Mantenere i prigionieri nella Baia di Guantánamo costa ai contribuenti statunitensi più di 450 milioni di dollari l’anno.
Molti statunitensi ignorano che il loro paese mantiene ancora dei prigionieri nel carcere di Guanántanamo nella base illegalmente occupata dagli Stati Uniti a Cuba.
Sono arrivati nella Baia di Guantánamo come uomini giovani, catturati nei campi di battaglia dell’Afghanistan e in altri luoghi all’inizio della guerra contro il terrorismo che gli Stati Uniti hanno intrapreso dopo gli attacchi dell’11 di settembre 2001.
Più di 15 anni dopo, la maggior parte dei detenuti della famosa prigione militare statunitense hanno raggiunto la maturità o soffrono di problemi di salute legai all’età, aggravati anche dalle loro condizioni di vita prima della reclusione.
Alla fino di maggio, la Casa Bianca sembrava riconoscere l’ovvio: senza un piano o una volontà politica di fare qualcosa per i 40 detenuti che rimangono a Guantánamo, alcuni di essi potrebbero rimanere bloccati lì per il resto della loro vita.
La struttura “sta avvertendo falle strutturali e di sistema che, se non si affrontano, in futuro potrebbero presentare rischi per la vita e per sicurezza delle nostre forze di guardia e per i detenuti”, ha detto la Casa Bianca in una dichiarazione a legislatori, chiedendo fondi aggiuntivi per ricostruire la prigione.
“Non risponde nemmeno ai requisiti per una popolazione di detenuti invecchiati”, ha aggiunto.
Il Pentagono non divulga informazioni sui detenuti di Guantánamo, ma gli archivi filtrati da WikiLeaks e pubblicati sul The New York Times ne danno un’idea.
In media, l’età dei detenuti è di 46,5 anni. Ma le torture, i conflitti o le cattive condizioni di vita precedenti alla sua cattura, insieme alla reclusione attuale, peggiorano il loro stato di salute.
Il maggiore, il pachistano Saifullah Paracha, compirà 71 anni in agosto. Il più giovane è il cittadino saudita Hassan Mohammed Ali Bin Attash che è nato nel 1985 e ora ha 32 o 33 anni; ne aveva solo 16 o 17 quando è stato catturato nel 2002.
Né il Pentagono né la Baia di Guantánamo hanno risposto immediatamente alle richiesta di commenti su questa storia.
– Rampe per sedie a rotelle
Il recluso forse più famoso di Guantánamo, il presunto autore intellettuale del 11-S [11 settembre], Khalid Sheikh Mohammed, ha 53 anni. I baffo neri che brillavano quando è stato catturato nel 2003 sono cresciuti fino a diventare una voluminosa barba grigia che ora tinge di arancione.
James Connell, l’avvocato di Ramzi Binalshibh, accusato di essere uno dei co-cospiratori di Mohammed, ha detto che ha notato alcuni condizionamenti per i prigionieri invecchiati.
“Alcuni degli spazi per gli incontri tra avvocati e clienti hanno rampe per le sedie a rotelle”, ha raccontato ad AFP, aggiungendo che ha visto anche maniglie per aiutare i detenuti a alzarsi dal bagno.
Ma, ha sottolineato, “c’è una grande necessità di cure che non sono state fornite”
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) visita Guantánamo circa quattro volte l’anno per assicurarsi che il carcere rispetti gli standard di detenzione e per valutare il trattamento dei detenuti.
“È importante garantire che si rispettino adeguatamente i loro requisiti sanitari, e siamo attivamente impegnati in un dialogo con le autorità statunitensi su questo argomento”, ha detto ad AFP Marc Kilstein, portavoce del CICR a Washington.
Tra le malattie croniche legate all’età che possono aggravarsi per la detenzione ci sono l’insufficienza cardiaca, il diabete, i problemi cognitivi e le malattie epatiche.
– Enormi costi
Mantenere i prigionieri nella Baia di Guantánamo costa ai contribuenti statunitensi più di 450 milioni di dollari l’anno.
Questa cifra potrà solo aumentare man mano che invecchiano, ha indicato all’AFP l’esperta della sicurezza di Amnesty International, Daphne Eviatar, poiché gli Stati Uniti “sono tenuti secondo il diritto internazionale a prestare loro le cure mediche”.
“Mantenendoli a Guantánamo, il governo degli Stati Uniti si sta impegnando essenzialmente a prendersi cura di loro per il resto della loro vita”, ha spiegato.
Molti statunitensi ignorano che il loro paese mantiene ancora dei prigionieri nella struttura a Cuba.
Cinque di loro sono stati accusati di cospirazione per realizzare gli attentati del 2001 e vengono giudicati con un processo speciale afflitto da sfide legali e ritardi interminabili.
Dei restanti, due sono stati accusati di altri reati, due sono stati condannati e cinque hanno ricevuto ordini di liberazione sotto il governo di Barack Obama, ma sono rimasti intrappolati sotto il mandato di Donald Trump, che ha detto che vuole inviare a Guantánamo quelli che sono stati catturati nello Stato Islamico.
Ma la maggioranza -26 detenuti- non è stato mai accusato di niente e tuttavia li si considera troppo pericolosi per lasciarli in libertà.
Nove detenuti sono già morti a Guantánamo da quando ha aperto le sue porte nel 2002, soprattutto a causa di suicidi, secondo i militari.
Per come vanno le cose, è poco probabile che quelle morti siano le ultime.
Fonte e foto AFP
Traduzione: Redazione di El Moncada