Raúl, un insigne leader di Nuestra America

Anche se si conoscono poco, i primi riferimenti alle sue idee precedono l’inizio dell’insurrezione nella Sierra Maestra.

Passata l’adolescenza, nel marzo del 1953 Raúl viaggiò in Europa per partecipare ala Conferenza Internazionale sui Diritti della Gioventù. realizzata nella città di Vienna, In Austria. Di ritorno nelle terre d’America, prese il vecchio cammino degli spagnoli verso Caracas, con l’unico proposito di rendere omaggio al Liberatore Simón Bolívar, come aveva fatto prima Martí davanti alla sua statua nel marzo del 1881.

Quello fu un grande avvicinamento storico di Raúl alle idee dell’unità continentale e dell’emancipazione intraviste da Bolívar. Poi continuò nel suo lavoro alla guida della Rivoluzione Cubana come Ministro delle Forze Armate e quindi Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri.

Granma offre in una linea di tempo alcuni dei momenti più rilevanti della relazione del Generale d’Esercito con Nuestra America, attraverso il suo pensiero e la sua azione.

24 agosto del 1959

«La OSA è un organismo inoperante e per questo deve sparire».

(Intervista nella V Riunione dei Cancellieri della OSA, a Santiago del Cile).

11 settembre del 1959

«…il miglior aiuto che oggi possiamo dare e questi popoli e agli altri popoli dell’America Latina è mantenere la nostra Rivoluzione, difenderla dagli attacchi di tutti i suoi nemici, portarla avanti per compere suoi grandi obiettivi. Se la Rivoluzione cubana fosse sconfitta o alterata, se le si facesse perdere il suo carattere radicale e profondo, le tirannie e i governi traditori si rinforzerebbero a spese dei popoli …»

(Conferenza nella Casa de las Américas, L’Avana, Cuba).

17 settembre del 1961

«…La nostra causa è la causa di milioni di esseri umani. E rispetto all’ America Latina, il processo storico dell’umanità è inevitabile e invariabile. Si può essere sicuri che la vittoria e il totale consolidamento della nostra Rivoluzione possono avvicinare enormemente e accorciare molto il cammino a questi popoli fratelli dell’America Latina; nella stessa forma se la nostra Rivoluzione fosse sconfitta avremmo allargato il martirologio di questi popoli fraterni, includendo stavolta anche il nostro».

(Discorso alla consegna dei premi dell’emulazione organizzata dalla Federazione Generale dei Lavoratori d’Oriente a Cuba ).

17 aprile del 1971

«… oggi il volto dell’ America Latina non è lo stesso di dieci anni fa. Di fronte allo sfruttamento imperialista i popoli lottano e, per distinte strade e metodi, stanno incontrando il cammino che li condurrà definitivamente alla soluzione dei problemi del continente. Semplicemente due esempi: Cile e Perù».

(Discorso nella Rivista Militare, a San Antonio de los Baños, L’Avana).

2 dicembre del 1972

«… Se osserviamo il panorama dell’ America Latina, vediamo che già sono diversi i paesi nei quali è cominciato a finire il ruolo della metropoli poderosa, per gli Stati Uniti. Loro, che per evitare “l’altra Cuba” non hanno esitato nell’inviare 40.000 marines nella piccola Repubblica Dominicana nel 1965, affrontano oggi l’incontenibile ondata rivoluzionaria che fa fremere il continente e che si esprime nelle più diverse forme.

(Discorso nella sfilata per il 16º anniversario dello sbarco del Granma, L’Avana).

2 gennaio del 1974

«…In America Latina, l’ imperialismo nordamericano rinvigorisce la su santa alleanza con le forze più reazionarie; s’ingegna per non apparire in scena mentre recluta e addestra nuovi boia e capoccia , come i gorilla brasiliani, i traditori del governo costituzionale del Cile e i neofascisti dell’Uruguay».

(Discorso nel 15º anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana).

6 novembre del 1992

«…Quel che si tratta ora è diffondere la terribile realtà dell’America Latina, per non parlare di tutto il Terzo Mondo, perchè tutti derivino da questi esempi attuali qual’è la formula macabra che l’impero ci vuole imporre».

(Parole nell’incontro per il 30º anniversario della Controintelligenza Militare, L’Avana).

26 luglio del 1994

«…Questa associazione (Associazione degli Stati dei Caraibi, AEC) è formata da 25 Stati indipendenti, Cuba e le altre Antille Maggiori, le Antille Minori, Centroamerica, Messico, Colombia e Venezuela, con altri 11 membri associati che sono territori dipendenti con una popolazione vicina ai 200 milioni di abitanti.

Questo è un passo importante per il proposito d’integrazione dell’America Latina che fu l’ideale di Bolívar e Martí e oggi è la causa per la quale il nostro popolo lotta con ardore».

(Discorso nel 41º anniversario dell’assalto alla Caserma Moncada. Isola della Gioventù).

 2 dicembre del 2006

«…Il vincolo economico dell’America Latina da parte degli Stati Uniti attraverso l’ALCA è stato eliminato e al suo posto è sorto a beneficio delle masse diseredate il progetto d’integrazione dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe, ALBA, proposta dal presidente e fratello Hugo Chávez».

(Discorso in commemorazione del 50º anniversario dello sbarco del Granma).

16 dicembre del 2008

«…Prima che Cuba entri nella OSA, e che mi perdonino, il Segretario della OSA, lo saluto, e forse mi riunirò con lui, ma il politico che è, la personalità politica che è il nostro amico Insulza, prima, come disse Martí, “si uniranno il mare del nord e il mare del sud e nascerà un serpente da un uovo d’aquila”».

(Discorso nla Vertice Straordinario del Gruppo di Río, Costa di Sauipe, Salvador de Bahía, Brasile).

2 dicembre del 2011

«…La Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici è la nostra opera più preziosa. Simbolicamente, consolida il concetto di una regione unita e

sovrana, impegnata con un destino comune».

(Discorso nel Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici [Celac], a Caracas, Venezuela).

11 aprile del 2015

«…Il Proclama dell’America Latina e i Caraibi come Zona di Pace ha significato un passo storico (…) Sviluppare l’unità nella diversità, la coesione nell’attuazione e il rispetto delle differenze, continuerà ad essere il nostro primo proposito e una necessità assoluta perché i problemi del mondo si aggravano e persistono gravi pericoli e forti sfide che superano le possibilità nazionali ed anche sub regionali».

(Discorso nel VII Vertice delle Americhe, Panama).

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