Il vice presidente statunitense, Mike Pence, ha chiamato a sospendere il Venezuela dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), organismo che ha realizzato ieri la sua Assemblea Generale nel mezzo delle pressioni di Washington contro questa nazione, ha segnalato Prensa Latina.
Durante un ricevimento realizzato nella Casa Bianca il vice presidente ha detto che a nome del presidente, Donald Trump, chiedeva ai paesi membri di espellere il Governo di Nicolas Maduro, la cui rielezione dello scorso 20 maggio non viene riconosciuta dagli USA che cercano di farla passare come illegittima nel seno dell’organo emisferico.
«La OSA deve stare a lato della pace e questo è il momento», ha detto Pence che ha anticipato che ritornerà questo mese in America del sud (Brasile e Ecuador) nella sua terza visita all’area come parte degli sforzi di Washington per cercare appoggio alla sua politica ostile contro il territorio latinoamericano.
«Domani durante l’assemblea generale avremo l’opportunità di cominciare il processo di sospensione del Venezuela come membro e della sua partecipazione nella OSA», ha segnalato parlando ai funzionari di 22 paesi ha precisato il quotidiano The Washington Post.
Con queste parole si è riferito al progetto di risoluzione appena presentato dal sua paese e da altri sei Stati (Cile, Argentina, Brasile, Canada, Messico e Perú), con l’obiettivo d’iniziare l’espulsione del Venezuela dalla OSA.
L’ambasciatore nordamericano preso la OSA, Carlos Trujillo, ha detto che sono necessari almeno 18 voti per far sì che l’organismo approvi il documento con il fine d’aprire un processo che permetta d’espellere Caracas in una data successiva.
Per la sospensione saranno necessari 24 voti dei 34 membri attivi dell’entità, un sostegno che non è stato realizzato.
La ricerca di questa meta si realizza anche se nell’aprile del 2017 il Venezuela ha cominciato ufficialmente il procedimento per ritirarsi della OSA, che dura 24 mesi.
Prima della dichiarazione di Pence, il segretario nordamericano di Stato, Mike Pompeo, si è espresso in modo simile durante il dibattito dell’Assemblea Generale nella sede della OSA, a Washington DC.
Secondo Pompeo, sospendere il Venezuela «è la maniera per inviare un messaggio poderoso al governo di Maduro».
Ugualmente ha chiamato gli stati membri a continuare l’applicazione di sanzioni contro questo paese con l’isolamento diplomatico, sino al momento in cui, secondo lui, si prenderanno le misure necessarie per “ritornare alla democrazia”.
Come risposta, il cancelliere venezuelano, Jorge Arreaza, ha invitato a cercare nella pagina del Dipartimento di Stato le dichiarazioni realizzate da un funzionario sulla campagna, cioè “che le pressione contro il Venezuela e le sanzioni economiche stavano funzionando”.
«Questo vuol dire che questa crisi umanitaria di cui parlano la stanno provocando. Non può essere che si crei questa crisi e poi offrano aiuti per rivendicarsi», ha segnalato il diplomatico venezuelano.