Laboratori di guerra sporca

Gustavo Borges http://misionverdad.com/columnistas

Un milione di persone raggiunte con una falsa informazione e si presta, nella sua dissociazione, a farla correre, diffondere, è un esercito ancora più pericoloso e devastante di quelli addestrati ad invadere i paesi. I suoi alleati più potenti: televisione, radio, stampa, social network, voci, mezze verità, diffamazione, laboratori di guerra sporca e psicologica … e smettiamo qui.

In questa guerra di quarta generazione, il combattimento corpo a corpo è finito per occupare posti secondari quando si tratta di sparare. In questo moderno scontro per rovesciare governi, per strappare, per garantirsi, per appropriarsi delle risorse naturali ed energetiche di altri paesi, queste armi invisibili sono generalmente utilizzate per demoralizzare una popolazione e così smobilitarla per poi avanza su di essa. Se non credi, ‘ti sei arreso. Solo manca che vengano da te e ti prendano a calci in culo.

La sua efficacia si basa sull’abilità o forza che abbia d’invadere il nostro quotidiano, giorno per giorno, gli spazi comuni. È come un virus che si espande o una piaga che si va rafforzando, se non affrontata con forza ed in tempo.

L’attacco psicologico deve contare su un corpo disposto ad essere invaso, è generalmente un corpo malato, debole. Ecco perché nell’attuale contesto della guerra contro il Venezuela è così importante per i generatori di voci e menzogne contro il processo rivoluzionario generare le condizioni per questo.

Si decondizionano, pertanto, le cose quotidiane per dare accesso alla menzogna. Malessere generale, lunghe code davanti a negozi o mercati, ad esempio, diventano generatori quotidiani di conversazioni, discussioni in cui, insieme alla disperazione ed alla rabbia, si scalda il brodo di cultura affinché questo virus si espanda e demoralizzi come una candelina d’estate.

È nelle cose quotidiane che deve attaccare la voce, la menzogna. Al fine di infettare un’intera popolazione deve invadere tutti gli spazi pubblici in cui il contatto umano sia quotidiano ed inevitabile. È come avvelenare le acque dalle quali tutti noi ci riempiamo. Stazioni della metropolitana, fermate dei trasporti pubblici, uffici, mentre i lavoratori pranzano … Finché non entra nella nostra stessa casa e in tutti i suoi angoli di conversazione e vita.

Questa disperazione la inducono a trasformarsi in rabbia affinché, in seguito, si evolva in ribellione e disobbedienza contro l’oggetto, persona o governo che presumibilmente è il colpevole della nostra provocata situazione.

In questo senso vanno i colpi di questa guerra illusionista. Va direttamente ai nostri sensi, percezioni, sentimenti. Dividere la società venezuelana in due campi in permanente scontro al di là di una lotta di classe, quella, che è naturale e si riflette nell’accumulazione storica. L’idea è la rissa generale, indotta da copioni di laboratori che non riposano.

Per questo la frase “candelina che si accenda candelina che si spegne” non può essere circoscritta solo alla rissa in strada, all’estinguersi delle rivolte, alle chiusure di strada, ai conati di violenza. Deve essere anche nel quotidiano.


Laboratorios de guerra sucia

Gustavo Borges

Un millón de personas alcanzadas con una información falsa y presta en su disociación para hacerla correr, difundir, es un ejército hasta más peligroso y devastador que los adiestrados para invadir países. Sus aliados más poderosos: televisión, radio, prensa escrita, redes sociales, rumores, medias verdades, difamación, laboratorios de guerra sucia y psicológica… y pare de contar.

En esta guerra de cuarta generación, la lucha cuerpo a cuerpo ha pasado a ocupar lugares secundarios a la hora de disparar. En esta confrontación moderna por tumbar gobiernos, por arrebatar, por garantizarse, por apropiarse de los recursos naturales y energéticos de otros países estas armas invisibles se utilizan generalmente para desmoralizar a una población y así desmovilizarla para luego avanzar sobre ella. Si ya no crees, ‘tas vencido. Sólo falta que vengan por ti y te pateen ese culo.

Su efectividad se basa en la capacidad o fuerza que tenga para invadir nuestro cotidiano, día a día, los espacios comunes. Es como un virus que se expande o una plaga que se va haciendo más fuerte, si no se ataja con fuerza y a tiempo.

El ataque psicológico debe contar con un cuerpo dispuesto a ser invadido, generalmente es un cuerpo enfermo, débil. Por eso en el actual contexto de la guerra contra Venezuela es tan importante para los generadores de rumores y mentiras contra el proceso revolucionario generar las condiciones para esto.

Se desacondicionan pues las cosas cotidianas para darle entrada a la mentira. Malestar general, largas colas frente a comercios o mercados, por ejemplo, se convierten en generadores diarios de conversas, de discusiones donde, junto con la desesperanza y la rabia calientan el caldo de cultivo para que este virus se expanda y desmoralice como candelita en verano.

Es en las cosas cotidianas donde tiene que atacar el rumor, la mentira. Para que se infecte a toda una población tiene que invadir todo espacio público donde el contacto humano sea diario e inevitable. Es como envenenar las aguas de donde todos nos surtimos. Estaciones de metro, paradas de transporte público, oficinas, mientras los obreros almuerzan… Hasta que entra en nuestra mismísima casa y todos sus rincones de conversa y vida.

Esta desesperanza la inducen a convertir en rabia para que luego evolucione en rebeldía y desobediencia en contra del objeto, persona, o gobierno que supuestamente es el culpable de nuestra provocada situación.

Porái van los tiros de esta guerra ilusionista. Va directo a nuestros sentidos, percepciones, sentimientos. Dividir a la sociedad venezolana en dos bandos en confrontación permanente más allá de una lucha de clases, esa, la que es natural y se refleja en la acumulación histórica. La idea es la coñaza general, inducida por guiones de laboratorios que no descansan.

Por eso la frase “candelita que se prenda candelita que se apaga” no puede sólo circunscribirse a la coñaza en la calle, el apagar guarimbas, cierres de calle, conatos de violencia. Debe ser en el cotidiano también.

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