La destra regionale in America Latina, con i suoi alleati già abituata ai golpi morbidi contro mandatari e politici progressisti ora, con la sua strategia di destabilizzazione pretende d’eliminare anche i meccanismi d’integrazione.
Oggi è l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) quella che deve affrontare il tentativo di distruggere la sua istituzionalità, questa stessa piattaforma che vide la luce poco più di dieci anni fa grazie alle visione strategica di leader come il Comandante Hugo Chávez, Evo Morales, Luiz Inácio Lula da Silva, Rafael Correa e Néstor Kirchner.
Tempo fa il segretario generale dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America–Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), David Choquehuanca, ha affermato che : «la creazione della Unasur è riuscita a vincere il pensiero coloniale di un Sudamerica diviso durante tanto tempo, recuperando la nostra identità libera e sovrana, con diversità di visioni, pero con un solo destino storico che condividiamo».
Senza dubbio, le amministrazioni neoliberiste che sono giunte al potere in America del sud, per aver vinto nelle elezioni o per aver destituito i loro predecessori, si sono incaricate di cancellare molti dei passi avanti in materia sociale ed economica realizzati da coloro che hanno governato per il popolo e che per diversi settori sono stati una vera molestia.
Con il pretesto di una «grave situazione» all’interno di Unasur, sei dei 12 paesi che ne fanno parte (Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Paraguay e Perù), mediante una lettera firmata dai rispettivi cancellieri, hanno deciso «d’iniziare una seria riflessione sugli obiettivi, le strutture e metodi di lavoro, includendo i loro meccanismi di presa delle decisioni».
Questi paesi affermano inoltre che questa situazione è peggiorata per via dell’insistenza di un segretario generale dal gennaio del 2017, quando terminò il mandato di Ernesto Samper, che ha portato queste nazioni a un allarmante situazione d’indisciplina».
Anche se la Bolivia ha appena assunto la presidenza pro tempore, è stato durante l’anno della gestione dell’Argentina e del suo mandatario Mauricio Macri, che si è creato tutto lo scenario di cui parlano coloro che vogliono destabilizzare la Unasur.
In accordo con un articolo d’opinione pubblica nel quotidiano Página 12, è stato durante il mandato di Macri che è stata congelata l’azione istituzionale dell’organismo e non è stata registrata nessuna iniziativa positiva.
«Ora si tenta di sottolineare la mancanza di funzionamento istituzionale del blocco come giustificazione della ritirata, quando la paralisi è stata promossa dallo stesso Macri, che ha approfittato della fine del mandato dell’ultimo segretario generale», segnala l’articolo.
In una recente dichiarazione a BoliviaTV, il cancelliere di questo paese, Fernado Huanacuni, ha affermato che la sua nazione «è pronta ed ha responsabilità di risolvere, di accudire e di generare lo spazio» per dare una soluzione ai problemi ereditati dall’amministrazione di Macri di fronte alla Unasur.
Dietro a tutto questo si nascondono gli interessi degli Stati Uniti e dei loro piani per intervenire nella regione, pronti, con il suo recupero, ad usare la Dottrina Monroe. A questo va aggiunto che tutti questi governi di destra che propugnano il ritorno al ministero delle Colonie, l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), fanno il loro gioco.
Le conquiste di Unasur sono numerosissime: ha stimolato lo sviluppo dei suoi paesi membri, ha sviluppato politiche ed integrazione in infrastrutture, salute, energia, difesa, ed ha svolto un importante ruolo per il mantenimento della pace regionale e la preservazione della democrazia, difendendo Colombia, Venezuela, Bolivia ed Ecuador quando è stato necessario.
Il presidente Nicolás Maduro ha avvertito : «Se qualche governo di destra cerca di pugnalare la Unasur per dissanguarla, i movimenti sociali e di rivoluzionari dell’America del sud la difenderemo».