loro allontanamento dall’Associazione o a non rinnovare la tessera tutti gli anni.
Dal 1997, anno di vertice per numero di iscritti all’Associazione, in poi abbiamo avuto una tendenza costante alla diminuzione degli iscritti, salvo qualche tenue risalita. Nel 2017, ad esempio, abbiamo aumentato i soci del 5.6 % rispetto all’anno precedente. Alcuni hanno dato la colpa di questo calo generale all’attuale dirigenza dell’Associazione, anche se gli iscritti sono praticamente in diminuzione da vent’anni e le tessere le fanno i Circoli e non il Nazionale.
A mio parere, e questo è confortato da dati statistici, perdiamo iscritti quando per i più svariati motivi, soprattutto nei grossi Circoli, qualche compagno “storico” non è più disponibile a occuparsi del Circolo e manca un’adeguata sostituzione. Le statistiche ci dicono che ogni anno mediamente circa il 50% dei Circoli aumenta gli iscritti rispetto all’anno precedente, mentre l’altro 50 % è in perdita. Quando tra quelli in calo vi sono grossi Circoli, la perdita è più sensibile rispetto ad altri aumenti del numero dei soci.
Alcuni dati sui quali ragionare. Nel periodo 1997-1998 avevamo 1 Circolo con oltre 500 soci, 1 Circolo con oltre 300 soci, 3 Circoli con oltre 200 soci e 13 Circoli con oltre 100 soci. Attualmente abbiamo soltanto 7 Circoli con oltre 100 soci. Rispetto al numero di iscritti del 1997, abbiamo avuto un calo complessivo del 45 % ma, a conferma della specificità locale, vi sono stati grossi Circoli che sono arrivati a perdere il 70, l’80, il 90 e anche il 100 % degli iscritti, dato che alcuni di questi hanno chiuso l’attività come ad esempio i Circoli di Brescia, Lomellina, Padova, Bologna, Massa Carrara, Versilia e Fabriano.
Con questo non voglio assolutamente colpevolizzare i Circoli, grandi o piccoli che siano, anzi riconosco il loro impegno nel proseguire l’attività nonostante una situazione generale assolutamente sfavorevole. Tutti noi abbiamo avuto ottimi compagni che per i motivi personali più validi (studio, matrimonio, malattia, problemi di assistenza a familiari, trasferimento di residenza, cambio o perdita del posto di lavoro, ecc.) non hanno più potuto impegnarsi e dare il loro contributo di lavoro volontario.
Inoltre, per le pratiche burocratiche che bisogna affrontare per la permanenza della nostra organizzazione nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, è diventato più difficile mantenere aperto un Circolo oppure aprirne uno nuovo. Fino a poco più di una decina di anni fa era sufficiente una telefonata in Associazione per aprire un nuovo Circolo e farsi inviare le tessere. Ora non è più così. Un nuovo Circolo deve provvedere a registrarsi all’Agenzia delle Entrate, e sono spese; cambia il segretario, di nuovo Agenzia delle Entrate; cambia l’indirizzo della sede del Circolo, di nuovo Agenzia delle Entrate; e se l’indirizzo non è nello stesso comune occorre pagare di nuovo la pratica (circa 200 euro) all’Agenzia delle Entrate come se si aprisse un nuovo Circolo.
Ovviamente vi chiederete, perché tutto questo? Perché il fatto che l’Associazione abbia tutte le carte in regola richieste per mantenere l’iscrizione al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, ci permette di concorrere ogni anno all’assegnazione del Cinque per Mille, attraverso il quale possiamo ottenere fondi dai contribuenti che firmano a nostro favore nella loro dichiarazione dei redditi, per finanziare progetti o donazioni a Cuba e, a volte, essere utilizzati anche per le nostre attività politiche di solidarietà.

Da sempre l’attività a favore di Cuba della nostra Associazione si divide in due grandi filoni: la solidarietà cosiddetta materiale e l’informazione. Entrambe sono attività politiche, la prima per dare un aiuto concreto alle necessità della Rivoluzione cubana causate dall’illegale blocco, la seconda per controbattere le menzogne dei nostri mezzi di comunicazione e far conoscere la vera realtà di Cuba.
In quest’ultimo mandato è stato portato praticamente a termine un progetto/donazione di circa 75.000 euro con l’ACTAF, l’Associazione Cubana dei Tecnici Agricoli e Forestali. Si è trattato per noi di un impegno notevole sia dal punto di vista economico, sia per radunare il materiale indicato nelle varie voci del progetto/donazione: computer nuovi e usati, stampanti multifunzione, fustini di toner di vari colori, particolari informatici, pompe idrauliche, tavoli, sedie, apparecchiature per fumigazione, machete di vario tipo, pietre affilatrici, impermeabili, motoseghe e altro ancora. Coloro che si sono occupati degli acquisti, dell’immagazzinamento e della spedizione hanno dovuto affrontare anche tutti gli aspetti burocratici per l’invio a Cuba del materiale elencato, con varie richieste di sollecito all’ACTAF per stare nei tempi necessari sia alla nostra rendicontazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di come sono stati utilizzati i fondi del 5 x 1000 che il Direttivo Nazionale ha deciso di destinare a questo progetto, sia ai tempi per usufruire dell’esenzione del pagamento dell’IVA per le merci acquistate e poi spedite all’estero.
A questo tipo di attività, nell’insieme del lavoro della nostra Associazione, va aggiunta anche quella della solidarietà promossa da alcuni Coordinamenti Regionali con le relative province cubane gemellate, solidarietà che ha un aspetto meno anonimo perché beneficia e consente contatti diretti con i compagni cubani di località decentrate.

Cuba, per la sua dislocazione geografica, è in una zona che viene spesso colpita dal passaggio di devastanti uragani. Nell’ottobre 2016 l’oriente cubano è stato colpito dall’uragano Matthew di categoria 4 nella scala Saffir-Simpson, che ha causato notevoli danni alle abitazioni e alle strutture ma, grazie alle misure preventive della Protezione Civile cubana, nessuna vittima.
In questa occasione la nostra Associazione si è mobilitata stanziando subito 5.000 euro e lanciando una campagna di raccolta fondi con i quali abbiamo raggiunto 15.250 euro. Abbiamo quindi pagato l’invio di un container intero di lastre per coperture, per un valore di circa 60.000 euro, ottenute dal Circolo del Ravennate come donazione.
Purtroppo il passaggio di un uragano devastante si è ripetuto un anno dopo. Infatti nel settembre 2017 l’uragano Irma, di categoria 4, ma che in certi momenti ha toccato la categoria 5 (la massima), ha distrutto varie province nel centro di Cuba, questa volta causando anche dieci vittime, alcune delle quali non avevano seguito le istruzioni della Protezione Civile cubana.
Anche in questo caso l’Associazione Nazionale (con un contributo di 10.000 euro) è stata tra le prime a mobilitarsi con una nuova campagna di raccolta fondi che ha raggiunto la cifra finale di 51.150 euro.
Dato che stiamo parlando di raccolta fondi, penso che sia di notevole importanza citare anche l’attività che l’Associazione ha fatto sua e svolge a favore di una campagna di mediCuba-Europa per l’acquisto di medicinali antitumorali pediatrici che Cuba non può ottenere a causa del blocco. L’Associazione si è fatta carico di questo impegno dalla fine del 2009 e da allora fino a oggi, con i fondi raccolti, sono stati acquistati e inviati a Cuba medicinali antitumorali pediatrici per un valore di circa 125.000 euro. Tra le varie iniziative intraprese per la raccolta fondi, è stata di rilievo una settimana intera organizzata nell’ottobre 2015 grazie alla collaborazione del Circolo di Venezia a San Donà di Piave, la città dove Gino Doné ha trascorso i suoi ultimi anni, con esposizione di una mostra di manifesti cubani, conferenze, interventi nelle scuole, ricevimento da parte delle autorità locali, proiezione di filmati, uno strepitoso spettacolo musico-teatrale del Teatro dei Pazzi sulla vita di Gino Doné e infine una partita di calcio tra la Nazionale Cantanti e una rappresentativa di giornalisti veneti, il tutto con la presenza del campione cubano di salto in alto Javier Sotomayor Sanabria come personaggio principale.
Oltre allo sforzo di diverse centinaia di cittadini che ci hanno inviato un loro contributo, mi pare doveroso ricordare che sia per gli uragani, sia per i farmaci antitumorali, abbiamo ricevuto numerosi apporti da parte dei Circoli, tra i quali particolarmente sostanziosi quelli del Circolo di Genova, grazie a un lascito di un suo iscritto, Giuseppe Torre, scomparso alcuni anni fa.

Poco prima ho parlato di mediCuba-Europa, organizzazione che raggruppa realtà di 14 paesi europei. La sua attività di solidarietà si svolge unicamente nel campo della salute, sostenendo progetti in accordo con il Ministero della Salute Pubblica di Cuba. L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ne fa parte fin dal 1997, praticamente dalla sua fondazione. Roberto Foresti, che è stato per cinque anni presidente della nostra Associazione, ha anche ricoperto la carica di vice-presidente di mediCuba-Europa. Gli ultimi cinque congressi di mediCuba-Europa hanno sempre eletto una nostra compagna nella Giunta Direttiva dell’organizzazione, a dimostrazione della considerazione per la nostra Associazione e della serietà e del lavoro svolto dalla nostra rappresentante. Attualmente la Giunta Direttiva di mediCuba-Europa è composta da componenti di organizzazioni di Svizzera, Italia, Lussemburgo, Germania e Svezia.
L’attività di mediCuba-Europa nei prossimi anni è principalmente rivolta a un mega-progetto in cinque anni (2017-2021) di 2.7 milioni di euro con l’Istituto di medicina tropicale Pedro Kouri, per l’approntamento di tre laboratori di analisi (in occidente a La Habana, nel centro di Cuba a Santa Clara e in oriente a Santiago de Cuba) con tutta l’attrezzatura necessaria per detectare, nel più breve tempo possibile, la presenza di malattie trasmissibili come il dengue (4 tipi), l’ebola, lo zika, la malaria e la chikungunya. Si tratta soprattutto di reagenti, di attrezzature speciali da laboratorio, della formazione del personale, dell’installazione di apparecchiature informatiche appropriate, per migliorare i tempi di consegna dei risultati delle analisi. Il Ministero della Salute Pubblica di Cuba considera questo progetto prioritario per impedire, intervenendo per tempo, il diffondersi di malattie di questo tipo che negli ultimi anni hanno prodotto diversi casi a Cuba e che sono un rischio costante di focolai di epidemie.

Il secondo filone di attività che da sempre è portato avanti dall’Associazione riguarda il settore dell’informazione e della comunicazione.
Oggi ci troviamo qui a Parma, la città in cui il compianto compagno Angelo Giavarini ha voluto aprire un circolo che in pochi anni è diventato quello con più iscritti. Il Circolo di Parma è dedicato a Celia Sánchez Manduley e, dal 2011, anche a Marilisa Verti, la storica direttrice della nostra rivista El Moncada. Marilisa si era sempre iscritta al Circolo di Milano e pochi mesi prima della sua improvvisa scomparsa era ritornata ad abitare nella città dov’era nata, Borgo Val di Taro, e pertanto si era iscritta al Circolo di Parma.
Due anni fa l’amministrazione comunale di Borgo Val di Taro ha voluto intitolare due vie a due giornaliste che si sono distinte per la professionalità e per l’impegno nel loro lavoro, Ilaria Alpi e Marilisa Verti. Questo fatto è stato per noi motivo d’orgoglio perché abbiamo avuto Marilisa per nove anni come direttrice della nostra rivista, che la vede tuttora idealmente presente in ogni nuovo numero in uscita.
El Moncada è una rivista fatta totalmente di lavoro volontario, composto da vari passaggi, e capita che a volte un’interruzione o un disguido in uno dei punti della filiera causi alcuni ritardi nell’arrivo della rivista nelle case dei nostri iscritti. Abbiamo ricevuto apprezzamenti per i suoi contenuti, che parlano fondamentalmente di Cuba, ma che spaziano anche su altri aspetti dell’America Latina. Infatti, ad esempio, nell’ultimo periodo abbiamo dato spazio sulla nostra rivista, ma anche partecipando a conferenze, alla situazione che si è creata in Venezuela, per controbattere le falsità dei mezzi tradizionali di comunicazione e per esprimere la nostra più totale e incondizionata solidarietà alla Rivoluzione Bolivariana.
Tornando a El Moncada, a volte succede che ci troviamo in difficoltà per riempire le pagine riservate alle attività dei Circoli, in quanto capita che non riceviamo da loro alcuno scritto come contributo riguardo alle loro iniziative.
Faccio presente inoltre che El Moncada è da molti anni l’unica rivista in Italia che tratta di Cuba e che viene inviata a 450 biblioteche, in quelle di quartiere delle principali città italiane e in quelle dei comuni con oltre 30.000 abitanti. Pubblicare El Moncada è uno sforzo economico notevole per l’Associazione, ma anche di impegno per i pochi compagni che seguono le varie fasi della composizione della rivista.

A livello informatico contiamo su vari strumenti ma che per ragioni di disponibilità di tempo non tutti sono sfruttati nel migliore dei modi.
Mi riferisco al nostro sito internet, che spesso non viene aggiornato, non per colpa di chi vi opera tecnicamente, ma per mancanza o di tempo o di testa da parte nostra, perché andrebbe seguito praticamente tutti i giorni. Prima che diventassi presidente dell’Associazione avevo tempo di occuparmi assiduamente del sito e i risultati erano buoni. Attualmente il sito, oltre a notizie di carattere generale sull’Associazione e su Cuba riporta mensilmente articoli tradotti in italiano di una certa importanza su Cuba e settimanalmente le notizie dell’agenzia di stampa cubana Prensa Latina, anche queste tradotte in italiano.
La situazione è migliore con la pagina Facebook dell’Associazione, che riporta quotidianamente gli avvenimenti di attualità su Cuba o di attività dell’Associazione. Quando è stata presa in consegna nel 2013 aveva circa 2.000 “mi piace”, attualmente siamo arrivati a 11.500, il che dimostra la validità e la diffusione del lavoro che vi viene svolto.
Disponiamo anche di due canali video, uno in YouTube e l’altro in Vimeo, con numerosi filmati sia dei primi anni della Rivoluzione sia di tempi più recenti.
Invece da oltre un paio di anni non riusciamo più a pubblicare il bollettino Amicuba, che tanto era stato utilizzato per la promozione delle campagne e della diffusione del caso dei Cinque, oltre che a essere un buon mezzo di informazione sulla realtà cubana. Purtroppo motivi familiari hanno impedito alla compagna che se ne occupava di proseguire in questo importante lavoro, e non è facile trovare un sostituto che riunisca in sé le capacità e che abbia la disponibilità di tempo necessarie alla preparazione del bollettino.
A proposito del caso dei Cinque, abbiamo avuto la fortuna di assistere alla sua conclusione e questo fatto è stato motivo di un’immensa felicità fra tutti i compagni. Su questo caso l’impegno della nostra Associazione è stato grande, non solo con iniziative di vario tipo (non possiamo non ricordare Roma tappezzata di giganteschi pannelli con il nostro logo che ne chiedevano la liberazione), ma anche con un ripetuto e sostanziale apporto economico alle due più importanti organizzazioni statunitensi, Free the Five e il Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque, che si occupavano del caso.
Il Presidente Raúl Castro ha ringraziato pubblicamente il Vaticano, il Governo del Canada e la solidarietà internazionale per il raggiungimento di questo risultato, che ha obbligato gli Stati Uniti a cedere per la sempre più forte pressione internazionale e per la sempre più vasta diffusione del caso a livello mondiale che non poteva più essere nascosto, come avevano fatto per anni, e che avrebbe messo in luce la responsabilità e la collusione statunitense in relazione a casi di terrorismo.

I media italiani continuano sempre a fornire un’informazione su Cuba falsa oppure travisata. La sproporzione tra il volume della loro rispetto a quello della nostra informazione è enorme, sia per i canali di cui dispongono sia per le risorse economiche che possono impiegare. E’ sufficiente ricordare gli ignobili servizi trasmessi alla televisione in occasione della scomparsa di Fidel per vedere come venivano messi sullo stesso piano qualche decina di gusanos che festeggiavano a Miami e i milioni di persone che attendevano silenziosamente il passaggio delle ceneri del Comandante nel suo ultimo viaggio da La Habana a Santiago de Cuba.
Ma nel nostro piccolo qualcosa siamo riusciti a conquistare. Cuba è ritornata sulle prime pagine dei giornali per il riavvicinamento con gli Stati Uniti, per l’apertura delle sedi diplomatiche, per la visita di Obama e infine per la scomparsa di Fidel. In tutte queste quattro occasioni il Tgcom24 ha chiesto la presenza in studio di un rappresentante dell’Associazione per dibattere in diretta televisiva su questi temi. Addirittura per la scomparsa di Fidel ha dedicato un programma in diretta di 45 minuti.
E’ la prima volta che qualcuno dell’Associazione riesce ad apparire in televisione su canali di portata nazionale, e questo grazie alla credibilità che negli anni l’Associazione è riuscita a crearsi. Vi sono altri due casi che testimoniano l’apprezzamento verso la nostra Associazione.
Il primo è quello della Nazionale Cantanti, che ho già citato prima, che si è resa disponibile a giocare una partita di calcio il cui incasso fosse destinato a sostegno della nostra campagna di raccolta fondi per l’acquisto di farmaci antitumorali pediatrici. L’altro è la richiesta di patrocinio che ci è pervenuta da parte del Museo Nazionale del Cinema di Torino, una delle più prestigiose istituzioni culturali italiane, in occasione della mostra di manifesti cinematografici cubani che si è tenuta nella Mole Antonelliana da febbraio ad agosto 2016.

Sia per fornire una corretta informazione su Cuba, sia per favorire e promuovere l’attività dei nostri Circoli, sono stati numerosi gli inviti a personalità cubane per tenere conferenze o per partecipare ad altri incontri o a interviste in tutta Italia.
Nel novembre 2014, dopo oltre sei mesi di black-out sugli inviti da parte di Cuba, è stato nostro ospite il giovane e autorevole giornalista cubano Oliver Zamora Oria, esperto dei rapporti tra Cuba e Stati Uniti e del caso dei Cinque, che si sarebbe concluso poche settimane dopo.
Nel 2015 è stata la volta di Antonio Guerrero Rodríguez, uno dei Cinque, di Raúl Capote Fernández, professore universitario cubano infiltrato nella CIA, e di Javier Sotomayor Sanabria, da oltre 25 anni detentore del record mondiale di salto in alto.
Nel 2016 abbiamo avuto l’onore di avere con noi Delsa Esther Puebla Viltre, nota più semplicemente come Teté Puebla, la prima donna cubana a raggiungere il grado di generale nelle Forze Armate Rivoluzionarie. Con lei viaggiavano la storica e scrittrice cubana Acela Caner Román, il direttore dell’Ufficio dell’Archivio Storico del Consiglio di Stato Eugenio Suárez Pérez e la pittrice e grafica cubana Lesbia Vent Dumois.
Un altro ospite che ha tenuto conferenze per noi nel 2016 è stato il giornalista e regista colombiano Hernando Calvo Ospina, che ha prodotto tre documentari (nel 2015 sul blocco degli Stati Uniti a Cuba, nel 2016 sulla questione del territorio occupato di Guantánamo e nel 2017 sulla situazione in Venezuela) finanziati per la loro realizzazione anche dalla nostra Associazione, che poi si è fatta carico di tradurre e di inserire nei filmati i sottotitoli in italiano, proprio per favorire le attività dei Circoli su questi argomenti.
Infine nella parte conclusiva del 2016 abbiamo promosso e organizzato una tournée in Italia di tre cantanti lirici cubani, a dimostrazione di come la Rivoluzione abbia offerto spazio a ogni genere di cultura.
Anche nel 2017 gli inviti per conferenze e incontri sono stati numerosi: in aprile abbiamo avuto con noi il Primo Vice-presidente dell’ICAP Elio Gámez Neyra e la funzionaria per l’Italia Adriana Pino Molina; in maggio Aleida Guevara March, la figlia del Che, che come sempre ha fatto riempire di pubblico fino all’inverosimile gli spazi destinati alle sue attività; in giugno è stata accolta la giovane docente di psicologia Irmita González Salanueva, (figlia di René González, uno dei Cinque), per parlare di aspetti di Cuba in relazione ai giovani, alle donne e alle madri.
Gli ultimi inviti dell’anno sono stati per Victor Dreke Cruz, comandante in seconda nella spedizione del Che in Congo, e per Ana Morales Varela, medico e docente nella facoltà di Medicina dell’Università di La Habana.

Victor Dreke Cruz è stato l’ospite principale nell’attività che come Nazionale abbiamo organizzato a Roma nella cornice del Parco della Musica, per la commemorazione dei cinquant’anni dell’assassinio del Che. Senza dubbio è stata l’iniziativa più bella e di contenuto alla quale abbia partecipato da quando sono entrato in Associazione nel 1973. Mi sembra giusto un ringraziamento particolare ai compagni del Circolo di Roma, che si sono accollati la complessa parte organizzativa dell’evento.
E’ stata una serata emozionante che, con la partecipazione di personalità di livello, ha trattato il tema della vita del Che soprattutto dal punto di vista umano.
Condotta in modo magistrale dal giornalista Fabrizio Casari, all’attività erano presenti come oratori la docente e giornalista Alessandra Riccio, lo storico e professore dell’Università di Torino Angelo D’Orsi e, naturalmente, il generale Victor Dreke Cruz, che hanno contestualizzato, anche con aneddoti poco conosciuti, vari momenti della vita di Ernesto Che Guevara.
Attori del calibro di Moni Ovadia ed Elio Germano, quest’ultimo vincitore di tre David di Donatello e del premio come miglior attore maschile al Festival di Cannes 2010, hanno letto alcune lettere del Che.
La cantante cubana Renata Mezenov Sa ha intervallato letture di testi e proiezioni di filmati con l’interpretazione di alcune canzoni cubane. Grande successo ha riscosso anche l’artista Fatmir Mura, che ha aperto e concluso la serata con la creazione in diretta di immagini di momenti della vita del Che fatte con la sabbia, che venivano proiettate su uno schermo gigante.
C’è anche da sottolineare che questa nostra iniziativa ha avuto il patrocinio di ben sette Ambasciate (Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua, El Salvador, Angola e Palestina) oltre a quello della Regione Lazio e dell’Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale.

Un’altra iniziativa importante, organizzata ai primi di dicembre scorso dal Nazionale, grazie all’aiuto di nostri compagni dei Circoli dell’area milanese, è stata la manifestazione con corteo contro il blocco e per la restituzione del territorio occupato illegalmente da oltre un secolo dagli Stati Uniti della Base di Guantánamo.
La manifestazione ha percorso le vie centrali di Milano e si è conclusa con un comizio davanti al Castello Sforzesco. Purtroppo nella stessa giornata si svolgevano a Milano altre due attività politiche di sinistra e la loro concomitanza non ha permesso a diverse persone di partecipare alla nostra manifestazione, anche se l’ordine di grandezza dei partecipanti non sarebbe cambiato di molto. In realtà ci aspettavamo una maggior mobilitazione di compagni da parte dei nostri Circoli, ma questo non è avvenuto. Dobbiamo comunque ringraziare quei compagni di Circoli lontani, che si sono sobbarcati diverse ore di viaggio per essere presenti.
Pensiamo che il tema dell’eliminazione del blocco e della restituzione a Cuba del territorio della Base di Guantánamo debba essere la spina dorsale dell’attività futura dell’Associazione, e dobbiamo essere tutti quanti più preparati su questi argomenti per dare esaurienti spiegazioni ogni volta che si presenta l’occasione.
Ma non dobbiamo dimenticare che nel 2018 cade anche il decimo anniversario della scomparsa di Gino Doné, l’italiano del Granma, l’unico europeo che ha partecipato alla storica spedizione. Oltretutto Gino è stato anche un nostro iscritto al Circolo di Venezia.
Così come dobbiamo ritornare a impegnarci per una campagna sul caso di Fabio Di Celmo – e qui è giusto farci un’autocritica – che abbiamo lasciato per troppo tempo nel silenzio in questi ultimi anni. Le autorità governative italiane fanno bene a fare la voce grossa con l’Egitto per il caso di Giulio Regeni, ma vorremmo, per una questione di equità, che lo stesso comportamento avvenisse anche di fronte agli Stati Uniti, dato che il mandante dell’azione di terrorismo di cui è stato vittima Fabio Di Celmo è reo-confesso, passeggia tranquillamente per le strade di Miami e riceve ogni tipo di protezione dalle autorità della Florida e dal Governo statunitense.

Per organizzare tutte le attività che ho elencato – oltre ai viaggi, alle brigate e ad altre iniziative ancora – è stato necessario un grande lavoro sia della Segreteria Nazionale sia del nostro ufficio di segreteria.
Riguardo alla Segreteria Nazionale praticamente abbiamo svolto le nostre riunioni almeno una volta ogni due o tre settimane. Da un paio di anni manteniamo i contatti tra di noi utilizzando skype, che permette di sentirci e di colloquiare senza spostarci dalle nostre abitazioni e senza spendere soldi per i nostri incontri. Sicuramente questo mezzo andrà utilizzato anche dalle Commissioni di Lavoro (qualcuna lo fa già) o da altri organismi dell’Associazione, in modo da non incidere ulteriormente sulle casse del Nazionale.
Il lavoro d’ufficio non è semplice, tra ricezione, registrazione e spedizione tessere, tenuta conti bancari e postali, archiviazione documenti, smistamento posta sia cartacea sia informatica in entrata e in uscita, comunicazioni varie ai Circoli, assistenza alle persone che chiedono informazioni per telefono o che si presentano nella nostra sede, e molti altri aspetti ancora.
Auspichiamo una maggiore collaborazione da parte di tutti i Circoli, in modo di aiutare a rendere più agile questo lavoro, inviando in tempi brevi le documentazioni richieste, oppure con una maggior precisione quando si tratta di sistemare aspetti economici.

Le spese che il Nazionale deve affrontare per l’insieme delle attività e della gestione economica dell’Associazione sono molte. Presentando un mese fa il rendiconto economico relativo al 2017, il nostro Amministratore ha fatto suonare un campanello di allarme e ci ha consigliato di fare più attenzione alle uscite perché il Nazionale non è in grado di continuare a sopportare ritmi di spesa come quelli degli ultimi anni. E’ vero che negli ultimi mesi dell’anno scorso abbiamo dovuto far fronte all’uragano Irma e a ben due manifestazioni nazionali e questi impegni hanno messo un po’ in ginocchio le casse dell’Associazione.
Nonostante questa situazione, da quando sono stato eletto presidente nel 2007 qualcosa è stato fatto rispetto a prima a favore dei Circoli. Ad esempio tutti voi delegati siete presenti a questo Congresso e il vostro Circolo riceverà un contributo dal Nazionale in funzione della distanza di provenienza dei suoi delegati, per coprire parzialmente le spese dovute alla partecipazione. Questa operazione grava sulle casse del Nazionale per quasi 11.000 euro.
Oppure, quando un Circolo organizza un’attività per la quale viene richiesta la presenza di un compagno della Segreteria Nazionale, non deve sborsare neppure un centesimo per viaggio, vitto e alloggio, qualunque sia la distanza, mentre prima tutte queste spese erano a carico del Circolo, finendo con il penalizzare soprattutto i Circoli più lontani.
La stessa cosa avviene con le riunioni del Direttivo Nazionale, alle quali ai nostri dirigenti viene riconosciuta una buona parte di rimborso spese di viaggio, in modo che non sia il Circolo di appartenenza a dover affrontare tutti i costi della trasferta. Prima del 2007 erano solo i compagni provenienti da Calabria, Sicilia e Sardegna che avevano diritto al 50 % di contributo per le spese sostenute per il viaggio.

Un argomento che non posso far passare sotto silenzio è la situazione di disagio alla quale si sono trovati di fronte diversi nostri Circoli nei loro Congressi: nella ultracinquantennale storia dell’Associazione non eravamo mai arrivati alla presentazione di due documenti politici.
E’ giusto fare critiche all’operato dei dirigenti, ma trovo completamente inopportuno che le critiche servano da base per arrivare a una contrapposizione. Questo modo di agire può andar bene nei partiti, può andar bene nei sindacati, ma non va assolutamente bene in un’Associazione di volontariato come la nostra, che già opera tra mille difficoltà alle quali non possiamo aggiungere anche divisioni interne, con il rischio di mandare all’aria tutta la nostra storia. Non esistono soluzioni magiche, esiste solo l’unità che dobbiamo riconquistare e che è l’unica cosa che può rendere efficace il lavoro di solidarietà verso Cuba.

Infine, ho ricoperto la carica di presidente conducendo l’Associazione nel rispetto delle regole dello Statuto e nell’adempimento dei compiti da questo stabiliti, senza alcun interesse personale, né tantomeno ambizioni. Sono 11 anni che porto avanti questo impegno e devo ringraziare tutti quei compagni che, in un modo o nell’altro, mi hanno aiutato.
Ho svolto il mio lavoro con una presenza quotidiana in ufficio e su richiesta dei Circoli ho partecipato ad attività da loro organizzate ovunque mi sia stato richiesto, salvo poche volte in cui si sono verificate coincidenze di data e, non avendo il dono dell’ubiquità, non potevo soddisfare i due inviti.
In quest’ultimo mandato sono stato presente 74 volte su richiesta dei Circoli, 28 volte per impegni del Nazionale e 24 volte su invito di altre organizzazioni. Negli 11 anni di presidenza il totale delle mie missioni è stato di 354, delle quali 26 all’estero.
Non sta a me giudicare i risultati dell’attività che ho svolto alla testa dell’Associazione. Credo invece che un buon metro di giudizio sul lavoro sviluppato complessivamente da tutti noi sia quello di chi riceve la nostra solidarietà. I compagni cubani dell’ICAP – che ricordiamo è l’istituzione preposta dal Consiglio di Stato di Cuba per la solidarietà popolare – dell’Ambasciata, del Consolato, di varie organizzazioni o istituzioni incontrate a Cuba, le personalità cubane che abbiamo avuto l’onore di ospitare, hanno dato e continuano a dare giudizi positivi riguardo a tutto il lavoro di solidarietà sviluppato dalla nostra Associazione verso la loro Rivoluzione. Più volte ci è stato detto dai compagni cubani che siamo tra le Associazioni che più si evidenziano nel mondo sia per il volume di solidarietà sia per il livello organizzativo che abbiamo raggiunto.
Negli ultimi anni, diverse volte il più importante sito cubanowww.cubadebate.cu, che conta una media di circa 500.000 visualizzazioni al giorno, ha riportato le nostre iniziative e per ben tre volte ci ha riservato lo spazio più importante, con la “imagen del día” (la foto del giorno).
Con ciò non intendo dire che dobbiamo accontentarci di quanto realizzato finora e che non sia possibile migliorare tutto quello che è stato fatto. Di sicuro abbiamo ancora spazi di crescita nelle attività di solidarietà, crescita che non dipende assolutamente dal numero dei nostri iscritti, ma dal lavoro che sapremo sviluppare.
Per me è giunto il momento di farmi da parte e pertanto non presenterò la mia candidatura per un quarto mandato alla presidenza. L’Associazione saprà scegliere nel migliore dei modi il mio successore.
Ma questo non significa che lascerò il mio impegno di lavoro in solidarietà con Cuba. Un giorno Fidel ha detto che i rivoluzionari non vanno in pensione e José Martí è stato ancora più preciso affermando che l’unico posto in cui un rivoluzionario può riposare è la tomba.
C’è ancora moltissimo da fare per Cuba, per il suo popolo, per gli ideali di umanità, di solidarietà, di uguaglianza, per i valori profondamente antifascisti e antirazzisti portati avanti dalla Rivoluzione nei quali noi dell’Associazione ci identifichiamo e in cui crediamo fermamente. Mi sono sempre sentito uno dei tanti che partecipano a questo impegno, che non solo deve portare solidarietà a Cuba, ma deve servire anche a un miglioramento di noi stessi, soprattutto come compagni. Ci attendono sicuramente molte difficoltà, ma non ci manca lo spirito per affrontarle e per superarle.
Vi chiedo scusa per la lunghezza di questa mia esposizione, ma gli argomenti da trattare erano veramente molti e non li ho affrontati nemmeno tutti.
Grazie per avermi prestato attenzione.
¡Hasta la victoria siempre!


Documento politico conclusivo del XII Congresso dell’Associazione Nazionale d’Amicizia Italia-Cuba

 

ANAIC

Il XII Congresso è stato occasione fondamentale per fare il bilancio sullo stato dell’associazione in un’ottica di rilancio e continuità del nostro impegno e lavoro quotidiano di solidarietà politica e materiale a favore di Cuba rivoluzionaria e socialista.
questo bilancio è frutto di un impegno unitario, che valorizza i documenti che si sono confrontati e i molti contributi discussi nei circoli.
L’unita è un valore fondamentale a maggior ragione quando si fonda sul rispetto e sulla sintesi di punti di vista differenti.
L’unità come strumento per rafforzare il nostro lavoro e la solidarietà per Cuba, a partire dall’analisi dei punti di debolezza che l’associazione ha scontato e della valorizzazione dei meriti che collettivamente dobbiamo riconoscerci  è stata anche l’ambito per discutere il futuro di Cuba e delle prospettive della nostra associazione di fronte alle difficili sfide che ci attendono e l’involversi inoltre della situazione in America Latina, che rischia d’avere ripercussioni negative anche sull’economia cubana e sulle politiche di alleanza costruite dal governo cubano nel continente latinoamericano.

PREMESSA

La rivoluzione cubana è viva e forte, nonostante gli attacchi militari, economici e mediatici che ha dovuto subire da parte degli Stati Uniti in oltre 50 anni e continua a rappresentare il punto di riferimento per nuove forme di aggregazione e di integrazione tra i popoli latinoamericani, per le lotte di emancipazione e per tutti coloro che nel mondo lottano contro oppressione e sfruttamento.
È evidente inoltre la grande attualità dell’esperienza cubana, del suo umanesimo e della costante attenzione a formare cittadini degni, tutto ciò, nell’epoca di una globalizzazione che schiaccia i popoli del mondo, rende moderno ed attuale l’esempio della Rivoluzione cubana. In Italia e in Europa si affermano movimenti nazionalistici, a questi contrapponiamo la cultura dell’internazionalismo martiano praticato dalla Rivoluzione cubana negli ultimi sessant’ anni.
In tal senso si possono sottolineare molti esempi: dalla sanità, all’istruzione gratuita e d’eccellenza, la tutela dell’ambiente e la prevenzione delle calamità naturali, gli investimenti per ricerca, sport e cultura.
Inoltre, mentre l’ecosistema mondiale si sta degradando senza precedenti nella storia, Cuba è stata dichiarata dal WWF, nel 2016, “unico paese con uno sviluppo sostenibile”, in quanto basato su tre fattori: società, economia ed ambiente.
Ribadiamo pertanto in questo congresso il nostro impegno, la nostra lotta e solidarietà a fianco di Cuba socialista, del suo popolo, del suo governo, del suo processo rivoluzionario.
In questa direzione è fondamentale il ruolo dell’ICAP quale interlocutore cubano principale e riferimento per il movimento di solidarietà internazionale con Cuba, cosi come si riconosce nell’art. 4 del nostro Statuto.
Pertanto anche i rapporti con le istituzioni cubane, UJC, PCC, FMC, CTC, etc. devono essere canalizzate attraverso l’Icap.
Il rapporto con l’Icap dev’essere sviluppato, migliorato e rafforzato.
Vogliamo sottolineare la non banale bellezza di dedicare un intero istituto all’amicizia tra i popoli.

I NOSTRI OBIETTIVI PRIORITARI

Rafforzare la campagna contro il blocco.
Richiedere la restituzione del territorio illegalmente occupato di Guantánamo.
Denunciare e chiedere la cessazione delle trasmissioni illegali di Radio e TV Marti, cosi come altri programmi sovversivi finanziati dagli USA.
Denunciare la campagna USA di finanziamento ai controrivoluzionari e la creazione da parte degli Stati Uniti di una task force internet per la sovversione interna a Cuba (come da disposizione del memorandum di sicurezza nazionale presidenziale del 16 giugno 2017, pubblicato da Donald Trump nella città di Miami).
Sostenere il governo cubano nella richiesta al governo degli Stati Uniti per il risarcimento dei danni economici e umani, causati dal blocco e dalle azioni terroristiche contro Cuba.
Esprimere solidarietà ai paesi dell’ALBA-TCP, ma soprattutto solidarietà incondizionata alla Rivoluzione Bolivariana del Venezuela, riconoscendo la legittimità del governo del presidente Nicolas Maduro. Inoltre, di fronte all’offensiva dell’imperialismo e della destra nel continente latinoamericano, ribadiamo la nostra solidarietà e vicinanza alle lotte dei popoli, dei movimenti sociali e delle forze della sinistra latinoamericana, espresse anche in difesa delle conquiste democratiche e sociali ottenute dai governi di trasformazione.
Ribadire con forza la nostra posizione per il pieno rispetto della legalità internazionale, per la pace, contro tutte le guerre di aggressione e contro tutte le forme di terrorismo. crediamo nel diritto internazionale e contrapponiamo alla visione unilaterale del governo degli Stati Uniti, l’idea di un mondo multilaterale.
Particolarmente grave la scelta isolata del governo statunitense di accantonare la politica dei due popoli e due stati in Palestina, decidendo di schierarsi al fianco dell’attuale governo di destra d’Israele e spostando la sede dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
L’ANAIC sottoscrive la dichiarazione del governo cubano che appoggia una soluzione ampia, giusta e duratura per il conflitto israelo-palestinese che permetta ai palestinesi il diritto all’ autodeterminazione e a disporre di un loro stato libero e sovrano.
Intensificare l’uso dei social per contrattaccare la guerra mediatica contro Cuba.
organizzazione e struttura
Riallacciare e rafforzare i rapporti con enti ed istituzioni a livello locale e nazionale, i partiti, deputati, senatori, sindacati, movimenti, associazioni che condividono i nostri obiettivi e i nostri valori, a partire da quelle di solidarietà con cuba e con l’America Latina e dalle organizzazioni di massa come anpi, arci, cgil, il sindacalismo di base e associazionismo diffuso, per instaurare un dialogo continuo con le realtà disposte ad interloquire su cuba senza pregiudizi di sorta
Formare un comitato “scientifico” composto da, intellettuali, giornalisti, scrittori docenti, accademici,ricercatori, artisti e sportivi come testimonial di sostegno a Cuba e coinvolgendoli nell’elaborazione delle campagne a favore dei nostri principali obiettivi.
Incentivare la crescita degli iscritti. tenuto conto delle criticità relative alla nostra organizzazione interna si rende prioritario un impegno per ampliare sempre piu’ il numero dei tesserati e contribuire allo sviluppo della nostra associazione nei territori dove non siamo presenti con l’apertura di nuovi circoli.
Ampliare il gruppo dedicato alla comunicazione con il compito di rinnovare e rafforzare il sito internet, la pagina facebook, twitter, il canale youtube, canale vimeo, oltre a un blog dedicato e riprendere la pubblicazione del nostro bollettino informatico quindicinale Amicuba.
La nostra rivista “El Moncada” ha acquisito negli ultimi anni una sempre maggiore rilevanza quale strumento di informazione e cultura politica.
La rivista deve fare un salto di qualità dal punto di vista grafico rendendola sempre più moderna, più attraente, più in grado di mobilitare e coinvolgere simpatizzanti e membri dell’ANAIC.
Si sollecitano i circoli ad una maggiore informazione da far pervenire a “El Moncada” sulle attività soprattutto di carattere politico che vedono coinvolta la nostra associazione sia a livello locale che nazionale.
rRafforzare il lavoro con i giovani attraverso un’apposita commissione per assicurare continuità nel lavoro politico futuro verso cuba. a tal fine, e’ importante far conoscere l’associazione anche negli spazi di aggregazione giovanile e negli ambienti e collettivi studenteschi ed universitari, cosi come va rilanciata la commissione organizzazione e tesseramento. intensificare la partecipazione alla brigata internazionale di lavoro volontario organizzata dall’iCAP, cosi come la realizzazione di viaggi di interesse socio politici.
Occorre promuovere l’impegno sul fronte della solidarietà materiale da concertare con le autorità cubane secondo le priorità da loro espresse; con lo stesso principio, trovare la forma per un rilancio della collaborazione internazionale anche con altri partner amici e sostenitori di Cuba e per favorire e incentivare interscambi a livello culturale, scientifico, accademico e sociale.
Sostenere Medicuba Europa. incentivare e continuare l’attività di solidarietà per l’acquisizione dei farmaci oncologici per l’infanzia che, a causa del blocco, cuba non può ottenere direttamente dalle industrie produttrici. .
Occorre promuovere e rilanciare la campagna del “5 per mille” delle imposte a favore dell’associazione nazionale. il prossimo gruppo dirigente valuterà come affrontare l’aiuto ai coordinamenti regionali e allo sviluppo della presenza dell’ANAIC laddove non è presente.
Mantenere i gemellaggi esistenti che negli anni hanno consolidato relazioni positive tra i circoli e le strutture icap delle varie provincie cubane.
Instaurare e mantenere un rapporto di dialogo e collaborazione con la comunità cubana residente in italia e le sue associazioni, al fine di creare percorsi comuni e occasioni di confronto su importanti temi, quali una corretta informazione su cuba, l’identità cubana, i valori e le conquiste della rivoluzione.
Anche di fronte alle recenti aperture dell’unione europea verso cuba, ampliare la nostra azione di solidarietà e informazione a livello europeo con iniziative condivise con le altre associazioni di solidarietà. in tal senso, coinvolgere, oltre all’ICAP e alle autorità cubane, i parlamentari europei e altri organismi internazionali che si sono distinti con dichiarazioni a sostegno di cuba (es. Unesco, di cui Cuba è membro nel consiglio esecutivo, WWF, per la sua dichiarazione di Cuba unico paese con sviluppo sostenibile ), rinnovati impegni a livello nazionale ed europeo. La quotidiana attività a favore della pace, della giustizia e della solidarietà riguarda anche la nostra collocazione nel panorama nazionale ed europeo dove le politiche neoliberiste provocano sempre più disuguaglianze, povertà e crisi sociali.
Per questo l’ANAIC è a fianco di quelle forze sociali, culturali e politiche oltre a quelle reti nazionali ed europee che lottano per una società pià inclusiva ed equa.
lLa nostra associazione è  impegnata quindi sul fronte dell’antifascismo, dell’antisessismo, dell’antirazzismo, dell’antiimperialismo e sull’ambientalismo. in particolare l’ANAIC:
– è promotrice e parte integrante, insieme ad un ampio arco di forze, di un nuovo antifascismo che coniuga la difesa della memoria storica e della democrazia con il rifiuto di ogni discriminazione etnica e forma di razzismo.
S’impegna per fare in modo che le istituzioni bandiscano tutte le organizzazioni neofasciste, perché il fascismo e il nazismo non sono un’opinione ma un crimine da perseguire.
– intende fare presa sull’opinione pubblica, assieme ad un’ampia rete di associazioni di riferimento, su una serie di temi sui quali cuba e’ all’avanguardia come la lotta all’omofobia e alla transfobia, al machismo e alla violenza di genere, coinvolgendo l’icap per i rapporti con il Cenesex.

CONSIDERAZIONI FINALI

Con uno spirito unitario e collettivo si vogliono realizzare le proposte e gli obiettivi emersi dal nostro congresso. crediamo che sia indispensabile unificare tutte le energie, esperienze, intelligenze e passione per rilanciare e ampliare il terreno della nostra solidarietà a favore di cuba. al contempo riteniamo essenziale un’ operazione di rilancio e rinnovamento dell’associazione, condizione indispensabile per favorire la crescita e il protagonismo delle nostre battaglie nella nuova fase di attualizzazione con cui cuba va affrontando le sfide del nuovo millennio.
In tutto ciò il nostro punto di vista internazionalista è centrale per chiamare a raccolta nelle varie forme, il mondo politico, istituzionale, sindacale, sociale, culturale e dell’informazione in difesa e a sostegno dell’esperienza rivoluzionaria cubana.
esperienza sempre più attuale e, tutt’ora, protagonista della storia, non solo nel suo paese e nel continente latinoamericano, ma nel mondo intero.

Con Cuba e per Cuba esempio di dignità, coerenza, resistenza antimperialista per i popoli!
Con Cuba e per Cuba sovrana, indipendente, prospera e sostenibile!
Con Cuba e per Cuba rivoluzionaria e socialista!
Hasta la victoria siempre!

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