Con la proiezione di un audiovisivo che percorre la storia condivisa tra il Sudafrica e Cuba, partendo dagli incontri tra i loro leader Nelson Mandela e Fidel Castro, rispettivamente, è iniziata nel pomeriggio di ieri, mercoledì 4, una cerimonia politico-culturale per il centenario della nascita del combattente contro l’apartheid.
Per ricordare il suo legato, si sono dati appuntamento a Cojímar gli studenti sudafricani che terminano i loro studi di medicina nell’Isola e vari dirigenti tra i quali Salvador Valdés Mesa, primo vice presidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri; Roberto Morales Ojeda, membro del Burò Politico del Partito e ministro di Salute Pubblica; José Ramón Balaguer, membro della Segretari del Comitato Centrale del Partito e vice ministri Ana Teresita González Fraga, delle Relazioni Estere e Alfredo González Lorenzo, di Salute Pubblica.
«Pochi giorni dopo la commemorazione della nascita del Che, ricordiamo il centenario della nascita di Mandela, un esempio di quanto si può realizzare quando si difendono cause giuste con perseveranza e determinazione», ha detto il rettore della Facoltà di Scienze Mediche de L’Avana, Luis Alberto Pichs, al pubblico presente e in particolare alla Dra. Nkosazana Dlamini-Zuma, ministro della presidenza del Sudafrica, e a Thaninga Pandit Shope-Linney, ambasciatrice di questa nazione in Cuba e a vari rappresentanti del Minrex, del Partito, del corpo diplomatico africano accreditato.
Pichs ha riferito che una delle idee più chiare di Mandela è stato il suo riconoscimento della necessità di sviluppo educativo della gioventù ed ha commentato che la formazione dei medici sudafricani in Cuba è stata ascendente come risultato da quando è iniziata la collaborazione tra Fidel y Mandela.
Rappresentando i giovani che torneranno in Sudafrica per applicare quanto hanno appreso in sei anni di studi, uno studente ha detto: «Sentiamo una profonda gratitudine per Fidel e Mandela, due leader di taglia universale che firmarono questo programma nel 1997 per incrementare la formazione di medici sudafricani, con una messa a fuoco cubana della medicina preventiva, per cui sono necessari professionisti altamente qualificati».
La Dra. Nkosazana Dlamini-Zuma ha lodato la disciplina, la responsabilità, il patriottismo e l’amore all’umanità come valori appresi dai sudafricani in Cuba ed ha ricordato per spiegarlo la storia condivisa dalla prima risposta di Cuba alle lotte indipendentiste africane.
«L’isola, ha detto, è stata al nostro fianco quando abbiamo cercato di correggere il nostro sistema di salute e ha inviato la sua gratitudine «al popolo cubano, al Presidente Miguel Díaz-Canel e ai nostri eroi Fidel e Mandela».
Il vice ministro di Salute Pubblica, Alfredo González Lorenzo, ha valutato lo spirito di lotta delle leader sudafricano riflesso in molti anni di prigione feconda per il suo scontro al apartheid.
«Salutiamo questi studenti perché si laureino e servano il loro popolo», ha detto ed ha aggiunto che questo è un esempio di quello che si può ottenere nonostante le carenze e le pressioni